MESSICO: NELLA SELVA DI OAXACA UNA STORIA DAL FINALE APERTO

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LOS CAMINANTES”: I camminanti, un work in progress.

Testo e foto di Eugenia Galeano Inclán

Traduzione di Lucia Cupertino

Abbiamo tutti accolto con favore i progressi della scienza e della tecnologia occorsi. Tuttavia, non tutte le invenzioni sono buone. Ad esempio, le droghe hanno causato gravi danni. Le armi chimiche e nucleari causano disastri di grande entità. La plastica che aveva sorpreso tutti per la praticità che offriva, nel lungo periodo, è diventata un problema serio. In quel momento, nessuno si soffermò a pensare che la plastica impiega migliaia di anni per degradarsi. Ora, ci sono milioni di bottiglie di plastica in ogni angolo del pianeta che non solo non si degradano, ma stanno causando la morte di animali terrestri e acquatici. Un’altra invenzione dannosa è stata quella  delle sostanze chimiche irrorate, provenienti dalle industrie di prodotti per la pulizia e cosmetici, che danneggiano la cappa d’ozono. D’altra parte, il riscaldamento globale aumenta giorno dopo giorno. Allo stesso modo, ci sono sempre più specie in estinzione. Siamo di fronte a una situazione critica e sebbene si abbia accesso a maggiori informazioni a riguardo e stiamo cercando di adottare maggiori precauzioni, la verità è che il danno causato all’ecosistema è difficile da invertire. Se a ciò aggiungiamo l’inquinamento ambientale, le guerre in diversi ambiti, le guerrillas interne in molti paesi, la possibilità di rimanere senza acqua e molti altri problemi, la situazione potrebbe passare da critica a caotica, caso in cui la fine del mondo non sarebbe così lontana.

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Di fronte a tale preoccupazione, Verónica Musalem ha deciso di scrivere qualcosa e ubicarlo alle porte della fine del mondo e così è nato LOS CAMINANTES. Verónica Musalem è una donna colta, intelligente, di talento, osservatrice, sensibile, amante della natura e consapevole del danno all’ecologia. Ha conseguito la laurea triennale in Letteratura drammatica e Teatro presso la Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università Nazionale Autonoma del Messico -UNAM. Ha lavorato come drammaturga, regista, sceneggiatrice e insegnante. Nonostante sia 100% messicana, si potrebbe dire che è cittadina del mondo perché ha viaggiato in molti paesi per studio, lavoro o piacere, ma non ha mai dimenticato le sue radici, che onora e rispetta. Usa la sua penna raffinata per tratteggiare con varietà di tinte la cultura, la cartografia, la vegetazione, l’artigianato, le tradizioni, le credenze, i sapori, gli aromi, le leggende e, soprattutto, il sentimento della gente della sua amata Oaxaca.

LOS CAMINANTES si situa nella foresta di Oaxaca. Nel suo testo, Verónica descrive la bellezza della vegetazione col suo verde naturale, punteggiato di colori vivaci. Per alcuni mesi ha sviluppato questo progetto in forma laboratoriale e ognuno dei partecipanti ha avuto la possibilità di dare suggerimenti che, una volta approvati, Veronica ha introdotto nella storia.

Cartel-LOS.CAMINANTESL’ecatombe si sta avvicinando. Le persone ripiegano verso le foreste. Per mangiare, devono andare a caccia o pescare. Román ed Ernesto, due indigeni, hanno fame e si preparano per la caccia. All’improvviso appare un cervo. Roman è colui che porta l’arma, quindi si presume che sia lui a doverlo cacciare, ma avendolo nel mirino, rimane stupito dalla maestosa bellezza dell’esemplare e non ha il coraggio di ucciderlo. Il cervo fugge. Ernesto si arrabbia con Roman. Senza rendersene conto, Roman viene punto da uno scorpione. L’effetto del veleno lo conduce al delirio. Parla di una “nuova conquista” e di dover fabbricare armi per combattere il nemico. Ernesto fa buon viso a cattivo gioco, dal momento che non può trasferirlo in un ospedale nè fornirgli altro tipo d’aiuto. Molto vicino a dove si trovano Román ed Ernesto, appare Anabela, bella, sensuale ed enigmatica, ex ballerina in un bar. Anabela ha imparato a difendersi, è agguerrita, forte, nulla la spaventa. Il suo corpo alberga più di cinquecento tatuaggi allusivi all’aracnide di maggiori dimensioni e, per questo motivo, la soprannominano “La tarantola”. Sa come affascinare gli uomini, conosce infinite tecniche di seduzione e le usa a proprio vantaggio. Quello che lei non sa è che Mauricio e Julian, due sicari assoldati sono sulle sue tracce…

