LF Designs – Africa, tessuti, identità, la nascita di un marchio – Gaius Tsaamo intervista Leatitia Feugaing

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Si dice che spesso le persone molto sensibili hanno una certa difficoltà o provano un certo imbarazzo a parlare di se stesse e che preferiscono parlare di quello che fanno. Forse è anche per questo che nella maggior parte dei casi, alla fine diventano artisti, nel senso generale della parola. E così riescono a raccontare le proprie emozioni attraverso la loro arte. Anche perché a volte le parole non sempre riescono a spiegare meglio quella sensibilità. In un certo senso è quello che percepii della sua persona la prima volta che parlai con lei delle sue creazioni; che avessero un significato molto più profondo di quello che uno poteva percepire.

L’arte a volte si esprime in  diverse forme, e a volte il percorso per capire come bisogna esprimerla è molto lungo e pieno di ostacoli; e molto probabilmente anche per lei è stato così, perché iniziò a disegnare quando aveva circa 7 anni. Come la maggior parte delle bambine, disegnava delle principesse perché ne era affascinata. Ma la cosa forse molto più significativa è che delle volte, disegnava solo il vestito; senza troppo preoccuparsi di mettere le mani o i piedi.

Le piaceva talmente disegnare che sua madre, alla quale è molto legata, iniziò a nascondere i fogli sui quali disegnava per poi riconsegnarglieli quando aveva finito di studiare. E questo molto probabilmente l’aiutò in seguito a gestire i suoi tempi, che doveva dividere tra lo studio e la sua passione per il disegno; e sicuramente, forse inconsciamente, questo fatto le è stato d’aiuto anche dopo aver creato la sua marca. Crescendo, iniziò anche a guardare dei servizi che facevano sul canale CNN in TV sulla moda, cercando di paragonare i suoi disegni con i modelli che voleva ricreare disegnando alcuni dei modelli che aveva visto.

Leatitia Feugaing, nata e cresciuta in Camerun, è riuscita a fare qualcosa che pochi riescono a realizzare e cioè fare della sua passione un lavoro. Ma più che un semplice lavoro, è qualcosa di molto più profondo e forse anche molto più bello.

LF Design nasce da un “conflitto”; un conflitto interno. Che ad un certo punto della sua vita, Leatitia si è sentita di dover esprimere attraverso la sua passione per l’arte e per la moda. E quel conflitto lei me lo ha raccontato con queste parole:

“ Si tratta più di una evoluzione della mia identità. Come dicevo, già da bambina sono stata influenzata dalla cultura o dal modo di vivere dei miei genitori che hanno viaggiato molto, e la cultura italiana mi è rimasta impressa nella mente dato che mio padre, per lavoro ci veniva sempre; forse anche perché si avvicina di più a quella africana. Non saprei. Ma il fatto è che mi sono innamorata di quella e mi sono lasciata influenzare da quella.

Poi arrivai in Italia nel 2012 e mi trovai molto bene, e in un certo senso mi sentivo più italiana che camerunese. E in qualche modo il fatto di aver già conosciuto la cultura italiana attraverso i miei genitori ha facilitato la mia “integrazione”.

Ma forse in qualche modo, il fatto di essermi “integrata” così facilmente in Italia e con gli italiani, mi ha creato qualche difficoltà nella comunità camerunese, nel senso che sentivo di dover fare uno sforzo per integrarmi nella mia stessa comunità; che comunque era una cosa strana perché ero e sono camerunese.

Ad un certo punto questo diventò per me un problema perché non pensavo che mi sarei ritrovata in Italia, essendo straniera e credevo, quindi,di dover fare uno sforzo per integrarmi nella mia comunità.

La mia prima maglia la cucii a mano, senza neanche fare il disegno. Perché mia zia mi aveva regalato una giacca, con un tessuto africano, che però non mi piaceva come modello (ride) … ma il tessuto mi piaceva molto; allora decisi di prendere un pezzo del tessuto di quella giacca e di metterla su un altro mio vestito che avevo, creando così una sorta di ibrido tra “tessuto africano” con un “ modello occidentale”

Però lo feci senza aver nessuna idea in testa, solo perché sentivo e volevo fare una cosa che mi piaceva. Quello che successe subito dopo, è che alcuni miei amici, vedendo quella maglia che avevo creato, iniziarono a chiedermi di farne altri anche per loro, a farmi dei complimenti dicendo che ero molto brava.

Capii solo dopo che quella prima maglia che avevo realizzato a mano, era un po’ come quello che capitava a me personalmente quando cercavo di cucire due pezzi di me stessa, di ricollegare due parti della mia persona. Come stessi cercando di ricompormi , di rimettere insieme parti diverse della mia stessa persona.

Sentivo il bisogno di ritagliare dei pezzi e di ricollegarli in una cosa molto diversa, molto originale, e che poteva rispecchiare quello che ero o quello che sentivo di dover essere.

Avevo anche bisogno di dimostrare ai miei amici italiani che sono diversa, ma che non può e non sarà mai un problema, e avevo anche, anzi sentivo di dover dimostrare ai miei amici camerunesi che, anche se nel mio comportamento o atteggiamento, sembravo una persona diversa da loro, sono sempre camerunese.

Quindi più che parlare di integrazione, parlerei di incontro tra le culture. Perché è stato un periodo molto difficile in cui sono molto cresciuta come persona e in cui sono riuscita a trovare la mia identità, quello che mi rappresentava di più. E che probabilmente potrei definire come un incontro tra diverse culture.

