IL TERRAZZO DI PEREC ovvero come i poeti sovversivi calabresi raggiunsero l’America (a cura del TIP teatro)

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IL TERRAZZO DI PEREC

ovvero come i poeti sovversivi calabresi raggiunsero l’America

di e con Valeria D’Agostino, Dario Natale e Domenico D’agostino.

Che relazione potrebbe intercorrere tra il terrazzo di un’amica ed un viaggio ad Ellis Island? E tra un muratore ed un ingegnere matematico che non si sono mai incontrati? E che c’entra un grande scrittore di fama internazionale, con la storia di alcuni poeti che pochi conoscono? George Perec tra il 1978 e il 1980 si reca a Ellis Island, per girare un documentario di cui compone il testo narrativo, il suo scopo è indagare l’erranza, la diaspora, lo sradicamento che a lui apparteneva in quanto figlio di ebrei vittime della shoah. Il suo è uno sguardo capace di rivedere le scene che fino al 1953 animarono quel luogo, la golden door, la porta d’accesso ad un mondo dove “i tacchini cadevano già arrostiti nel piatto”. La fabbrica sforna americani, da un capo della catena si parte irlandesi,tedeschi, italiani del nord o del sud, dall’altro capo, previa ispezione degli occhi, delle tasche, vaccinazione, disinfezione, ne esce un americano, si entra emigrato e si esce immigrato. Dunque milioni e milioni di storie e di vite, passate nel tritacarne, ma esistevano al contempo altre storie parallele che passavano da Ellis Island, affluenti del grande fiume dell’esodo, uomini e donne in fuga da regimi o sistemi totalitari: poeti, pensatori, anarchici, socialisti, appartenenti alle più svariate categorie sociali, che varcarono la golden door per povertà di ascolto, necessità di libero pensiero. Tale flusso del dissenso è stato puntualmente registrato nei casellari politico- giudiziari del tempo, da poco ritornato alla luce grazie al lavoro di alcuni ricercatori. Da queste scoperte e letture, nasce il Terrazzo di Perec, un modo per restituire in chiave quotidiana e a tratti demenziale, delle storie di fratellanza e sofferenza, un suggerimento di osservazione alla Perec che sapeva guardare oltre il visibile, oltre il presente .

da: Ellis Island di George Perec ed. Archinto
Poesie di Michele Pane/ Adami (CZ), 1876 – Chicago, 1953/ ed. Rubbettino – Calabresi sovversivi nel mondo di Katia Massara A.A.V.V. ed. Rubbettino Lettera di un disertore Fulvio Sbarnemi ed. Gwynplaine

Scenari Visibili è compagnia teatrale dal 2007, impagina la rassegna RiCrii giunta alla XIV edizione, a novembre 2017 ha aperto a Lamezia Terme il Tip Teatro, spazio autonomo di rinnovamento culturale e pratica teatrale.

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Questo progetto in progress verrà portato in tour in varie parti d’Italia  nei prossimi mesi. la Macchina Sognante seguirà gli sviluppi e offrirà approfondimenti.

Immagine in evidenza. Foto di Micaela Contoli.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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