Mantiene le sue distanze
Non c’è l’ha fatta ad emergere illeso
Dagli incidenti della vita
Smembrato tra
L’ora delle parole
Il sempre dei punti
E il mai del corpo
Avendo subito una serie di amputazioni
Una lingua consolidata dall’esistenza
Si avvicinò all’uomo comune
Senza frecciatine e senza estremi
Ora mantiene le sue distanze
Evitando i corpo a corpo
Nei quartieri malfamati della memoria
Mai che gli venga di dirgliene quattro al cielo
Abbassa la testa vergognoso
Vorrebbe che la terra se lo inghiottisse
Avendo un tempo creduto alla bellezza
È cauto nell’attraversare il tempo
Come stesse calpestando i morti
Come dovesse evitare una mina
E chi potrebbe poi disinnescare
Questa vecchia piaga millenaria?
E poi come potrebbe mantenere integra
Questa ormai vicina invalidità dell’esistenza?
Preghiera
L’atto venne strappato dalle mie mani
Lasciandomi intorpidite le dita
E sui palmi un po’ di sudore
Per far scivolare la volontà
Dei miei sogni ho potuto trattenere
Solo qualche filo sconnesso dei loro abiti
Non si levò neppure un sospiro
Come una preghiera che avesse perduto la fede
La terra e il mare
Erano separati dentro di me
E l’intero futuro
Scorreva come una lacrima dai miei occhi
Senza il mio futuro
Mi hanno fatto senza futuro
I poeti che ammiravo
Mi hanno voltato le spalle
Le ragazze che amavo
Danno da mangiare alle statue nelle piazze
Desideri pietrificati
divenuti pubblico spettacolo
La notte me ne sto sveglio
Cantando sogni stonati
Innocente non sono mai tornato
Sulle spiagge dove mi sdraiavo
Sotto la luce della luna
Non riconosco più
La voce della mia fede
Non sono quello
Che il gallo chiama
Ogni giorno al sorgere del sole
Non scherza
Il presente mi sgomita attorno
Spingendomi con il suo corpo ingombrante
Non mi dà tregua
Neppure per secondo
Si alza come un muro di immagini
Provocandomi corto circuiti alla vista
Derubandomi di ogni occasione
Di vedere l’evolversi del tempo
E fuori dal presente
Vaga il futuro
Senza ragione
E questo non scherza
Spara ad altezza d’uomo
Detonazione
Mi è detonata la luna
Tra le mani
Lasciandomi un’eclissi totale del tatto
Incapace di riconoscere
Il mio stesso corpo
Da allora raccolgo
Le ferite sopravvissute
Pezzettini di lampo
Che arrivano da lontano
Nati perplessi
Nati perplessi
Non sappiamo
Cosa farne
Delle nostre bocche e mani
Così ci fumiamo una paura
Dopo l’altra
Non sappiamo
Parlare e scrivere
E usiamo la poesia
Questo dialetto dei morti
Facendo segnali di fumo da nessuna parte
Non sappiamo
Baciare e toccare
E l’amore è diventato
Cenere che Dio
Si spolvera dagli abiti.
Via Ippocrate 15
Indossi di nuovo lo stesso corpo
Ma hai dimenticato di abbottonare
La contenziosa ferita
Provocando l’intervento
Del passato
Ma questi se ne sta impermeabile
Sull’altra sponda
Non accetta che il tempo faccia da arbitro
Si ritira e il suo livello
Continua a calare nella nostra vita
Lasciandoci vulnerabili i corpi
E i nostri occhi
Non riescono a scorgere
I ponti che non hanno raggiunto l’altra sponda
Rimanendo mani tese
Ma, ahimè, il tempo le raggiunge
E al tatto non rimane nemmeno
La più minima energia per premere
E sebbene tu dicessi che ci avrebbe coperti
Un fiume, una passione che scorre impetuosa
Portò vi con sé i frammenti
La bocca ora asciutta
E le nostre parole spremute
Che cosa ci facevi in via Ippocrate
Con i capelli sciolti?
Uno sciame di paure
Che attraversa l’immobilità
Il giorno si attardava sul tuo volto
E le tue dita dimentiche
Sul mio cappotto
Come cercassero il mio bottone
Dio era lento
A spostarsi verso un altro piano
Si fece buio
E il sole come un intruso
Se ne stava lì
La luce a mezz’asta.
Traduzione inglese dal greco di Yannis Goumas, traduzione dall’inglese di Pina Piccolo
THOMAS IOANNOU è nato nella città di Arta nel 1979 ed è cresciuto a Preveza in Epiro. Ha studiato Medicina all’Università di Atene. La sua prima raccolta di poesia 15 Hippocrates Street (Ιπποκράτους 15), è stata pubblicata nel 2011 da Shakespirikon, Tessaloniki, è ha ricevuti il premio statale per la letteratura del Ministero della Cultura. E’ medico neurologo e abita a Yannina, nell’Epiro settentrionale.
Foto in evidenza di Teri Allen-Piccolo.