Tutto il mondo è patria
Sono nato a Valencia
da un padre italiano e una madre gatta*
sono stato charnego a Barcellona
polacco nella Mancia
e un churro nella mia città,
mi hanno chiamato spagnoletto in Italia
e a scuola maccheroni,
in Andalusia sono “quello che parla raffinato”,
gallelo a Cuba e in Messico gachupin,
a Berlino mi hanno preso per turco
e in Brasile mi parlavano in inglese,
a quelli di Rif sembro molto bianco
e troppo scuro alla polizia di Miami.
Ho vissuto in due paesi, sette città e cinque case
di cui conservo solo sorrisi
e qualche fotografia scattata da amici o familiari.
Vengo sempre da lontano
e lontano vado
con un’altra lingua, con un’altra luce
e la patria nelle scarpe
disubbidiente e differente
per la vergogna dei miei invasori.
* Si tratta di espressioni che in italiano non trovano riscontro in una sola parola, comprensibile a un pubblico che non parli spagnolo. Una gatta (gata in orginale) indica una donna nata a Madrid, un charnego è uno spagnolo immigrato in Catalogna ma che non parli catalano; churro qui indica un abitante di Valencia con un accento particolare. Gallego è la parola che si usa a Cuba per indicare uno spagnolo e, allo stesso modo, gachupin indica uno spagnolo trasferitosi in Messico o in Centro America.
En todas partes cuecen patrias
Nací en Valencia
de padre italiano y madre gata
fui charnego en Bacerlona
polaco en La Mancha
y churro en mi ciudad,
me llamaron spagnoleto en Italia
y en la escuela macarroni,
en Andalucía soy “el que habla fino”,
gallego en Cuba y en México gachupín,
en Berlín me tomaron por turco
y en Brasil me hablaban en inglés,
a los rifeños les parezco muy blanco
y demasiado oscuro a la policía de Miami.
He vivido en dos países, siete ciudades y quince casas
de las que sólo conservo sonrisas
y algunas fotos apulgaradas de amigos y familiares.
Siempre vengo de lejos
y lejos voy
con otra lengua, con otra luz
y la patria en los zapatos
insumisa y diferente
para vergüenza de mis invasores.
La donna della Cina
Tutto ciò che immagini
esotici corpi nudi
stesi al sole magico della Cina
tutto ciò che sogni
tutto ciò che profondamente temi
è anche la tua realtà.
Non credere che esistano solo due mondi
ce ne sono molti e soltanto uno
– e lei continua a parlare lentamente
come si trattasse di una preghiera –.
È il Desiderio ad aprire
gli occhi della conoscenza
e la conoscenza è sempre
un atto radicale.
Gli ideali servono solo
a chi non ha
fiducia in se stesso.
– e racconta la storia del paese
in cui è nata, della sua gente,
del lungo viaggio attraverso il fiume
tornando a casa –.
Però è difficile da capire
se non la si guarda con gli occhi della tartaruga.
Non trionfare è già una vittoria.
– poi rimane in silenzio
mentre fuma la sua strana pipa
e beve liquore d’arancia.
È amabile, quando sono più felice
mi lascia solo. E quando è già andata via
leggo scritto nella sua bacheca
La dura corteccia della tenerezza
si chiama disperazione.
E torno alla serenità del vuoto
aspettando il suo ritorno.
La mujer de China
Todo lo que te imaginas
exóticos cuerpos desnudos
tendidos al sol mágico de China
todo lo que sueñas
todo lo que profundamente temes
es también tu realidad.
No supongas que sólo existen dos mundos
hay muchos y sólo hay uno
– y ella continúa hablando lentamente
como si se tratara de una oración –.
Es el Deseo el que abre
los ojos del conocimiento
y el conocimiento es siempre
un acto radical.
Los ideales sólo sirven
para aquellos que no tienen
fe en sí mismos.
– y cuenta historias del país
en donde nació, de sus gentes,
de largos viajes por el río
regresando a casa –.
Pero es difícil de entender
si no se mira con los ojos de la tortuga.
