“Ma non per l’ira di Poseidone” 3 poesie di Anna Milici

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Omaggio a Franca Rame

 

Non sono tra le braccia di Morfeo

ma c’è buio, semidistesa

ho un momento di smarrimento…

Una musica dolcissima che semina stelle

vorrebbe incantare il cuore.

C’è chi fuma attorno

a me, c’è chi si avvicina a me,

sono in tanti: davanti e dietro mi bloccano…

Sembra un movimento coordinato.

Sensazioni: “tepore tenue”, “punto di bruciore”,

mani gelide.

Le bestie nuotano nella pancia.

Una carezza fumante sul collo.

Ventuno centimetri di pelle

delicata come quella di un bambino

è stata tagliuzzata.

Scendo dal camioncino.

Mi rivesto con difficoltà.

Umiliata, arrabbiata, determinata

con la faccia “sporca di sangue” mi avvio.

Mi ritrovo davanti al palazzo della Questura,

quanto a denunciare le bestie “penso e ci ripenso ”…

Forse è meglio lasciare un messaggio a tutti

perché “la gente sia più impegnata a pensare”.

I non uomini “li denuncerò domani”.

 

 

 

Fiori di loto

 

Fiori di loto,

parole dolcissime…

Nell’età delle bambole

i nostri piedi e non solo

sono stati stuprati

perché diventassimo le sentinelle della casa.

E ora cerchiamo un poeta

che canti la nostra sofferenza…

L’abbiamo incontrato, si è fermato,

ci ha ascoltato, ha osservato

e ha messo in rima

il nostro dolore.

“Fiori di loto, bellezza incantevole.

Donne, ragazze purissime,

chi vi ridarà l’innocenza del corpo

straziato nei piedi

con l’inganno dei fiori di loto?

La grazia splende

sul vostro viso pronto

a mostrare la sofferenza

di una mattanza

che presto avrà fine.

Vi riapproprierete dei vostri confini,

e senza fiori di schiavitù

percorrerete il mondo,

Stelle di libertà

per tutta l’umanità”.

 

 

L’ultima cena

 

Non hanno avuto remore:

“Gettiamolo”

Non ci sono riprese

 

I grandi pesci pronti ad afferrarlo

ne sbranano le membra .

Banchetto funesto.

Banchetto di carni umane.

Tanto vale la vita

ma non per l’ira di Poseidone:

sono propri i messaggeri di morte

sono gli accalappia uomini.

Brandelli di carne

che il Fato ha già destinato all’orco marino.

Piangete genitori, mogli, figli

Orfani.

Neanche un delfino l’ha salvato:

era già cadavere ma prezioso

per i “compagni”, per allontanare altra morte,

per “distrarre” i macellai,

per impedire che ci fosse la mattanza di altri innocenti.

Ma a quale prezzo?

 

Per gentile concessione di Anna Milici.

Copia di Anna_foto_curriculum

 

 

Anna Milici, nata  a Catania il 29/10/1961, dall’età di tre anni vive a Patti (Me)
dove insegna Materie letterarie presso una Scuola Media Superiore. Ha partecipato con successo  a vari concorsi letterari con poesie che trattano diversi temi:  natura, mito,  legalità e diritti umani.
Compatibilmente con gli impegni di lavoro e di famiglia, si occupa di persone sole e abbandonate.

 

 

 

 

 

Foto dell’autrice a cura di Anna Milici

 

Immagine in evidenza, foto di Teri Allen Piccolo.

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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