Questa opera è stata rappresentata da ragazzi e ragazze delle scuole superiori, con la regia e partecipazione di Alessandra Gasparini, a Modena il 4 maggio 2019, nell’ambito di una giornata dedicata al ruolo della poesia nei tempi bui.
L’ANGELO DEL RICOMINCIARE (o DEL QUADERNO)
VOCE FUORI CAMPO:
Alle 23 e 57 del 31 dicembre 2018
eri vicino a me,
completamente
completamente
completamente
SOLO.
Alle 23 e 58 del 31 dicembre 2018
bevevi una Coca Cola
chiuso nel tuo cappuccio nero più che la notte,
completamente
completamente
completamente
SOLO.
Alle 23 e 59 del 31 dicembre 2018
avrei voluto parlarti.
Tu
chiuso nel tuo cappuccio nero più che la notte
guardavi le brillare il porto
di Genova, in lontananza.
Aspettavi che qualcosa accadesse,
rubavi per un istante il calore di presenze umane, accanto a te.
Completemente
completamente
completamente
SOLO.
Da dove vieni? Dove andrai?
Alle 24 dell’1 gennaio 2019
le navi salutavano il nuovo anno
cantando all’unisono il loro canto stonato,
amichevole.
Tu
Hai sceso le scale,
completamente
completamente
definitivamente
SOLO.
Scrivo per te che te ne andavi,
nel tuo cappuccio scuro più che la notte, oltre il nuovo vecchio giorno
del nuovo vecchio anno.
Scrivo per me che non sapevo parlarti.
MUSICA: ritornello di DIO DEL CIELO di Fabrizio De Andrè
PRIMO ANGELO (E’ SEDUTO ALLA SCRIVANIA, LE ALI APPOGGIATE ALLA SEDIA, RIVOLGE LA SCHIENA AGLI SPETTATORI. ENUNCIA AD ALTA VOCE CIO’ CHE STA SCRIVENDO IN UN QUADERNO-RUBRICA): Questo quaderno-rubrica non è un quaderno rubrica qualsiasi. E’ il quaderno-rubrica dei miei sogni infranti, delle speranze per un futuro invisibile e inimmaginabile, delle porte aperte a tutti, chiuse a nessuno, di me e degli altri, del dentro e del fuori. Di me. Del dentro di me e del fuori di me.
MENTRE PARLA ANGELO DUE E’ SEDUTO A TERRA E TENENDO GLI AURICOLARI SEGUE DAL CELLULARE IL RITMO DELLA MUSICA, CHE PER GLI ALTRI SI E’ INTERROTTA MA PER LUI PROSEGUE. ACCORGENDOSI DI ESSERE GUARDATO, SI ALZA.
ANGELO 2 (E’ IN PIEDI, DI FRONTE AL PUBBLICO): Chi sono? Da dove vengo? Beh, non si vede? Secondo te? Hai capito benissimo. Che tu ci creda o non ci creda, è evidente che ho le ali. Sono pesanti, spesso le devo appoggiare, come vedi. Le appoggio quando scrivo, per esempio. Adesso sto scrivendo. Te lo dico perché forse non hai capito che contemporaneamente io posso essere qui, davanti a te, che ti parlo, e là in fondo,seduto alla scrivania, che scrivo. Appunto.
PRIMO ANGELO : Appunto.
ANGELO DUE RIAVVIA IL CELLULARE.
MUSICA: ripresa di De Andrè.
ANGELO 2: Il mio aspetto cambia spesso. Cambia se cresco, oppure se mi rimpicciolisco. Dipende anche dal secolo in cui casualmente mi trovo. A volte mi espongo, un poco. Altre mi nascondo. A volte sembro più maschio che femmina, a volte più femmina. Altre tutti e due.
PRIMO ANGELO: Maschio e femmina insieme.
ANGELO 2 SI ALLONTANA. PRENDE LA RINCORSA IN MODO GOFFO E ANSIOSO, NEL TENTATIVO VANO DI ALZARSI IN VOLO, MA FINISCE QUASI ADDOSSO AD UNO SPETTATORE. CARICO D’IMBARAZZO SI SCUSA RIPETUTAMENTE.
QUINDI SI RANNICCHIA A TERRA.
ANGELO 2: Ogni tanto rimpicciolisco, sembro bambino, anche di pochi mesi.
