La musica rinasce – Ricordo di Julio Monteiro Martins (Franca Dumano)

moosecarinasce

Distese di girasoli incorniciate dal turchese del mare corrono veloci fuori dal finestrino … una sonnolenza leggera e intermittente che non si arrende al sogno e resta attaccata alla veglia … In viaggio per Roma, leggo gli articoli apparsi in questi giorni per ricordare il compleanno di Julio Monteiro. Nella selezione di frammenti della splendida “madrelingua” ritrovo una perla di consapevolezza:

Proprio ora, per esempio, ascolto i Lieder di Richard Strauss cantati da Jessye Norman. Come sono belli! [Accipicchia!] Strauss aveva 85 anni quando li ha composti, e si preparava serenamente per il Grande Nulla (è vero … queste cose non si sanno mai …) [simpatico, eh?…] musicando le parole di Hermann Hesse e di altri scrittori e poeti. ”Im Abendrot” è il suo saluto finale [risvolto di copertina del CD] e si sente la punta del suo piede che saggia timidamente quelle nuove acque [ma allora, dove hai detto che investi i tuoi soldi, bello?].Allora, non so se la mia risposta sia stata chiara: sono un consumatore di bellezza. Compresa quella delle idee [addirittura]. Mi piace tanto leggere e ora posso finalmente tirare giù dagli scaffali tutti quei libri comprati negli anni e mai sfogliati. Per alcuni mi concedo il diritto di non aprire la porta, né di rispondere al telefono a nessuno, nemmeno al mio amico Salvo, e neppure a K43.Ho proprio bisogno di scoprire certe cose. Sono un ”anziano in allestimento”.

Mentre leggo queste parole ironiche ringrazio mentalmente ancora una volta la generosità di Alessandra per il dono a mio marito dei cd di musica classica di Julio. Siamo già a luglio! L’idea di scrivere per Julio “La musica interrotta” o “la musica rinasce” nel caos pressante della mia vita è rimasta solo un’idea! Una metafora dell’intenzione di scrivere e ricominciare a far fluireuno sciame di pensieri e emozioni … come la musica ascoltata e amata da Julio interrotta dalla sua morte, che ricomincia a suonare nella nostra casa e nelle nostre vite. Risuona nelle stanze inondate dal sole, echeggianti un’altra musica, il violino suonato da mio figlio le cui note si aggrappano allo sciame di note lasciato dalla sua nonna in un’eredità di colori e note.

La musica di Bach avvolge i miei pensieri e la nostalgia di Julio si fa pressante. Avevo iniziato a scrivere della magia ritrovata della musica dei cd di Julio nei miei taccuini sottili e disordinati…

Tranquillo e sensuale, mi sembravi immune dalle traversie e malattie del corpo; i tumulti dell’anima li descrivevi magnificamente. Comunicativo, impegnato, rilassato ma organizzato, ti avevo collocato nell’Olimpo dei maestri viventi, pratici, raggiungibili per dubbi e crisi e varie. La morte era entrata più volte nelle nostre conversazioni, in realtà, la mia paura della morte e della malattia, mai la tua. Tu che avevi ritratto magistralmente la seduzione di una donna leggiadra e consapevole della fine, l’avevi forse già esorcizzata in quelle parole. Indimenticabile per me, anzi, sempre più viva nella memoria una nostra conversazione nella tua casa fuori delle mura lucchesi, in un sabato “domestico” e tranquillo in cui ci siamo confrontati sulla nostra esperienza di genitori “vecchi” fuori età e fuori convenzioni. Espressi le mie paure mentre Beatrice cercava di gattonare per il pavimento in cerca di giochi di mio figlio Giulio, disposto a condividerli ma preoccupato della loro incolumità. Come sempre, nella tua anima curiosa ma serena, nella tua figura maestosa e rilassata in poltrona, ma autorevolmente saggia ai miei occhi, ho trovato un approdo e uno stimolo. “lascia che sia Franca, non cercare di controllare, vedremo quello che sarà … la vita va vissuta e non controllata..

 

 

Un momento sereno, che si ripeté giorni o mesi dopo, non ricordo, in una foto dei nostri rispettivi figli che giocavano sui prati pieni di margherite a ridosso delle mura che ti avevo inviato per email e tu avevi commentato sottolineando la gioia della vita e delle sue sorprese.

Per questo il dolore per la tua morte è ancora più lacerante, per il tuo amore profondo per la vita nonostante i problemi ; non credo che la morte ti abbia colto impreparato. Anzi, nella tua ironia e nella tua indolenza c’era l’insegnamento più difficile da decifrare, comprendere e mettere in pratica!

La musica intanto riavvolge i pensieri del presente: un presente complicato e, riempito da suoni smozzicati, interrotti e ripresi più volte … rari momenti di riflessione accarezzati dalla gioia di Vivaldi. Nuove emozioni arricchiscono il mosaico della mia cita disordinata, viaggi mentale e ricerca di un significato all’esperienza.

Incontri, intrecci di pensieri e scritture hanno portato la bella e interessante raccolta di cd di Julio a casa nostra, una ventata di musica classica e colta, popolare e sacra, un’altra galassia da esplorare. Nel coacervo di emozioni brilla lo sguardo dolce di Julio , il mistero dell’assenza e del viaggio oltre la vita.

di Franca Dumano LogoCreativeCommons

 

 

Riguardo il macchinista

Gassid Mohammed

Gassid Mohammed è uno dei macchinisti fondatori de lamacchinasognante.com. Ha contribuito fino al numero 4 e si è ritirato a dicembre del 2016. Un grande bambino che insegue le farfalle da una vita. È nato a Babilonia, a qualche passo dell’Eufrate. Casa sua è eretta sulle basi della Torre di Babele, nessuno ci crede ma è così. È cresciuto in un piccolo paesino in campagna, con le pecore, le mucche, le galline, le farfalle, le api e tutti gli animali e gli insetti. Tutto il suo corpo è costituito dall’Eufrate, non solo perché ci faceva il bagno ogni giorno per tante ore, ma anche perché le piante e le verdure che piantava e faceva crescere erano irrigate dall’Eufrate. Gli piace molto la natura perché ha passato la sua infanzia e l’adolescenza negli orti e nei campi. Il suo orto aveva una collina coperta di erbe e fiori, a lui sembrava fosse il resto dei giardini pensili. Ovviamente nessuno ci crede, ma c’è poco da fare. Da bambino aveva sempre inseguito le farfalle, e le insegue tuttora, e lo farà per sempre.

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