La diversità va abbracciata.”

 

Come a volte succede, l’incontro tra due culture può creare delle difficoltà di adattamento o di ambientamento, e ognuno di noi cerca un suo modo per esprimersi cercando di rispettare il modo di vivere o la cultura dell’altro; ma la cosa più bella nel suo caso, è che attraverso la sua passione e attraverso l’arte, lei è riuscita a fondere due culture e a creare qualcosa di nuovo; e quel qualcosa si chiama LF Design.

Ma ovviamente non è sufficiente avere la passione per la moda per riuscire a creare il suo marchio; bisogna anche conoscere i vari tessuti, l’importanza di essi per la popolazione dalla quale proviene; e questo vale ancora di più per lei che viene dall’Africa dove esiste una grandissima varietà di tessuti con fantasie diverse. E proprio su questo argomento lei dice:

“I diversi tessuti e le diverse fantasie (print) usati per la realizzazione dei miei disegni vengono dall’Africa, più precisamente dal Camerun, il mio paese natale, la cui cultura mi è più familiare. Il tessuto blu della mia collezione di questa estate ad esempio ha una forte connotazione culturale, ed  è indossato nella parte ovest del Camerun solo da una classe di membri della tribù, e dalla famiglia reale dei villaggi; sono tessuti utilizzati per cerimonie speciali, danze tradizionali di iniziazione dei componenti della classe reale.

tessuto NdopIl NDOP è un tessuto che simboleggiava l’appartenenza ai cantoni che furono poi riuniti in villaggi, dalla stampa degli emblemi (moneta di scambio, tra cantoni ad esempio …questi emblemi sono cuciti con paglia e solo dalle Massaie, dettagli che evidenziano in realtà il patrimonio e la cultura materiale di questi popoli attraverso quei tessuti pregiati. Le stoffe Ndop  sono al giorno d’oggi una copia commercializzata su scala nazionale (per il mio approvvigionamento mi faccio aiutare da mia mamma che ne sa più di me…), e ancora usato per cerimonie come matrimoni tradizionali ed anche civili ed eventi importanti, come la parata per l’apertura dei Giochi Olimpici (nella quale il vestito di quel tessuto ha vinto il premio per il vestito più bello nel 2016).

 

799842bogolanAltri tessuti africani come Kente e Bogolan sono oggi usati per gli stessi scopi adesso che sono commercializzabili. Questi tessuti hanno un patrimonio culturale che vorrei fare rivivere e raccontare attraverso ogni colore e forma,

Questi tre diversi tipi di tessuti che ho citato prima e che uso nelle mie creazioni e hanno origini storiche molto diverse. Il Bogolan si distingue come tintura dei tessuti tradizionali dell’africa occidentale; è stata storicamente praticata dai popoli discendenti dal gruppo Mandé. Il significato della parola Bogolan è: “il risultato che dà l’argilla”; e questo perché secondo una leggenda, la scoperta di questa tecnica proviene da una donna che, per caso, macchiò il proprio vestito di fango o di terra; poi si accorse che i segni impressi nei tessuti erano indelebili.

Il Kente, ancora chiamato “la stoffa dei re” (ha origine sempre nell’africa occidentale, prevalentemente nel Ghana). È un tipo di tessuto molto colorato che proviene da una forma di tessitura molto antica, praticata da migliaia d’anni da artigiani esperti.

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Per quanto riguarda il Ndop, esso proviene dal popolo Bamiléké, che vive all’ovest del Camerun in Africa centrale. È un tipo di tessitura realizzato con cotone tessuto in strisce sottili.  Il repertorio decorativo, estremamente ampio, si ispira ai motivi che adornano le abitazioni tradizionali e ai disegni del popolo Wukari della Nigeria, luogo a cui si pensa risalga questa tradizione tessile”. 

Forse è anche un modo per “combattere” il così detto “fenomeno dell’appropriazione culturale” che spesso entra in gioco quando il sud del mondo diventa oggetto di interesse estetico per il nord del mondo che pensa di usare diversi tipi di tessuti provenienti da diversi parti del mondo; ma cercando sempre di mantenere le diverse caratteristiche storiche che le contraddistinguono. E infatti dal 2015, che LF ha creato una collezione “Afro-Urban” e cioè uno stile che potesse riunire lo stile africano con tutta la diversità di colori con un altro che si potesse rifare alle atmosfere e allo stile di vita tipico delle grandi metropoli. Ed è anche per questo che Leatitia  Feugaing conclude dicendo che:

“LF Design nasce dall’affermazione della mia identità, dall’ abbracciare entrambi i lati della mia personalità, il semplice fatto di riconoscere e sposare una cultura che mi è estranea non pone a mio avviso nessuna ambiguità; L’abbracciare passa all’appropriazione per mancato riconoscimento del nord del mondo fortemente interessato alla bellezza della cultura del sud del mondo.

L’attore di questa appropriazione strappa una cultura senza saperla raccontare, trasmettere; per me, un percorso verso uno scambio meno asimmetrico diventa ovvio. Non sarebbe affatto banale conoscere il significato dei disegni e dei colori dei tessuti che ci vestono, propongo semplicemente un incontro fra culture del mondo dato che siamo chiamati a vivere lì.”

 

Di seguito alcuni modelli della collezione LF Designs

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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