Quando capita mi senti piangere, anzi singhiozzare. (SEDENDOSI) I singhiozzi fanno bene al cuore, le lacrime rendono belli gli occhi, così dicono.
PRIMO ANGELO ( CONTINUANDO A SCRIVERE E CON ACCENTO NAPOLETANO): Teniamo gli occhi più belli al mondo!
MUSICA: ripresa di De Andrè
I DUE ANGELI SI GUARDANO, POI SI ALZANO E SEGUENDO IL RITMO DELLA MUSICA SI SCAMBIANO IL POSTO.
PRIMO ANGELO (AL PUBBLICO): Se mi piace stare in questo secolo? Beh, credo di sì. Ogni secolo ha del bello e del brutto . Il bello luccica, il brutto affonda o fa affondare. (RIFLETTE) Eh si’.
Nelle notti fredde d’inverno mi piace camminare in collina, sotto un manto stellato…Le stelle le conosco bene, da vicino voglio dire. Una per una. Il nome, l’aspetto, la consistenza e luminosità, il calore e altri aspetti che voi non potete vedere né conoscere.
FA QUALCHE PASSO, CLAUDICANTE, INCERTO.
Però camminarci sotto è un’altra faccenda. Sentirsi esseri della terra, con i piedi che sfiorano la terra, essere circondati dal buio freddo, dal nero terso, entrare nell’oscurità profonda e decidere di lasciarsi andare…Poi, all’improvviso, un istinto ti dice di sollevare lo sguardo, ti avverte di un sopra e tu impulsivamente lo guardi: un’infinità di luci, un giardino di fiori che splendono e rischiarano tutto, anche i tuoi pensieri, che meraviglia, che meraviglia di creazione, di invenzione, chiunque sia stato…
ANGELO 2 INTERROMPE LA SCRITTURA E SI VOLTA, RIMANENDO SEDUTO
ANGELO 2: In questo preciso istante vorrei tanto essere …te. Preferirei femmina. Ma anche maschio. Mi piacerebbe che qualcuno si fermasse vedendomi e mi dicesse più o meno queste parole…
PRIMO ANGELO: Tu sei la più bella creatura che abbia mai incontrato. Ti do appuntamento.
ANGELO 2 ( SI ALZA EMOZIONATO): Vorrei…ma…non posso. Grazie ,comunque. Però…si vede che sei cieco.
SI SCAMBIANO UN TIMIDO SALUTO CON LA MANO.
PRIMO ANGELO: Molti credono che io sappia più degli altri. Alcuni credono che io sappia molto meno degli altri.. Dipende dai giorni. A volte recito a memoria la Divina Commedia, dalla introduzione all’lnferno sino al trentatreesimo canto del Paradiso, quando Dio si svela a Dante ma lui non ce lo può descrivere, l’indicibile.
Questo per farti capire che io so, ma non posso rivelare. Che è come non sapere. Avere dimenticato tutto. Comunque quello che so lo so perché lo ho letto. Ecco, se dovessi dirvi che tipo di uomini e donne amo di più direi: scrittori, scrittrici. Poeti e poete. Però non quelli di oggi, quelli di una volta, quelli maledetti, quelli con le ali. Senti questo, per esempio: “Bisogna sempre essere ubriachi, per non sentire l’orribile fardello del tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Di che cosa? Di vino, di poesia ,di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi…
GLI ANGELI SI GUARDANO, POI SCAMBIANO IL POSTO.
ANGELO 2: Si fa presto a dire: “Ehi, vola basso!”. Io a volare basso non ci riesco. O tocco terra oppure mi elevo e osservo da sopra, sopra però non vuol dire da lontano. Mi sento come voi, non credere. Sono uno di voi. Inseguo sogni.
ANGELO 2 FA QUALCHE PASSO, SI ACCORGE DI UN OGGETTO INGOMBRANTE POSATO A TERRA, COPERTO DA UN TELO.
ANGELO 2: Mi piace molto fermarmi ad ascoltare. Oggi, per esempio, mi sono fermato sulla soglia di una casa, per sentire le voci dentro.
ENTRA UNA RAGAZZA CON ATTEGGIAMENTO FESTOSO, SCOPRE L’OGGETTO: E’ UNA RADIO D’EPOCA, LA ACCENDE.
MUSICA( canzoncina di epoca fascista: “Balilla moschettiere”).
