Considerata una poetessa della natura per i suoi frequenti riferimenti all’ animato e all’ inanimato, Lorine Niedecker (1903-1970) è in realtà molto di più, produce improvvisi e sorprendenti cambiamenti nella prospettiva accostando deliberatamente categorie in apparenza dissimili. Nel suo immaginario il paesaggio del Wisconsin dove visse quasi tutta la sua vita, lungo le rive del fiume Rock nella Blackhawk Island.
Avvicinata ai poeti orientali per lo stile estremamente stringato e ‘condensato’, annoverata fra i poeti americani oggettivisti, Lorine senz’altro non è intimista d’indole. Il suo sguardo si tiene sempre ancorato alla materia. Il compositore Birtwistle, estrapolando 9 poesie da sue diverse raccolte, cerca di mettere in scena, con violoncello e voce, le intermittenze del discorso poetico seguendone le immagini dense e folgoranti che non permettono ridondanze. (Testo introduttivo di Manuela Rasori)
I
There’s a better shine
on the pendulum
than is on my hair
and many times
I’ve seen it there.
II
My friend tree
I sawed you down
but I (must) attend
an older friend
the sun
III
Along the river
wild sunflowers
over my head
the dead
who gave me life
give me this
our relative the air
floods
our rich friend
silt
IV
Hear
where her snow-grave is
the You
ah you
of mourning doves
V
How white the gulls
in grey weather
Soon April
the little
yellows
VI
My life
by water –
Hear
spring’s
first frog
or board
out on the cold
ground
giving
Muskrats
gnawing
doors
to wild green
arts and letters
Rabbits
raided
my lettuce
One boat
two-
pointed toward
my shore
thru birdstarts
wingdrip
weed-drift
of the soft
and serious-
Water
VII
Paul
when the leaves
fall
from their stems
that lie thick
on the walk
in the light
of the full note
the moon
playing
to leaves
when they leave
the little
thin things
Paul
VIII
O late fall
marsh-
raped by the dry
weed stalk
IX
Sleep’s dream
the nerve-flash in the blood
The sense
of what’s seen
‘I took cold
on my nerves’ – my mother
tall, tormented
darkinfested
I
Brilla di più il pendolo
che non i miei capelli
e molte volte è lì
che la lucentezza
l’ho trovata
II
Albero, amico mio
ti ho abbattuto e segato
ma devo occuparmi
di un ben più vecchio amico
il sole
III
Lungo il fiume
girasoli selvatici
sopra la mia testa
i morti
che mi hanno dato vita
Questo mi hanno dato
l’aria nostra parente
le inondazioni
e il nostro ricco amico
il limo
IV
Ascolta
nel luogo della sua tomba di neve
il Tu
ah, tu
della tortora che tuba piangente
V
Il candore dei gabbiani
contro il cielo grigio
Presto Aprile
e i primi
gialli
VI
La mia vita
accanto all’acqua
ascolta
la prima rana
di primavera
o sbarca
sulla fredda
terra
che cede
Nutrie
che rosicchiano
porte
verso verdi e selvagge
arti e lettere
Conigli
hanno depredato
la mia lattuga
Una barca
Due –
Puntano verso
la mia riva
Con la spinta del volo
discesa d’ala
deriva d’erbe palustri
della morbida e
seria –
Acqua
VII
Paolo
Quando si staccano
le foglie
dai tanti steli
sparsi
sul cammino
Nella luce
di una nota piena
la Luna
che suona
per le foglie
mentre cadono
Quelle piccole
esili cose
Paolo
VIII
Oh palude
di tardo autunno
violata dalle secche
punte di canna
IX
Il sogno del sonno
Nel sangue il lampo del nervo
Il senso
di ciò che si vede
“Ho preso freddo
ai nervi” – mia madre
Alta, tormentata
di buio infestata
(traduzione italiana di Pina Piccolo e Manuela Rasori)
Lorine Niedecker nacque nel 1903 a Fort Atkinson, nel Wisconsin, e abitò in questa zona selvaggia per la maggior parte della sua vita. Morì nel 1970. Visse una vita tranquilla, lontana dal mondo della poesia professionale, dove scrisse centinaia di poesie, prosa e saggistica, e mantenne una folta corrispondenza con poeti come Cid Corman e Louis Zukofsky. Negli ultimi decenni si è registrato un crescente interesse e apprezzamento per i suoi versi caratterizzati da grande cura per il linguaggio, amore per i luoghi descritti e sperimentalismo. Tra le sue opere pubblicate in vita New Goose (1946), My Friend Tree (1961), North Central (1968), T&G: Collected Poems, 1936-1966 (1969), My Life by Water: Collected Poems, 1936-1968 (1970); pubblicate postume le raccolte Blue Chicory (1976), From This Condensery (1985), The Granite Pail (1985), Harpsichord & Salt Fish (1991), e nel 2002 è apparsa la sua opera omnia Collected Works che comprende sia poesia che prosa, a cura della University of California Press.
Manuela Rasori, soprano: Compiuti studi umanistici, si è diplomata in Canto al Conservatorio di Rovigo. Ha approfondito e sviluppato la tecnica vocale con la Maestra A. Rognoni di Padova; perfezionato il repertorio liederistico sotto la guida di Erik Werba e Irwin Gage; studiato il repertorio francese, affinato la vocalità del Novecento sotto la guida di Dorothy Dorow. Poesia tradotta nel linguaggio della musica è al centro della sua ricerca vocale: dalla liederistica, al ‘900 storico, alla contemporanea. Continua tuttora la sua ricerca sulla vocalità del presente, sotto la guida di Alda Caiello.
Immagine di copertina: Fotografia dell’installazione luminosa di Corporación Traitraico e Delight Lab, Opera “Ngen Kintuantu, fuerza espiritual que busca el Sol”, Machi Millaray Huichalaf, líder espiritual del sector.