È possibile per i musulmani vivere in Europa? Come possono farlo? Possono esprimere la loro appartenenza religiosa in uno spazio occidentale, che relega la dimensione della fede solo ad una sfera privata? Data la sempre più consistente presenza in Europa di milioni di musulmani, e spinti dalle domande e dalle pressioni di questi ultimi, i giuristi musulmani sono stati indotti a prendere atto del cambiamento intervenuto e della necessità di offrire risposte adeguate alla nuova situazione. L’obiettivo che questi si sono posti è quello di elaborare regole che siano in grado di garantire ai musulmani europei di rimanere fedeli ai precetti dell’Islam, pur trovandosi in un contesto non islamico.
I fuqahā’, ossia i giuristi, hanno formulato così nuove regole basate sul diverso ambiente nel quale costoro si trovano oggi. Questi nuovi sviluppi hanno determinato, negli ultimi venti anni, la nascita del fiqh al-aqalliyyāt, o giurisprudenza delle minoranze islamiche. Emerso alla fine degli anni ’90, il fiqh al-aqalliyyāt al-muslima costituisce un distinto campo di indagine giuridica islamica che vuole rendere più semplice per i musulmani che vivono fuori dalla Dār al-Islām esprimere la propria fede e mettere in atto le pratiche devozionali e rituali. Non mancano, tra gli stessi musulmani, perplessità a riguardo di questo ramo del diritto islamico: così, alcuni contestano la relazione tra una identità occidentale particolare, e l’appartenenza alla umma che è, invece, universale. Altri ancora ritengono che i musulmani che vivono in Occidente in condizione di minoranza ricevano un trattamento migliore di quello riservato ai non musulmani in terra a maggioranza musulmana, poiché sarebbero soggetti a minori restrizioni e a più ampia libertà in fatto di culti e prescrizioni, mentre altre voci critiche sostengono esattamente l’opposto.
Un’istituzione molto importante, nello scenario europeo, è l’European Council for Fatwa and Reasearch (ECFR), un’istituzione impegnata nell’elaborazione di un diritto per minoranze islamiche (fiqh al-aqalliyāt) attraverso l’emanazione di fatāwà per i musulmani che vivono in Europa. I responsi giuridici che esso emette riguardano varie tematiche: partecipazione politica, interesse bancario, dilemmi su matrimoni e divorzi e orari di preghiera, solo per citare alcuni esempi. L’obiettivo dell’ECFR è “to guide Muslims in Europe”, “promoting a unified fatwa against the cacophony of the religious advice currently circulating through a variety of media” e “to become a reference for Muslim and non-Muslim institutions, including state authorities”.
Fondata nel 1997 dalla Federation of Islamic Organizations in Europe (FIOE), l’ECFR si pone l’obiettivo di proteggere la fede dei musulmani d’Europa e di integrarli nelle societàeuropee. La sede è situata a Dublino, ma il luogo designato per tenere le conferenze in programma cambia di volta in volta, così da poter incontrare più comunità musulmane locali.
A partire dal 2008, i dibattiti cui l’ECFR si interessa sono disponibili sulla piattaforma web dell’istituzione (www.e-cfr.org), per raggiungere un pubblico potenzialmente globale. Il fiqh di cui i membri devono essere altamente esperti costituisce la base per la soluzione di problemi che i musulmani vivono. Coloro che fanno parte dell’ECFR, inoltre, vantano anche una spiccata conoscenza dei vari contesti geopolitici dei paesi europei, utile per lo scopo che essi si prefiggono: quello, cioè, di costruire ponti di congiunzione tra l’Islam e l’Occidente in un’epoca dominata da crisi di civiltà.
Molte questioni discusse dall’ECFR derivano da domande espresse da musulmani residenti in Europa. Le risposte dell’ECFR prendono la forma di fatāwà in senso vero e proprio: responsi giuridici non vincolanti, formulati da esperti religiosi su questioni sollevate dai credenti. Tra le richieste più spesso prese in carico dall’ECFR rientrano questioni di famiglia (matrimonio e divorzio), richieste di calcolo dell’inizio esatto del mese di Ramaḍān e della tabella giornaliera oraria di preghiera, ma anche questioni legate all’usura (ribā). Il fiqh al-aqalliyyāt, dunque, costituisce una risposta per tutti quei musulmani che vivono fuori dalla Dār al-Islām, e che faticano ad esprimere la propria appartenenza religiosa, a causa di fenomeni di discriminazione, di emarginazione, o perché inseriti perfettamente in uno spazio che relega la dimensione del credo alla sola sfera privata.
La necessità di elaborare una giurisprudenza che si prefigga di declinare i principi immutabili della sharīՙa alla luce del particolare contesto nel quale si trovano i musulmani che vivono in Occidente ha destato l’interesse di alcuni giuristi e intellettuali musulmani che a questo tema hanno deciso di dedicare alcune delle loro opere. Tra essi, un ruolo di primo piano è indubbiamente svolto da Tariq Ramadan, che ha dedicato ampio spazio a questo tema. In Essere musulmano europeo (2002), Les musulmans dans la laïcité: responsabilités et droits des musulmans dans les sociétés occidentales (1994), Le musulmans d’Occident et l’avenir de l’Islam (2003). Attraverso elaborazione del concetto di “Islam europeo”, Ramadan vuole suggerire un modo per mantenere viva la fede e restare fedele agli insegnamenti coranici e profetici pur trovandosi in Europa (e, in generale, in Occidente), in una nuova situazione storica, sociale e politica. Per fare ciò, sostiene l’intellettuale svizzero, è necessario tornare all’”essenza dei principi islamici”. Ritornando in particolare all’illustre esempio del Profeta, Ramadan vuole allora ricordare ai musulmani che è possibile vivere a stretto contatto con persone di confessione religiosa diversa dall’Islam, senza il pericolo che la loro fede ne sia intaccata.
Giulia Venturini è una studentessa in Scienze Orientalistiche presso la Facoltà di Lettere di Bologna. Già laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha un grande passione per il mondo arabo in tutti i suoi aspetti: lingua, poesia, narrativa, cultura e tradizioni. Mostra anche particolare interesse per le lingue straniere e la narrativa, ma anche per i fatti della contemporaneità e per i viaggi. È nata a Ferrara nel 1994, città in cui tuttora risiede.