AL RITMO DELLA CANZONE ENTRA UN RAGAZZO. HA IN MANO UN GIORNALINO DELL’EPOCA FASCISTA. PICCOLI DISPETTI TRA I DUE.
DUE DONNE, EVOCATE DALL’ANGELO, ENTRANO DANZANDO E SI SIEDONO SULLE SEDIE CHE HANNO PORTATO CON SE’ ENTRANDO. CESSA LA MUSICA E AL TONO FESTOSO DELL’ENTRATA SUBENTRA UN DOLOROSO SILENZIO. ORA STANNO L’UNA RAMMENDANDO E L’ALTRA LEGGENDO IL GIORNALE. E’ LA GAZZETTA DELL’EMILIA DELL’11 NOVEMBRE 1938 E ANNUNCIA IN PRIMA PAGINA I CONTENUTI DELLE LEGGI SULLA RAZZA APPROVATE DAL GRAN CONSIGLIO FASCISTA.
DONNA CHE LEGGE IL GIORNALE: … PROVVEDIMENTI PER LA DIFESA DELLA RAZZA ITALIANA
Il matrimonio del cittadino di razza ariana con persone appartenenti ad altra razza E’ PROIBITO.
Il matrimonio celebrato in contrasto con tale divieto e’ nullo.
L’appartenenza alla razza ebraica deve essere denunciata e annotata sui registri dello stato.
I cittadini italiani di razza ebraica non possono possedere fabbricati, avere alle proprie dipendenze persone di razza italiana, insegnare in scuole statali, studiare in scuole statali, non possono essere tutori di minori, né esercitare la patria potestà sui propri figli…
Le strade, le scuole, gli istituti non possono avere nomi ebraici e per questo verranno CANCELLATI.
NON POSSONO COMPARIRE SUGLI ELENCHI TELEFONICI, VERRANNO CANCELLATI.
Non possono essere attori, registi, scenografi, musicisti, fotografi, tipografi, vendere libri, penne, matite, quaderni…
NON POSSONO NEMMENO ALLEVARE PICCIONI …
LA DONNA CHE RAMMENDA LASCIA CADERE IL TESSUTO RAMMENDATO E SCONCERTATA COMMENTA
DONNA CHE RICAMA: Credevo che solo i popoli con animo di barbari potessero farlo. Mi dicevo: in Italia il popolo è buono d’animo, non succederà…
I DUE RAGAZZI , DAL CESSARE DELLA MUSICA RIMASTI IMMOBILI, SI ANIMANO.
RAGAZZO: L’amarezza per la mia espulsione da scuola fu mitigata dall’apertura di un’altra piccola scuola da parte della comunità ebraica. Mamma visse con soddisfazione il giorno in cui potè gettare nella spazzatura la mia uniforme da balilla.
DONNA CHE RICAMAVA: Pensa che fortuna, finalmente non dovrai più indossare quei ridicoli stracci!
RAGAZZO: Ma io non condividevo quella gioia, perché coi balilla mi ero divertito un mondo a giocare, a fare le gite…
RAGAZZA:…i campeggi…
RAGAZZO:…le sfilate…E soprattutto mi ero fatto degli amici , che purtroppo avevo perduto.
RAGAZZA: Mi sentivo svuotata, non capivo perché nessuna delle compagne di scuola mi avesse detto una parola di solidarietà.
RAGAZZO: Sulle scale del nostro palazzo e per strada qualcuno ci tolse il saluto.
RAGAZZA: Molti amici di un tempo spesso cercavano di guardare dall’altra parte quando ci incontravano.
RAGAZZO: Nei settimanali per i giovani dell’epoca, come “Cino e Franco”, “L’avventuroso”, “Rin Tin Tin” venivamo presentati come ladri e vigliacchi.
DONNA CHE LEGGEVA IL GIORNALE: Pregavo al mattino, al pomeriggio, alla sera. Non avevo mai immaginato che avrei pregato così’ tanto.
DONNA CHE RICAMAVA: Dentro di me tremavo e tremavo, tremavo sempre.
DONNA CHE LEGGEVA IL GIORNALE: Fuori di me non sapevo più chi e cosa io fossi.
RAGAZZA: Mi hanno cacciata da scuola, tu non puoi capire.
RAGAZZO: Volevo bene ai compagni e ai professori, tu non puoi capire
DONNA CHE LEGGEVA IL GIORNALE: Ricordo il viso dei miei bambini che mi scrutavano ansiosi. Tu non puoi capire.
