In questo spietato spazio di brutalità neurologica
di mille piaceri
ardente
Draconiano
Vociferante
me ne sto qui seduto
a mangiare polipi magici in un negozio pompeiano di mercurio
ritrovandomi verde
astralmente sfuggente
invisibile enigma prolettico
ad attirare l’attenzione dei morti
a farli risvegliare & ascoltare
mentre succhiano dalle narici
ricche portate di vomito & ceci
i patrizi imbarcati sui temi ittici di Sosus
“i loro peli genitali profumati di zafferano lascivo
& mirra
dal cinico marciume clandestino
è il giorno prima del Vesuvio
& si macellano colossali maiali per numerosi triclini
& io
il poltergeist
lì a frantumar calici
invisibile, a urlare
poi magico a strisciare lungo la “Strada delle Tombe”
al rancido miraggio delle feste
dove le donne
dal sesso di scalpelli sismici
con brama di maialini da latte e coppe di sangue
i capezzoli allineati
su monili d’argento bagnati
forse
presso la villa dei Tauris
o dei Porcius
o degli Aper
banchettando a murene e triglie piccanti
le loro bocche
sempre spinose di carneficina anticipata
discettano delle gesta di Brebix e Nobilior
leggendo la classifica dei gladiatori su ordinarie tavolette
con istintivo spasmo labiale
buttando l’occhio sulle lumache imburrate & gli “uccelli decapitati”
sorseggiando forti vini falerniani
& io
il poltergeist
ora vagamente color sanguisuga
i miei ioni trasparenti che scottano per la prolepsi
tento di battere un colpetto sulle spalle
con raffiche stranamente mefitiche
eppure altro non esiste se non indifferenza e corruzione
le scuole di gioco d’azzardo
“il lancio del cane” colpo d’astragalo
su cui scommettere sesterzi e argento
& svolazzo lungo le “ampie lastre di travertino”
all’interno del Foro Pompeiano
lì a settentrione, popolato dalle letterali apparizioni di Giunone e Minerva
con la mia invisibile ottica di cedro
vedo il grande spiazzo degli scambi della “sacerdotessa
… Eumachia ”
i corvi macellati al macellum insanguinato
& io
il poltergeist
svolazzando per la Strada dell’Abbondanza
alla Strada Stabiana e verso sud alla Caserma dei Gladiatori
a guardare gli assassini esercitarsi colpendo gli organi urinari
il fetore delle baracche di sregolati gladiatori
tutti quanti condannati
non avendo occhi per vedermi
poi svolazzando verso le acque
alle terme
il tepidarium brulicante di prostitute
adorni i loro corpi di gioielli & piattole
riscaldate da afrodisiache ostriche & sempre
tumulti nei loro occhi
il fatto della plusvalenza e del massacro
un’imponente puttana che rutta un’anguilla dal torace
un’altra che vomita fichi dalle creme del suo organo vitale
& si parla di macelleria e terrore
di mari intestinali appena sversati
& passeggio per la diaspora delle dimore
urlando nel mio conciso, intuitivo latino
d’istinto perseguitando
la domus di di Sallustio
quella degli “Amorini dorati
e delle “Nozze d’Argento”
& io
il poltergeist
traboccante psichica curiosità
guardo gli edifici di “calcare di Sarno” indebolirsi
nel loro finale scintillio di disprezzo & malizia
il giorno prima del Vesuvio un
crescendo di routine & vuoto
di sconcio scalpitare nell’arena
di volgare conforto imperiale ammorbato di ironica ammoniaca
& io
l’ultimo poltergeist di Pompei urlo
all’ultimo sole che si dissolve in mare
all’ultima barbarie importata delle tigri
agli ultimi coriandoli nepotistici dei ricatti
e delle molestie della politica
ora frenetico
in volo per il Porto Ercolanese
ascoltando il gemito del vulcano morto
spruzzo acido sui festaioli da Publio Fannio Sinistore
in attesa che esploda il sole
che scorra la lava trasformando in tufo la carne.
Traduzione di Pina Piccolo
Per gentile concessione dell’autore. Dalla raccolta Kaleidoscopic Omniscience.
Will Alexander (nato nel 1948) è un poeta, romanziere, saggista, drammaturgo, pianista e artista visivo statunitense. Ha ricevuto una Whiting Fellowship for Poetry nel 2001 e una California Arts Council Fellowship nel 2002, nel 2014 ha vinto l’American Book Award per il libro Singing In Magnetic Hoofbeat: Essays, Prose, Texts, Interviews, and a Lecture, e nel 2016 il Jackson Poetry Prize (premio organizzato da Poets & Writers). Ha conseguito una laurea in inglese e scrittura creativa presso l’Università della California-Los Angeles nel 1972. Ha svolto diversi lavori (tra cui il botteghino di LA Lakers), ha insegnato in varie istituzioni ed è stato associato all’organizzazione senza scopo di lucro Theatre of Hearts / Youth First, che lavora con giovani svantaggiati e a rischio. I suoi scritti sono apparsi sulle riviste BOMB, Boston Review, Entropy, Chicago Review, Denver Quarterly, Fence, jubilat e The Nation.
