“Il panificio dei diavoli” e altre poesie di Mona Kareem

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Il panificio dei diavoli

Graffi sul vetro mi svegliano

credo si tratti della visita di una farfalla

lancio uno sguardo dalla finestra

nulla è diverso:

il continente asiatico com’è da sempre

svuotato dai santi e sacrificato ai tiranni,

ai passanti cascano soldi

scuotono le vie del mio cuore

e come al solito

i sassi ridono dell’acqua.

 

Nulla di nuovo:

nelle nostre vene ci trafiggono i soldati

ci costruiscono tetti che non fanno ombra,

persino i ladroni del quartiere

si sono abituati a una sola nuvola.

 

Una poetessa

Per Itil Adnan

Scrisse una poesia del suo amore

La lasciò sul balcone

Arrivò il suo amante e la rubò

 

Poiché ella era molto solitaria

cercava spesso di scrivere

di amici immaginari

che le chiedevano una poesia

al prezzo di un invito a cena

 

Spogliò i sui sogni uno ad uno

su un foglio

e andò a suicidarsi

Una volta aveva trascurato i suoi amanti

all’interno di un taccuino

e un proiettile distratto li aveva uccisi tutti

 

Morire come una statua

All’età di ventitre anni

preghi con la tua triste famiglia

credi d’essere una ragazza che va all’aeroporto senza partire

ti siedi in aereo circondata da soldati neri

dormono sognando gli iracheni che sono stati costretti ad ammazzare.

Durante quelle 16 ore hai perso un’altra volta la tua patria

Una patria che nessuno può amare

 

L’università ti paga uno stipendio insufficiente

Mentre tu spieghi ai loro figli

di donne che si sposano in modo tradizionale

di uomini che non hanno ancora scoperto la loro omosessualità

vai al corso come se andassi a un colloquio per avere un visto.

 

Vi è una vita che hai trascurato e sai che morirà come una statua

e vi è una vita in mezzo che non uscirà dal quadrato di Skype

e queste sono case per topi, per pacchi e per noi.

 

Sai:

che il cuore batte solitario

che non ti arrabbierai a lungo perché sei tanto impegnata

che tutte le cose cambieranno se aspettiamo a lungo

che non si può mantenere le promesse dopo aver attraversato l’oceano.

 

“Mona Karim”

Un minuto di silenzio

per l’anima del signor Joan Mirò

un minuto di silenzio

per il ladro di musica

 

amiamo quel vecchio

che si arrampica sulle nostre braccia

con le sue parole

gli angeli dei miei occhi

eseguono la loro ultima preghiera

 

il cavallo di Troia fatto di legno

si suicida nel calamaio del mio sangue

 

Ora

la mia pressione è alta

quanto sette poesie

Ora

scuoto la musica

 

Abbiamo un testo curvato

dal balcone delle stelle

abbiamo

poeti che cingono la vita del tè

con l’alluminio della poesia

 

Il caldo

un milione oltre la luce

 

Nel cadavere della memoria giaceremo

riformuleremo l’esistenza

 

Trema il mondo

nelle patrie delle nostre sconfitte

 

Dov’è andata “Mona Karim”

tra la folla degli amici?

 

Dov’è scappata

dopo aver riformulato l’esistenza

come desiderava?

Sarà, forse, nel nulla

O sarà sparpagliata nella poesia?

Pare sia andata a cercare “Mona Karim”!

 

di Mona Kareem, tradotte dall’arabo da Gassid MohammedLogoCreativeCommons

 

Testo originale arabo di Mona Kareem

 

 

أربع قصائد – منى كريم 

مخبز الشياطين

خربشات على الزجاج توقظني،

أظنها زيارة فراشة.

أرمي بعيوني من النافذة

لا شيء مختلف:

قارة آسيا كما هي خالية

من القداسة ومنذورة للطغاة،

نقود تسقط من المارة

تهز في قلبي شوارع،

وكما هي العادة

يضحك الماء من الحصى.

لا شيء جديد:

الجنود يطعنوننا في شراييننا

ويبنون لنا سقوفاً خالية من الظلال،

حتى لصوص الحي اعتادوا

على غيمة واحدة.

شاعرة

إلى إيتل عدنان

كتبت قصيدة ً عن حبها

و تركتها في الشرفةِ،

أتى حبيبها وسرقها

لأنها منعزلة جداً

تحاول دائما أن تكتبَ

عن أصدقاء متخيلين

يطلبون منها قصيدة

مقابل دعوتها للعشاء

نزعت أحلامها فوق الورقة

واحدة تلوى الأخرىِ

ثم ذهبت لتنتحر

مرةً أهملت كل أحبتها

في جوفِ الكراسةِ

فماتوا برصاصات طائشة.

الموت كتمثال

في الثالثة والعشرين من عمرك،

تصلين مع عائلتك الحزينة

وتعتقدين أنك فتاة تذهب للمطارات ولا تسافر.

