Ti ho lasciato abitare il mio corpo
un metro e sessantotto per poco
di lato, ti lamentavi sempre
che per starci in due non c’era spazio
così una sera mi hai comunicato lo sfratto
come se fossi tu il proprietario
so che intanto ne hai trovato un altro
più comodo – ti auguro.
dalla raccolta Il nemico (Il Ponte Vecchio 2003)
*
IL TERRITORIO DELL’UOMO
Si entra con prudenza in casa d’altri
come nelle grotte su in montagna
o nelle tane.
S’annusa dapprima l’odore
che impregna l’aria, poi l’aspro
taglio della luce,
per ultimo il dolce che avvolge
le cose antiche e le rinnova.
Ti guardi intorno, tu, a bocca aperta
– il mobile alto, il mio armadio a muro,
quel tavolo di legno scuro in fondo
e la credenza –.
Come s’addensa in poco spazio
il territorio dell’uomo.
Dalla raccolta Il peso degli spazi (Lietocolle, 2005)
*
Vita privata
La meraviglia di una vita privata
con l’astuzia di ogni sua dimensione
pubblica, smarriti negli scomparti
casalinghi come cassette al supermarket
di fronte a casa – chi ci acquisterà?
nonostante costi prevedibili o per questo
andare o tornarsene al macero, miti
chi mi prenderà per mano indicandomi
quali carni scegliere e perché
invece quelle altre no? sarai tu a insegnarmi
di nuovo a parlare al futuro
di noi che eravamo due eravamo molti
e ora siamo uno e nessuno poi?
fammi strada, ti prego, fammi piazza
in cui tanti incontri si succedano
tante voci in un concerto dal particolare
all’universale perché ogni parte
di questo mondo sia anche Capitale
e ogni uomo un governo
di lui solo.
*
I FUNZIONARI DELLA SPECIE
“Beauty is truth, truth beauty” – that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.
John Keats
Il pudore non impedisce agli uomini d’essere semplici
funzionari della specie, portatori ammalati
del loro codice in un gene che si perde
nelle gonadi dei secoli come sacchi di niente
perché? il godimento è solo uno strumento
da cui passa il percorso elicoidale
dell’umanità o dell’animale? di certo
non il nostro di chi ha perso il tempo nel
dilemma bellezza o verità? è lacerante
se la bellezza quasi mai è vera
e la verità quasi mai è bella, ma c’è
una tenerezza che ci spetta tutti
dal cane che abbaia alla notte, alle piante
che crescono sole sui muri, ai campi
delle autostrade, i giardini senza proprietari
allora avrebbe un senso perfino
il silenzio dell’universo.
*
I FIGLI CHE NON TORNANO
Fuori è un rincorrersi di lupi
che sia il lamento più cupo del cuculo?
i genitori come alberi sempre-spogli
– avremo fatto bene a metterli al mondo?
tutte le forme del dubbio nei loro occhi
anche le bestie si riproducono
ma non pretendono per questo nomi propri
i figli che non tornano
sono riapparsi oggi con le mogli
non più felici di quando erano partiti
nei giardini delle elementari
la trasmissione della violenza è un sapere
dove mettere la fronte sul banco
e che nessun rifiuto equivale a un rifiuto
finché qualcuno non ti ferma la mano
vagamente a disagio li stanno aspettando
e non sanno cosa li aspetta.
*
I FARI DELL’UNIVERSO
Cose quaggiù sì belle
altre il mondo non ha, non han le stelle.
- Leopardi
Ho pensato che splendore sarebbe se c’incatenassero
io e te, l’una all’altro, insieme
nello spazio, una sola cosa come la pulsar
doppia che ruota in pochi millisecondi
attorno al proprio asse in un corpo
a corpo celestiale, emettere nell’etere le nostre
memorie in onde radio perché nessuno mai
possa dimenticarlo che ti ho amato
e tu mi hai amato, nati entrambi dal collasso
della stella più luminosa in natura, d’una supernova
composti noi di soli neutroni
con la densità enorme che hanno i nuclei
atomici, nonostante le dimensioni infinitesimali
dei nostri pensieri, fari di quali
universi? è impossibile pensarci adesso
separati, che dovremo morire e perderci in noi stessi.
*
TRAPEZISTI
La fiducia dei trapezisti è un fatto
straordinario, si danno la mano a molti
metri dal suolo, dopo le loro evoluzioni
s’incontrano nel vuoto senza reti
uno dei due, di solito, ha un appoggio
più solido che stringe con le gambe
e le braccia alzate a testa in giù
attende si completi il volo
della sua amazzone compagna verso lui
che, in quell’attimo, non sa se la prenderà
altre volte, invece, è il contrario
c’è sempre qualcuno che rinuncia a qualcosa
di certo, alla tranquillità di una casa
per inventarsi un equilibrio nuovo
io guardo e non guardo, poi l’applauso
sorrido; loro non cadono.
dalla raccolta L’estraneo bilanciato (Stampa 2009)
*
Ogni minuto qualcuno cade
nel pozzo dalla carrucola senza fune
per la mancanza di un lavoro
e a mani nude non riesce più a tornare su.
Ogni minuto c’è un tonfo silenzioso
come di una macina che stritola
sott’acqua, ma non c’è acqua nel pozzo
perché per tutti non c’è lavoro.
O tu o il tuo amico vi dovete tuffare
a cercare la vostra dignità fra queste pietre
e mentre qualcun altro sparisce dalla superficie
l’amicizia finisce a penzoloni nel vuoto.
Ogni minuto che scrivo qualcuno
dovrà riempire un secchio col suo corpo
per questo bisogna scrivere ciò che è giusto
e non ciò che conviene. Ogni minuto.
Inediti in volume
di Matteo Zattoni, per gentile concessione dell’autore.
Matteo Zattoni (1980), laureato in Giurisprudenza, è Dottore di ricerca (Ph.D.) in «Filosofia del Diritto» e collabora con la Zanichelli Editore. Ha pubblicato tre libri di poesia: Il nemico (Il Ponte Vecchio 2003, 1° posto per l’opera prima al «Giuseppe Giusti» 2003), Il peso degli spazi (LietoColle 2005) e L’estraneo bilanciato (Stampa 2009, 1° classificato al Premio «Tra Secchia e Panaro» 2010, Premio Autore Giovane al «Guido Gozzano» 2009); nonché le plaquette Promesse vegetali (L’Arca Felice, 2010) e I corpi giovani degli eroi (Print & Poetry, 2014). Dal 2004 al 2007 è stato recensore della rivista «Poesia». Suoi versi sono pubblicati sulle maggiori antologie e riviste italiane, tra cui: Nuovissima poesia italiana (Mondadori 2004), «Nuovi Argomenti» (Mondadori 2008), Almanacco dello Specchio 2009 (Mondadori 2010), il blog «Poesia» su Rainews24 (2011), La generazione entrante (Ladolfi, 2011), «Atelier» (Edizioni Atelier, 2015) e il mensile internazionale di cultura poetica «Poesia» (Crocetti Editore, settembre 2016). Sue poesie, tradotte in lingua spagnola, sono presenti nell’antologia La realidad en la palabra: Escritores italianos del siglo XX y nuestros días (Editorial Brujas, ottobre 2005, pp. 195-201), sulla rivista dell’Universidad de Guadalajara (México) «Luvina», n. 53 (inverno 2008, p. 84) e sul quotidiano argentino online «Los Andes» (sábado, 27 de marzo de 2010). Vive a Forlì.
Foto in evidenza di Melina Piccolo.
Foto dell’autore a cura di Matteo Zattoni.