Ma, per caso, che hai fatto dopo che sei morto, somalo? (Gentiana Minga)

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Ma, per caso, cosa hai fatto dopo che sei morto,

somalo ?

Hai visto i treni, quei musi seri per aria,

serpenti libertini che passano la Manica

senza essere fulminati?

Hai sfiorato, allora, la nebbia di

Folkestone? Le punte delle chiese vertiginose?

E le scogliere bianche di Dover erette

sulla spiaggia?

Dimmi, morto senza nome,

com’è vedere gli schizzi di schiuma sul blu marino,

le casette temperate, tegole scure – ben aggrappate

da lì sopra? Le macchie di roccia umana con fili spinati

nel cuore.

Ma no, non essere felice ora

che i tuoi fratelli preparano l’ultima cena,

versano Shaah caldo sui bicchieri,

friggono Sambusi prima di partire

per la Manica,

oltrepassare Folkestone…

Vai a dirgli che non è il momento.Non è il tempo.

La gente ricostruisce carceri

per altra gente. E nostri figli,

oh, i nostri figli hanno paura di nascere…

Qualcuno sa la storia dei pellicani

che sostando sul Djoudj

mettono in mezzo i loro simili

deboli, e spiccano il volo

assieme?

chi sa se decidono di nascere …

chi sa se gemmano …

chi sa se resistono nel buio …

 

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Gentiana Minga è nata il 12 aprile 1971 nella città di Durazzo (Albania). è laureata Letterature e Lingua Albanese presso la Facoltà di Storia e Filologia dell’Università di Tirana nel 1993. Subito dopo la laurea fino al 1998 è stata insegnante di lingua e letteratura albanese nelle scuole medie di Durazzo (Albania). E’ stata per alcuni anni bibliotecaria presso la Biblioteca Pubblica di Durazzo e giornalista professionista per una serie di testate  albanesi come Koha Jone, Rilindja e Zeri i Kosoves, Studenti, Zeri i Popullit, ecc. . Pubblica cicli poetici e racconti in diverse riviste letterarie, tra cui Poeteka, Trimestrale Letterario Albanese, El- Ghibli, Rivista di Letteratura della Migrazione italiana, Enmigrinta, bollettino di multi- cultura online in Alto Adige. In quest’ultima è redattrice per la sezione di Bolzano. È membro del direttivo dell’Associazione Rete dei Diritti dei Senza Voce Bolzano, membro supplente della Consulta Provinciale per l’Integrazione dei Stranieri in Alto Adige. Opere edite: “Autopsia e shkaterrimit” (Autopsia del disastro), (racconti e novelle), (Europa, Tirana, 1993);“Zonja e Shkodres” (La signora di Scutari) (ciclo di poesie), (Florimont, Tirana, 2003); Ha tradotto dall’italiano in albanese “Abbracciata dalla luce” (E perqafuar nga drita) di Betty J. Eady (Medaur, Tirana. Dall’anno 2000 vive in Italia, a Bolzano.

 

Foto in evidenza di Melina Piccolo.

Foto dell’autrice a cura di Gentiana Minga.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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