Omaggio a Franca Rame
Non sono tra le braccia di Morfeo
ma c’è buio, semidistesa
ho un momento di smarrimento…
Una musica dolcissima che semina stelle
vorrebbe incantare il cuore.
C’è chi fuma attorno
a me, c’è chi si avvicina a me,
sono in tanti: davanti e dietro mi bloccano…
Sembra un movimento coordinato.
Sensazioni: “tepore tenue”, “punto di bruciore”,
mani gelide.
Le bestie nuotano nella pancia.
Una carezza fumante sul collo.
Ventuno centimetri di pelle
delicata come quella di un bambino
è stata tagliuzzata.
Scendo dal camioncino.
Mi rivesto con difficoltà.
Umiliata, arrabbiata, determinata
con la faccia “sporca di sangue” mi avvio.
Mi ritrovo davanti al palazzo della Questura,
quanto a denunciare le bestie “penso e ci ripenso ”…
Forse è meglio lasciare un messaggio a tutti
perché “la gente sia più impegnata a pensare”.
I non uomini “li denuncerò domani”.
Fiori di loto
Fiori di loto,
parole dolcissime…
Nell’età delle bambole
i nostri piedi e non solo
sono stati stuprati
perché diventassimo le sentinelle della casa.
E ora cerchiamo un poeta
che canti la nostra sofferenza…
L’abbiamo incontrato, si è fermato,
ci ha ascoltato, ha osservato
e ha messo in rima
il nostro dolore.
“Fiori di loto, bellezza incantevole.
Donne, ragazze purissime,
chi vi ridarà l’innocenza del corpo
straziato nei piedi
con l’inganno dei fiori di loto?
La grazia splende
sul vostro viso pronto
a mostrare la sofferenza
di una mattanza
che presto avrà fine.
Vi riapproprierete dei vostri confini,
e senza fiori di schiavitù
percorrerete il mondo,
Stelle di libertà
per tutta l’umanità”.
L’ultima cena
Non hanno avuto remore:
“Gettiamolo”
Non ci sono riprese
I grandi pesci pronti ad afferrarlo
ne sbranano le membra .
Banchetto funesto.
Banchetto di carni umane.
Tanto vale la vita
ma non per l’ira di Poseidone:
sono propri i messaggeri di morte
sono gli accalappia uomini.
Brandelli di carne
che il Fato ha già destinato all’orco marino.
Piangete genitori, mogli, figli
Orfani.
Neanche un delfino l’ha salvato:
era già cadavere ma prezioso
per i “compagni”, per allontanare altra morte,
per “distrarre” i macellai,
per impedire che ci fosse la mattanza di altri innocenti.
Ma a quale prezzo?
Per gentile concessione di Anna Milici.
Anna Milici, nata a Catania il 29/10/1961, dall’età di tre anni vive a Patti (Me)
dove insegna Materie letterarie presso una Scuola Media Superiore. Ha partecipato con successo a vari concorsi letterari con poesie che trattano diversi temi: natura, mito, legalità e diritti umani.
Compatibilmente con gli impegni di lavoro e di famiglia, si occupa di persone sole e abbandonate.
Foto dell’autrice a cura di Anna Milici
Immagine in evidenza, foto di Teri Allen Piccolo.