Dato che il lavoro teatrale è un work in progress, né tu né io sapremo come finirà la storia, finché non sarà presentata formalmente nella stagione messicana. Il suo punto forte è proprio questo! Si prevede di concluderla nel mezzo della selva di Oaxaca e già sono state programmate tre funzioni nel CASA – Centro delle Arti di San Agustín Etla, situato a San Agustín Etla, Oaxaca e altre nella città del Messico.

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Come drammaturga, Verónica Musalem offre un testo strutturato che cattura l’interesse dall’inizio alla fine. I suoi personaggi sono ben delineati, ognuno con caratteristiche particolari, rappresentativi di diversi strati sociali, alcuni di buon cuore, altri non così tanto. Coprono tre diverse funzioni, così come i narratori che agiscono o fanno conoscere ciò che pensano. Secondo Verónica, la natura è un altro personaggio all’interno dell’opera, “che fa entrare in tilt e mette in dubbio tutte le convinzioni” dei protagonisti.
Per quanto riguarda il suo lavoro di regia, Verónica Musalem ha
dato un lineamento scenico preciso e dinamico, pieno di simbolismo e magia, in cui la natura umana e ambientale si fondono. Il lavoro istrionico e corporeo di tutti i membri del cast è stupendo. Katia Tirado è Anabela, La Tarantola. Luis Ernesto Verdín è Román, il giovane sensibile. Javier Sánchez è Ernesto. Edward Coward è Julian e Luis Villalobos è Mauricio, entrambi sicari assoldati. La performance di Katia Tirado, attrice e performer, si distingue non solo perché è l’unica figura femminile, ma soprattutto per l’intensità che imprime alla sua Tarantola. Una parte fondamentale della storia ce l’ha il sound. Alejandro Andonaegui crea la composizione ed esegue musica dal vivo con la sua tastiera. Alejandro è parte del laboratorio e ha improvvisato musica in modo congiunto all’azione di ogni scena. Il resto del team creativo è composto da: Musa-Colibrí-Producción e Producción Escénica S.E. alla produzione generale, Erika Medina e Erick Saúl alla produzione esecutiva, Mariana Hernández Reskala al registro e blog.

MUSALEM 1LOS CAMINANTES è un’opera scritta da Verónica Musalem (foto a destra), nel periodo di borsa di studio del Sistema Nacional de Creadores de Arte nell’anno 2014. Per chi ama il teatro, è molto interessante seguire lo sviluppo di un progetto. Non tutti i drammaturghi ci permettono di conoscere il processo, quindi questa è un’opportunità molto speciale per chi si accosta a LOS CAMINANTES. I personaggi non hanno nulla da perdere, il mondo sta finendo, potrebbero soccombere o mettercela tutta per dare un nuovo inizio a partire da zero. È una storia interessante, con regia favolosa, ottime interpretazioni e un ambiente musicale privilegiato.

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Eugenia.Galeano.InclanEUGENIA GALEANO INCLÁN Quando ero piccola, mia madre mi portò a vedere il mio primo spettacolo teatrale. Ero affascinata. Mi catturò la magia teatrale. Era come entrare in un mondo alternativo, uno spazio in cui le idee si cristallizzano in forme e colori. Da allora non ho mai smesso di andare a teatro. Oggi, so bene che adoro il teatro. Lo vedo come un’oasi nella grande città, dove ci si dimentica i propri problemi personali per vedere le storie degli altri. Quindici anni fa sono stata invitata a scrivere note teatrali dal direttore di Cuarta Pared, un sito web dedicato al teatro. Mi sono impegnata nel progetto e, per questo, ho seguito diversi corsi di critica teatrale. In seguito ho continuato a scrivere per il Foro de Noticias de Benjamín Bernal, presidente dell’Agrupación de Periodistas Teatrales -APT – del Messico. Inoltre, invio collaborazioni al Grupo A Escena Teatro. Con il passare del tempo, ho realizzato un sogno: aprire la mia pagina GALERIA TEATRAL, nella quale scrivo, oltre ad esserne l’amministratrice.

Foto di copertina di Lucia Cupertino. Foto all’interno dell’articolo a cura di Alfredo Millán

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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