La hija menor / La figlia minore
María Laura Decésare
Ediciones del Dock, 2017
Retrato
El espejo se rompe
y avanza la imagen de lo pequeño
que olvidamos hace tiempo.
Con asombro vemos unos ojos
de mirada limpia
que casi no podemos reconocer.
Ha pasado tanto
sobre nuestras cabezas
que el claro de esos ojos nos toca
y es mejor
estarse quieta por un rato.
Ritratto
Lo specchio si rompe
e avanza l’immagine delle piccole cose
dimenticate da tempo.
Con meraviglia scorgiamo degli occhi
dallo sguardo pulito
che non riusciamo quasi a riconoscere.
Tanto è passato
sulle nostre teste
che il chiaro di quegli occhi ci tocca
ed è meglio
restarsene tranquilli per un po’.
Matheu 1131
Qué perdura de la infancia
si no esa necesidad de decir,
de mirar en detalle
lo que por debajo aletea.
Mi padre en lo alto de la antena
y el perro que muerde su cola.
Hoy subo a mi bicicleta
para volver a ese día,
al hombre que arregla las nubes
y a mi madre que lo mira.
Matteo 1131
Cosa resta dell’infanzia
se non quel bisogno di dire,
di guardare attentamente
ciò che freme di sotto.
Mio padre all’altezza dell’antenna
e il cane che si morde la coda.
Oggi monto in bici
per ritornare a quel giorno,
all’uomo che sistema le nuvole
e a mia madre che lo osserva.
Camino a casa
De memoria voy
por el camino que me lleva
a la casa materna,
desde la plaza veo el molino
al que pocas veces me atreví a subir
para ver desde lo alto los techos,
no cualquiera tiene uno en su patio.
Cruzo la puerta, atravieso el jardín
mientras tarareo una canción.
Que pase lento el tiempo, pido
para mis adentros.
La misma escena: mamá en el sillón,
yo de rodillas le abrazo las piernas
y dejo que sus manos me despeinen.
Una caricia repetida
que me vuelve niña y me trae
sin paradas intermedias,
derechito
al comienzo de todo.
Cammino verso casa
Torno con la memoria
al cammino che mi porta
alla casa materna,
dalla piazza scorgo il mulino
su cui poche volte ebbi il coraggio di salire
per vedere i tetti dall’alto,
non tutti ne hanno uno nel loro cortile.
Supero la porta, attraverso il giardino
intonando una canzone.
Passi lentamente il tempo, chiedo
dentro di me.
La stessa scena: mamma in poltrona,
io in ginocchio le abbraccio le gambe
e lascio che le sue mani mi spettinino.
Una carezza ripetuta
che mi fa tornare bambina e mi riporta
senza fermate intermedie,
direttamente
all’inizio di tutto.
Irse
Volver es una forma
de alcanzar lo que creímos
perdido: una mirada, un libro,
el nombre de lo amado.
Una voz insiste y me dice:
no cruces esa puerta.
Pero ya es tarde,
desobedezco, salto y canto
como un grillo.
Andarsene
Tornare è un modo
per raggiungere ciò che credevamo
perduto: uno sguardo, un libro,
il nome di un amore.
Una voce insiste e mi dice:
non attraversare quella porta.
Ma ormai è tardi,
disobbedisco, salto e canto
come un grillo.
Maria Laura Decésare è nata a Rufino, nella provincia di Santa Fe (Argentina) nel 1969. Risiede a Buenos Aires. Ha studiato Scienze della Comunicazione ed è Tecnico Superiore nella Correzione di Testi. Ha pubblicato libri di poesia: La letra nuda (Ediciones del Dock, 2010), Vida de gatos (Ediciones del Dock, 2012 – Ripubblicato nel 2015) e Somos lo que damos (Ediciones del Dock, 2015). Autrice dell’antologia collettiva Décima Convergencia Internacional de poemas “JUNÍNPAÍS2011” (Ediciones de las tres lagunas, 2012). Le sue poesie sono state pubblicate in Argentina, Cile, Messico, Colombia e Spagna in riviste cartacee e digitali. Il suo blog è: La letra muda: http://mldecesare.blogspot.com.ar/.
Traduzione all’italiano di Maria Rossi
Selezione poetica a cura di Maria Laura Decésare
Foto dell’autrice a cura di Maria Laura Decésare.
Immagine in evidenza: Foto di Teri Allen-Piccolo.