تجلسين في الطائرة محاطة بجنود سود

ينامون ويحلمون بعراقيين اضطروا لقتلهم.

خلال 16 ساعة، خسرت بلدك للمرة الثانية،

بلد لا يمكن لأحد أن يحبها.

الجامعة تدفع لك راتباً أقل من الحد الأدنى

لتعلمين أبنائهم عن نساء يتزوجن بشكل تقليدي،

وعن رجال لم يكتشفوا مثليتهم.

تذهبين للفصل كأنك في مقابلة للحصول على فيزا.

هناك حياة تركتها وتعلمين أنها ستموت مثل تمثال،

وهنالك حياة في المنتصف لا تخرج من مربع skype

وهذه بيوت تصلح للفئران، للصناديق، ولنا.

تعلمين:

أن قلبك ينبض وحيداً،

أنك لا تغضبين طويلاً لأنك مشغولة بعمل الكثير،

أن كل الأشياء تتغير إذا انتظرنا بلا نهاية،

أن لا وعود يمكن إنقاذها بعد عبور المحيط.

منى كريم

 

لحظة صمت

على روح ِ السيد خوان ميرو

لحظة صمت

على لص ٍ يسرقُ الموسيقى

 

نـُحـِب هذا العجوز

الذي يتسلق أذرعنا

بكلماته

ولا يتوقف عن الهذيان

ملائكة ُ عيناي

تؤدي صلاتـها الأخيرة

 

حصانُ طروادة الخشبي

ينتحر في محبرة ِ دمي

 

الآن

ارتفع ضغطي

مسافة سبع قصائد

 

الآن

أخضُ الموسيقى

لدينا

نص منحني

من على شرفةِ النجوم

 

لدينا

شعراءُ يلفون خصرَ الشاي

بقصدير ِ القصيدةِ

 

الحرارة ُ

مليون بعد الضوء

 

سنقبع في جثةِ الذاكرة

نعيد تكوينَ الكونية

 

العالمُ يرتجف

في أوطانِ انكسارنا

 

أين ذهبت “منى كريم”

بين زحمة الأصدقاء؟

إلى أين هربت

بعد أن كونت الكونية

كما تريد؟

هل ستكون في اللامكان،

أم أنها ستتبعثر مع القصيدة ؟

 

يبدو أنها ذهبت لكي تبحث

عن “منى كريم”!

شاعرة وصحافية ومترجمة مقيمة في نيويورك أصدرت ديوانها الأول “نهارات مغسولة بماء العطش” عن دار قرطاس (٢٠٠٢) ثم “غياب بأصابع مبتورة” عن دار شرقيات (٢٠٠٤). تُرجمت بعض قصائدها إلى الألمانية والهولندية والفرنسية والاسبانية والفارسية والكوردية. تعمل الآن على انجاز رسالة الدكتوراة في الأدب المقارن وتحاضر في أصول الكتابة والأدب المترجم.

 

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Mona Kareem: Poetessa e giornalista irachena, nata e cresciuta nel Kuwait, residente a New York. Ha pubblicato la sua prima raccolta “Giornate lavate con acqua di sete” (casa editrice Qurtas 2002) seguita dalla raccolta “Assenza con dita recise” (casa editrice Sharqyyat 2004). Le sue poesie sono state tradotte in tedesco, olandese, spagnolo, persiano e curdo. Al momento sta svolgendo un dottorato di ricerca in letteratura comparata, e insegna scrittura creativa e letteratura della migrazione.

Foto in evidenza di Melina Piccolo.

Foto dell’autrice a cura di Mona Kareem.

Riguardo il macchinista

Gassid Mohammed

Gassid Mohammed è uno dei macchinisti fondatori de lamacchinasognante.com. Ha contribuito fino al numero 4 e si è ritirato a dicembre del 2016. Un grande bambino che insegue le farfalle da una vita. È nato a Babilonia, a qualche passo dell’Eufrate. Casa sua è eretta sulle basi della Torre di Babele, nessuno ci crede ma è così. È cresciuto in un piccolo paesino in campagna, con le pecore, le mucche, le galline, le farfalle, le api e tutti gli animali e gli insetti. Tutto il suo corpo è costituito dall’Eufrate, non solo perché ci faceva il bagno ogni giorno per tante ore, ma anche perché le piante e le verdure che piantava e faceva crescere erano irrigate dall’Eufrate. Gli piace molto la natura perché ha passato la sua infanzia e l’adolescenza negli orti e nei campi. Il suo orto aveva una collina coperta di erbe e fiori, a lui sembrava fosse il resto dei giardini pensili. Ovviamente nessuno ci crede, ma c’è poco da fare. Da bambino aveva sempre inseguito le farfalle, e le insegue tuttora, e lo farà per sempre.

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