No triunfar es ya una victoria.
– después permanece en silencio
fumando su extraña pipa
y bebiendo licor de naranjas.
Ella es amable, cuando más feliz soy
me deja sólo. Y cuando ya se ha ido
leo escrito en su tablilla
La dura corteza de la ternura
se llama desesperación.
Y vuelvo a la serenidad del vacío
esperando su regreso.
Dove c’è amore non c’è peccato
avrò cura di mentire
delle verità che offendono e riderò per non piangere
avrò cura di scagliare la prima pietra
o nascondere la mano
di seminare vento e raccogliere tempesta
di dividere e assegnare
avrò cura delle strade che portano a roma
e di quelle che non portano da nessuna parte
delle sciocche proposte che non vogliono risposte
della malerba che non muore mai
avrò cura di essere l’ultimo a ridere
del ladro e della sua condizione
quando brucia il vicinato e del caval donato
avrò cura del padrone e del posto da ridare
dei gatti bigi e del cane dell’ortolano
di chi aspetta e spera
avrò cura di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui
di far legna dall’albero caduto
di voltare pagina
degli amori che uccidono
avrò cura del buon intenditor
di chi piange e di chi poppa
del fiume torbido e della casa con due porte
in poche parole, avrò cura di me
dove c’è amore non c’è peccato
Donde hay amor no hay pecado
me cuidaré de mentir
de las verdades que ofenden y reír por no llorar
me cuidaré de lanzar la primera piedra
o esconder la mano
de sembrar vientos y recoger tempestades
de partir y repartir
me cuidaré de los caminos que conducen a roma
y de aquellos que llevan a ninguna parte
de las palabras necias y los oídos sordos
del bicho malo que nunca muere
me cuidaré de ser el último en reír
del ladrón y su propia condición
de las barbas de mi vecino y del caballo regalado
me cuidaré del patrón y del marinero
de los gatos pardos y el perro del hortelano
del que espera y desespera
me cuidaré de ver la paja en el ojo ajeno
de hace astillas del árbol caído
de ser borrón o cuenta nueva
de los amores que matan
me cuidaré del buen entendedor
del que llora y del que mama
del río revuelto y la casa de dos puertas
con pocas palabras basta, me cuidaré
donde hay amor ya no hay pecado
*
Quelli che amano non appiedano
quelli che amano non appiedano
agitano le braccia come rami
e sono i primi ad affondare
credono di toccare il cielo
mentre il mondo circostante
diventa immune al loro naufragio.
quelli che amano non sanno dire addio
mentono ogni volta che si separano
come la notte mente al giorno
pronunciano il desiderio in ogni gesto
temendo dopo aver girato l’angolo
che l’oblio li divori.
quelli che amano non calcolano
vivono impegnati in cause perse
i conti non quadrano mai
tra il dare e l’avere rimangono soli
non c’è legge che li salvi né condanni
muoiono ogni volta che resuscitano.
quelli che amano non appiedano
affogano nel loro stesso amore
felici senza saperlo
come gocce d’eternità.
Los que aman no hacen pie
los que aman no hacen pie
agitan brazos como ramas
y son los primeros en hundirse
creen tocar el cielo
mientras el mundo alrededor
se hace inmune a su naufragio.
los que aman no saben decir adiós
mienten cada vez que se despiden
como la noche miente al día
pronuncian el deseo en cada gesto
temiendo que al doblar la esquina
el olvido les devore.
los que aman no calculan
viven empeñados en causas perdidas
las cuentas nunca cuadran
entre el debe y el haber se quedan solos
no hay ley que les salve ni condene
mueren cada vez que resucitan.
los que aman no hacen pie
se ahogan en su propio amor
felices sin saberlo
como gotas de eternidad.
*
Gli impostori
L’oblio è l’alba in cui la paura li fa forti
sono come amanti inesperti al congedarsi ancora e ancora
senza finire mai di pronunciare l’addio definitivo.
Gli impostori conoscono tutte le entrate e uscite dei sogni
tutte le deviazioni da fare per arrivare prima in nessun posto.