RAGAZZA: Mi piaceva tanto ascoltare la radio, il papà ce l’aveva comprata, era una delle prime, quanto mi divertivo ad ascoltarla…
DONNA CHE LEGGEVA IL GIORNALE: Dovemmo consegnarla, tu non puoi capire.
DONNA CHE RICAMAVA: Quello che amavo era ariano, così’ dicevano. Non ebbi più sue notizie.
RAGAZZO: Noi eravamo piccoli, scuri, naso adunco…
RAGAZZA: Loro alti ,biondi, lineamenti perfetti…Tu non puoi capire.
DONNA CHE LEGGEVA IL GIORNALE.:Noi eravamo ladri…
RAGAZZO: …vigliacchi…
RAGAZZA:…avidi, usurai…
DONNA CHE LEGGEVA: Cosa ci stavamo a fare.
DONNA CHE RICAMAVA: Tu no, non puoi proprio capire.
LENTAMENTE ,COME OMBRE, SI ALLONTANANO.
ANGELO 2: So che a volte non vuoi proprio guardare la sofferenza dei tuoi simili , altre volte però decidi di lottare per loro , accetti anche di morire per loro…sei molto vigliacco , molto egoista, ma anche tanto solidale, empatico, generoso. Dipende. Io comunque ti amo, lo confesso, e so che puoi fare cose grandi , come questa, per esempio…
BRANO MUSICALE (VIVALDI, Filiae Maestae Jerusalem) DURANTE IL QUALE ENTRANO DUE DONNE. UNA E’ UNA GIORNALISTA, HA IN MANO UN TACCUINO, L’ALTRA HA L’ARIA SERIA E RIFLESSIVA. E’ UNA FILOSOFA.
ANGELO2 (SEMPRE RIVOLTO AL PUBBLICO):Amo essere te, a volte mi confondo con alcuni di voi, per qualche ora, qualche minuto o qualche giorno. Lo ammetto, a volte vorrei tanto essere umano. Se fossi umano, ne sono consapevole, potrei anche rinnegare, distruggere, fare affondare. Ma potrei invece decidere di salvare, di ricostruire , di ricominciare…
GIORNALISTA (ANIMANDOSI): Lei, Hannah Arendt, è la più importante pensatrice, ebrea e tedesca, ad avere dedicato la sua vita di filosofa a studiare il potere e la sua gestione disumanizzante nella società contemporanea. Lei ha spesso sottolineato come l’antica libertà, teorizzata ma anche realizzata dai Greci, sia andata perduta, l’idea di una società in cui gli esseri umani potessero condividere la loro aspirazione alla felicità. Significa che oggi gli esseri umani non possono più sperare di essere felici?
HANNAH: Non è proprio così. La felicità di cui parlo è la felicità pubblica, è lo spirito grazie al quale, ovunque si trovino, uomini, donne ,bambini, di qualunque età e condizione sociale o culturale, si possono sentire prima di tutto INDIVIDUI. Ogni individuo desidera più di ogni altra cosa essere visto, ascoltato, considerato, approvato e rispettato dalla gente attorno a lui. Solo così può sperimentare con pienezza la propria esistenza.
GIORNALISTA: Lei scrive infatti “Ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo. Egli potrà se lasciato agire, compiere qualcosa di nuovo, di inaspettato, di improbabile.”
GIORNALISTA: Lei crede che l’uomo, se lasciato libero di agire, farà cose buone?
HANNAH: La nascita è qualche cosa di fecondo. Per questo l’azione dell’uomo è un principio di creazione del mondo, che può realizzarsi ogni giorno, ovunque gli uomini vivano assieme in una comunità politica.
GIORNALISTA: Cosa dovrebbero dunque capire gli esseri umani ?
HANNAH: Che il potere non è divino, non deve mai essere messo nelle condizioni di sopraffare l’uomo.
GIORNALISTA: Molti nei secoli hanno tentato di affermarlo, ma non sono stati ascoltati, mi pare.
HANNAH: Hanno lottato, spesso senza riuscire nei loro propositi finali. Tuttavia, la loro lotta per strappare alla società diritti che spettavano agli uomini ha aperto gli occhi a molti.
HANNAH, LA GIORNALISTA, IL RAGAZZO E LA RAGAZZA SI SIEDONO PER TERRA DI FRONTE AL PUBBLICO, STANNO IN SILENZIO.
