“La macchina sognante” di Julio Monteiro Martins, note di lettura (Paolo Polvani)

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Questo libro è stato scritto per alcune categorie ben precise: per quelli che si sentono debitori nei confronti della grande letteratura per aver consentito loro di salire a bordo della macchina sognante e aver viaggiato attraverso i secoli, aver conosciuto Don Chisciotte e le sue strampalate imprese, per essere stati presenti quando Achille ha trascinato il cadavere di Ettore lungo le mura di Troia, essere lì quando Francesca ha raccontato a Dante del suo sciagurato amore, aver passeggiato in compagnia di Albertine, frequentato il salotto di Anna Karenina. In definitiva per chi si sente debitore di lunghe ore trascorse in compagnia di buoni libri, per le continue scoperte che comporta, per l’intenso piacere che la lettura regala, per una conoscenza più approfondita dell’animo umano e quindi di se stessi. Perché ogni viaggio letterario è un viaggio alla scoperta di se stessi.
Ma è stato scritto anche per tutti quelli che con la letteratura si cimentano, per quelli chiamati dalla poesia a sperimentare nuovi versi e a interrogarsi sulla direzione che la poesia prende, sulle stazioni di fermata, sui percorsi. Per quelli per i quali la letteratura è vocazione e tormento, e fanno della loro passione un riferimento esistenziale ineludibile.
La direzione di marcia del libro è sinteticamente illustrata così: – un dialogo “al di là del tempo”, sulla letteratura e sulla creazione letteraria, tra Monteiro Martins e gli scrittori del passato e del presente -.
Scrive la curatrice Rosanna Morace: – Cos’altro è la letteratura se non un dialogo incessante, sempre aperto, tra epoche e civiltà, tempi e spazi, poeti e lettori? – La macchina sognante è, infatti, una conversazione a più voci con i grandi autori della letteratura mondiale, condotta da uno scrittore italo-brasiliano con umiltà e con la curiosità viva della scoperta-.

Il libro è strutturato secondo questo schema: la studiosa Milva Maria Cappellini propone a JMM alcune definizioni che della letteratura hanno offerto altrettanti scrittori. E JMM le accoglie, ci riflette, discute, a volte le ribalta, confuta, altre volte le accetta in pieno, le fa sue.
Il libro si apre con una citazione dalle lezioni americane di Calvino: – La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là di ogni possibile realizzazione -. E Monteiro riflette che sì, non solo la letteratura si “pone” questi obiettivi, ma è essa stessa un obiettivo smisurato, cioè è l’atto letterario, la creazione di mondi alternativi, di vite e persone che non esistono ma sarebbero potute esistere a essere qualcosa di immenso.
I temi trattati sono tanti e tutti di grande interesse, Letteratura: tristezza, speranza; e anche: letteratura e dolore, letteratura e storia dell’uomo, oppure: classici, bellezza, pedagogia.
Molte sono le attrattive di questo libro: si può leggere in maniera disordinata, non necessariamente in maniera lineare, rispettando la cronologia dei capitoli; inoltre l’autore, attenendosi alla forma del dialogo, riesce a tenere desta l’attenzione e la tensione del lettore in maniera esemplare, scende in profondità senza sfiorare un attimo il rischio della pedanteria, dell’astrusità, non si lascia in nessun modo tentare dal vezzo narcisistico, è un libro che davvero si pone al servizio del lettore perché possa attivamente condividere le riflessioni sulla letteratura.
Il merito più grande è che le pagine trasudano passione, e riescono a comunicarla a chi legge, perché poche cose sono così contagiose come la passione.
Il lettore ne esce arricchito e al tempo stesso entusiasmato, ne esce consapevole che tutte quelle ore, quelle notti in cui non riusciva a smettere, non riusciva a chiudere il libro, vinto dal suo fascino, dalla sua bellezza, avvinto, prigioniero del richiamo, non erano spese invano, costituivano un viaggio alla ricerca e scoperta del sé, erano parte di quel meraviglioso dialogo attraverso gli uomini, i tempi, le civiltà, che è la letteratura.

 

Pubblicato in Versante Ripido, 1 aprile 2015 http://www.versanteripido.it/category/_numero/2015/2015-aprile-numero-4/ Ripubblicato per gentile concessione della stessa.

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Paolo Polvani è nato nel ’51 a Barletta. Ha pubblicato alcuni libri di poesia,  gli ultimi: Cucine abitabili, MReditori 2014; Una fame chiara, Terra d’ulivi ediz. 2014; Lavora nella redazione di Versante ripido.

Foto in evidenza di Melina Piccolo.

Foto dell’autore a cura di Paolo Polvani.

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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