Gli impostori si succedono uno dopo l’altro
confusi tra la nebbia e l’amore cieco
sono l’andirivieni di una stessa cosa
la rata di un debito che non si paga.
Loro tracciano i confini di paesi immaginari
e giocano a conquistarli sfidando la paura.
Sono audaci di fronte all’avversità
e pallidi sotto il fuoco.
Camminano sempre incalzandosi
nella loro folle corsa per non essere avvertiti.
Di fronte alla verità sono invisibili
muti di fronte al silenzio.
Gli impostori non hanno mai lo stesso volto
e neppure usano parole che li tradiscano,
imboscati nei loro vecchi impermeabili
gli impostori passeggiano in agguato sotto la pioggia.
Dicono di venire da lontano
ma sono sempre nello stesso posto
le loro orme non durano
le loro mani fredde cambiano colore
quando qualcuno le stringe.
Gli impostori abitano l’amore
come si abita una casa vuota,
mentono per sopravvivere
e vivono con l’incertezza intorno al collo.
Gli impostori ci ingannano con la loro certezza trasparente
ci conducono senza tregua né riposo
al luogo di sempre.
Gli impostori siamo noi
quando chiudiamo gli occhi
di fronte all’amore che duole.
Los impostores
El olvido es la madrugada donde el miedo les hace fuertes
son como amantes inexpertos despidiéndose una y otra vez
sin terminar de pronunciar nunca el definitivo adiós.
Los impostores conocen todas las entradas y salidas de los sueños
todos los rodeos que hay que dar para llegar antes a ninguna parte.
Los impostores se suceden uno tras otro
confundidos entre la niebla y el amor ciego
son el ir y venir de una misma cosa
el plazo de una deuda que no se paga.
Ellos trazan las fronteras de países imaginarios
y juegan a conquistarlos desafiando al miedo.
Son audaces ante la adversidad
y pálidos bajo el fuego.
Ellos siempre andan pisándose los talones
en su loca carrera por no ser advertidos.
Frente a la verdad son invisibles
mudos frente al silencio.
Los impostores nunca tienen el mismo rostro
ni usan palabras que los delaten,
emboscados en sus viejas gabardinas
los impostores pasean al acecho bajo la lluvia.
Dicen venir de lejos
pero son siempre del mismo lugar
sus huellas no perduran
sus manos frías cambian de color
cuando alguien las estrecha.
Los impostores habitan el amor
como se habita una casa vacía,
mienten para sobrevivir
y viven con la incertidumbre atada al cuello.
Los impostores nos engañan con su certeza transparente
nos conducen sin tregua ni descanso
al lugar de siempre.
Los impostores somos nosotros
cuando cerramos los ojos
ante el amor que duele.
Traduzione di Clara Mitola
UBERTO STABILE (Valencia 1959) Poeta, editore e agitatore culturale. Ha creato e diretto il Café Cavallers de Neu, la casa editrice Malvarrosa e l’Unione degli Scrittori del Paese Valenciano e, a Huelva, il cenacolo Las Noches del 1900, l’Incontro Internazionale di Editori Indipendenti EDITA, l’Associazione di Gestori Culturali dell’Andalusia GECA, la rivista e collana di poesia Aullido, il Salone del Libro Iberoamericano di Huelva, le letture solidali Scrittori per Ciudad Juárez e la collana di poesia e incontro di scrittori ispano-lusitani Palabra Ibérica. La sua poesia è stata raccolta sotto il titolo Habitación desnuda 1977/2007 e i suoi articoli sotto il titolo Entre Candilejas y Barricadas. È autore delle antologie Mujeres en su tinta, poetas españolas en el siglo XXI e Tan lejos de Dios, poesía mexicana en la frontera norte.
Clara Mitola (Bari 1979)Traduttrice letteraria e di saggistica storica dal romeno e dallo spagnolo, autrice di articoli e brevi reportage, attiva nella traduzione dal 2012, vive e lavora a Bucarest.
Immagine di copertina: Foto di Aritra Sanyal.