ANGELO 2: Ogni mercoledì dalle 18 alle 19, a Genova, quella senza ponte ma con molte presenze simili a me, con le ali, voglio dire, il Piazza De Ferrari uomini e donne di buona volontà per un’ora stanno assieme in silenzio, per sconfiggere la guerra, per affermare la pace, per abbattere muri, per costruire ponti…
RAGAZZO : Per sconfiggere la guerra…
RAGAZZA:per affermare la pace…
RITA: per abbattere muri…
IRENE: per costruire ponti…
ANGELO 2 SI SIEDE ACCANTO A LORO, LIBERANDOSI DALLA BENDA CHE GLI AVVOLGE LA TESTA, RIVELANDO LA SUA CONDIZIONE ORMAI COMPLETAMENTE UMANIZZATA.
PRIMO ANGELO (SI AVVICINA A LORO): Io ero uno che avvisò i pastori. E’ arrivato, è arrivato , è arrivato! Lo aspettavate ed è arrivato.
(PAUSA)
PRIMO ANGELO: Anche io aspettavo, pur conoscendo i retroscena la sua apparizione mi ha riempito di luce. Con grande fatica ho attraversato i secoli per portarvene il riflesso, un riflesso che si fa sempre più tenue, di giorno in giorno…
LA LUCE SI FA SEMPRE PIU’ TENUE SINO A LASCIARE I PERSONAGGI IN PENOMBRA.
TUTTI SI DISEGNANO IL VISO , CIASCUNO A SUO MODO. NELLA PENOMBRA PARLANO A TURNO, ASSUMENDO UNA FORMA, SEGUENDO PRECISE MOVENZE.
MUSICA : TIME dei KROKE
SI MUOVONO SEGUENDO LE SEQUENZE MUSICALI. INFINE PARLANO, A TURNO:
STRATO:Le persone sono più importanti della loro identità
ERIKA:La mia patria è il mondo
SIMONE: Il mio pianeta è la terra
VITTORIA: Per questo mi chiamo terrestre
RITA:Il mio universo è il cosmo
IRENE: La mia città è quella in cui mi trovo
STRATO:Chiamami Mohammad se vuoi
ERIKA: Chiamami Aisha se ti piace
SIMONE: Chiamami Ismael,
VITTORIA: Chiamami Irina
RITA: Chiamami Sara
IRENE: Io mi chiamo uomo
SIMONE: Io mi chiamo donna
VITTORIA: Io mi chiamo ragazzo,
RITA: Io mi chiamo bambino
IRENE: Io mi chiamo essere vivente
STRATO : Io mi chiamo particella dell’universo
ERIKA: Io mi chiamo
SIMONE: Chiamami con un altro nome se ti piace
VITTORIA: Chiamami come una foglia o come un fiore
RITA: Chiamami “persona che mi piace”
IRENE: Chiamami abitante della terra
STRATO: Questa terra che tengo tra le mani è la mia
ERICA: Sabbia per il deserto, erba per la prateria
SIMONE: Acqua per le distese marine
VITTORIA: Aria per lo spazio
RITA: Abito la terra e abito l’aria
IRENE: Vivo nella tua stessa casa
STRATO: Soffro assieme a te
ERIKA: Vivo la medesima vita
SIMONE: Tu sei il custode della mia vita
VITTORIA: Io custodisco la tua
RITA: Lasciami abitare liberamente questo pianeta
IRENE: Io ti proteggerò da chi ti vuole vendere e comprare
STRATO: Rimpatriare e affondare
ERIKA: Ti lascerò attraversare le onde ,subire la burrasca
SIMONE: Approdare alla riva
VITTORIA: Tu lasciami respirare l’aria, calpestare la terra.
STRATO: Dammi la luce e la possibilità di vedere scritto il mio nome sul tuo quaderno.
ALESSANDRA GASPARINI vive a Carpi, dove da sempre unisce all’attività di insegnante quella di drammaturgo e regista teatrale. Nel 2002 ha fondato il “Teatro della Pozzanghera” di cui è direttrice. Ultimamente la sua azione è incentrata sull’integrazione scenica e attoriale fra adolescenti e adulti non vedenti Con la sua opera “Don Giovanni” vince nel 2017 il premio europeo “Tragos”, assegnato dal Piccolo di Milano , per un teatro di impegno sociale.
Foto di scena e foto di copertina a cura di Alessandra Gasparini.