Il governatore e l’uccello
Il nome di Nizar Qabbani è stato sempre associato alla causa femminile e alla poesia d’amore, ma il poeta siriano ha scritto anche poesie politiche e di denuncia dei regimi arabi, soprattutto dopo alcuni periodi di delusione. La poesia qua proposta fa parte propria della poesia impegnata che vede Qabbani dedito ad argomenti che vanno oltre la donna e la passione.
Giro nel mondo arabo
per leggere le mie poesie al pubblico,
poiché sono certo
che la poesia è una pagnotta per esso preparata
e sono certo – da quando ho cominciato –
che le lettere sono pesci
e il pubblico l’acqua.
Giro nel mondo arabo
con me solo un quaderno,
spedito da un commissariato all’altro
e scaraventato da una gendarmeria all’altra …
Nella mia tasca porto solo un uccello
ma l’ufficiale mi arresta
e vuole un passaporto anche per lui.
Nella mia patria la parola
necessita di un permesso per passare!!
Rimango immobile per ore
in attesa del decreto dell’ufficiale,
contemplando i sacchi di sabbia
con un mare di lacrime negli occhi.
Davanti a me si innalza un cartello
che parla di (un’unica patria) …
che parla di (un unico popolo) …
mentre io qua seduto come un ratto
vomito le mie tristezze
calpestando il gesso di tutti gli slogan
rimango sulla soglia del mio paese,
scaraventato
come un calice rotto.
Traduzione inedita di Nizar Qabbani a cura di Sana Darghmouni con revisione di Pina Piccolo.
La foto in evidenza è della nostra webmaster, Micaela Contoli, di OpenMultimedia