Il rossore dei pantaloni del sole
Abdallah Zrika
1
Oh, come posso vedere?
Mentre l’occhio è circonciso
Questa è terra?
O pietra per abluzioni
Qual è questo percorso che si estende dall’harem al paradiso?
E questa donna che altro non ha trovato se non il dorso del suo servo per sbirciare da una finestra
su una bara,
questi rubinetti sprecati provenienti dalla ruggine di una gola
Gli astrologi a cui le mosche hanno impedito di vedere questo cielo
E i labirinti che portano a un morso di cane
Ma non sapevo che tra Oriente e Occidente
Vi fosse un velo
E un rosario di peccati
2
Come può la tua mano non diventare prostituta?
mentre dipingi ogni giorno
E come potrebbe essere quando la tela diventerà campo
E il tuo occhio corvo
E cosa avrebbero fatto “Monet”, “Renoir” e “Pissarro”
Se non fossero usciti all’aria aperta
poi qual è il colore della pazzia, se non giallo
Qual è il valore di una riga se questa non è come lama?
hai visto questo volto che somiglia ad una briciola di pane?
le donne come patate
E il sole non adatto a nessuna mattina
Cosa avrebbe fatto Matisse se non avesse gonfiato il suo vento
In pantaloni rossi
A cosa servirebbe questa sedia crollata se non aspettasse
Van Gogh uscire dal vuoto di un ospedale
3
O Ingres
Perché il corpo inizia dalla schiena?
O Degas
Chi sta ballando?
La vita o questo vuoto
O Michelangelo.
Quale rinascimento se non quello del corpo
Era forse possibile scoprire l’America prima della scoperta delle pieghe
del corpo
Ho dimenticato come sono entrato in quel bar molto logoro
Dove Manet era con i suoi pantaloni ristretti color olio
Bonnard ad aiutare una donna a togliersi la camicia
E Matisse a dipingere una gamba con il blu dei suoi occhi
E non ho visto nessun altro
Sulla porta ho visto Modigliani provare a cavalcare
La bicicletta di una donna che si è inchinata inavvertitamente.
Abdallah Zrika poeta marocchino nato a Casablanca nel 1953. La sua poesia è libera, basata sulla lingua parlata e senza rivali nella letteratura araba contemporanea nella sua spontaneità. Tra le sue opere Rires de l’arbre à palabre e La solitude des abattoirs du blanc.
حمرة سراويل الشمس
1
آهٍ كيفَ أنظر
والعينُ مختنة
وهلْ هذه أرضٌ
أم حَجَرٌ للتيمم
وما هذه الطريقُ الممتدة ُمن الحَريم إلى الجنة
وهذه المرأة ُالتي لم تجدْ سوى ظهْرِ خادِمها لتطلَّ من نافذة
على نعش
وهذه الحنفياتُ المهدورة ُ من صَدإ حنجرة
والمنجمونَ الذين لم يتركهم الذبابُ يرون هذه السماء
والمتاهات ُالتي تؤدي إلى عضة كلب
لكنْ لا أعرفُ أنَّ بيْن الشرق والغرب
حجاباً
ومسْبحة ً من الذنوب
2
كيف لا تصبحُ يدُك َعاهرة
وأنتَ ترسمُ كل يوم
وكيف تكونُ حين يُصبحُ القماشُ حقلا
وعينك غراباً
“وماذا كان سيفعلُ “موني” و “رونوار” و “بيسارو
لوْ لمْ يخرجوا إلى الهواء الطلق
ثم ما لونُ الحُمْق إن لم يكنْ أصفر
وما قيمة خط إنْ لم يكنْ كحد شفرة
وهل رأيتَ هذا الوجهَ الذي يُشبهُ كسْرة خبز
والنساء َاللواتي كحبَّات البطاطس
والشمسَ التي لا تصلح لأي صباح
وماذا كان َسيفعلُ “ماتيس” لو لم ينفخ ريحَه
في سِروال أحمرَ
وما فائدة ُهذا الكرسيِّ المُنهار إن لم ينتظرْ
فان كوك ” حتى يخرجَ من خلاء مستشفى”
3
“يا ” أنغرس
لماذا يبدأ الجسدُ من الظهر
“ويَا “دُوغا
منْ يرقصُ
الخِصْرُ أمْ هذا الخواء
“ويَا “ميشيل آنج
أيُّ نهضةٍ غيرُ نهضةِ الجسد
وهلْ كان يمكنُ اكتشافُ أمريكا قبل اكتشاف ثنايا
الجسَد
نسِيتُ كيف دخلتُ ذلك البار البالي جدًا
حيثُ “ماني” في سروالهِ الزيْتي المنكمش
و “بونار” يُساعدُ امرأة على نزع قميصها
و “ماتيس” يطلي ساقاً بزرقة عينيْه
ولم أرَ أحداً آخرَ
وفي الباب رأيتُ “موديكلياني” يُحاولُ ركوبَ
دراجةِ امرأة ٍانحنت ْ سَهْواً
(من ديوان “فراشات سوداء”. دار طوبقال. 1988)
Immagine di copertina: Dipinto di Matisse, dalla serie Odalische.