La poesia di Alexander e la sua arte visiva sono state fortemente influenzate dalle sue letture di Bob Kaufman, Octavio Paz e scrittori francofoni della negritudine come Aimé Cesaire e Jean-Joseph Rabéarivelo. Alexander descrive i loro temi dell’isolamento cosmico dalla società e della scoperta interiore come una “metamorfosi alchemica”. Gran parte del lavoro di Alexander è caratterizzato da questo potente mix di metafora e sofisticato linguaggio scientifico.
Kaleidoscopic Onniscience: Asia & Haiti / The Stratospheric Canticles / Impulse & Nothingness, Skylight Press, 2012 è uno dei numerosi libri scritti nell’ultimo decennio, tra i quali anche At Night on the Sun. Chax Press, 2017.; Colloquy at the Abyss. (Conversation with Harold Abramowitz) Insert Blanc Press, 2017; Across the Vapor Gulf (Aphorisms) New Directions, 2017; Phosphenic Threadings, Evidence Publications, 2018; A Cannibal Explains Himself to Himself. (Essays), 2020; The Elephants, (conversation with Heller Levinson) Concrete Mist Press, 2020.
The Final Poltergeist of Pompeii
In this ruthless zone of nervous brutality
all the pleasures
fiery
Draconian
Vociferous
I sit
eating magical polyps in a Pompeiian mercury shop
finding myself green
astrally elusive
an invisible proleptic enigma
seeking to make the dead take heed
to make the dead wake up & listen
as they suck through their nostrils
rich consumptions of chickpeas & vomit
the patricians boarding Soso’s piscatorial motifs
” their genital hairs perfumed with lascivious saffron
& myrrh
with a clandestine cynical rot
it is the day before Vesuvius
& giant hogs are slaughtered for numerous triclinia
& me
the poltergeist
shattering goblets
invisibly screaming
then magically slithering along the “Street of the Tombs”
to the rancid mirage of the feasts
where the women
with the sex of earthquake broaches
with a lust for suckling pigs & goblets of blood
their nipples arrayed
with wet pieces of silver
perhaps
at the villa of the Tauris’
or the Porcius’
or the Aper’s ”
feasting on spicy moray & mullet
their mouths
always spiny with anticipated carnage
discussing the exploits of Brebix & Nobilior *
reading a list from common murdering tablets
the instinctive labial twitchings
eyeing the buttered snails & the “beheaded birds”
while sipping on strong Falernian wines
& me
the poltergeist
faintly leech-coloured
my transparent ions burning with prolepsis
attempting to nudge their shoulders
with strangely mephitic gusts
yet nothing exists except indifference & bribery
the gambling schools
an ace of dice called “the throw of dogs”
wagered for sesterces & silver
& I flit along the “broad flags of travertine”
inside the Pompeiian Forum
its northern end propled with literal apparitions to Juno & Minerva
with my invisible citron optics
I see the spacious exchange of the “priestess
… Eumachia”
the butchered crows at the bloody macellum *
& me
the poltergeist
flitting down the Strada dell’ Abbondanza
to the Strada Stabiana south to the Caserma dei Gladiatori
watching the killers practice blows to the urinary organs
the stench of the unruly gladiators’ barracks
all of them doomed
having no eyes to see me
then flitting to the baths
to the thermae
the prostitutes swarming the tepidarium
their bodies adorned with jewellery & crab
heated by Venusian oysters & tumult
always in their eye
the fact of capital gain & slaughter
an imposing whore belching an eel from her thorax
another spewing figs from the creams of her life organ
& the talk is of butchery & terror
of freshly spilled intestinal seas
& I ramble the diaspora of the mansions
screaming in terse intuitive Latin
instinctively haunting
the lodgings of Sallust *
of the “Golden Cupids”
of the “Silver Wedding”
& me
the poltergeist
full of psychic curiosity
watch the buildings of “Sarno limestone” weaken
in their final scintillation of opprobrium & malice
the day before Vesuvius a
crescendo of routine & blankness
of rude stomping in the arena
of crass imperial comfort like a disease of ironic ammonia
& me
the final poltergeist of Pompeii screaming
at the last sun breaking up in the sea
at the last imported barbarity of tigers
at the last nepotistical confetti of political blackmail
& harassment
now frantic
now flitting through the Porto Ercolanese *
listening to the dead volcano groan
sprinkling acid on the revellers at Fannius Synistor’s *
waiting for the sun to blow open
for the lava to flow & turn the flesh into tufa