I dialetti delle valli del mondo, selezione poetica (a cura di Maria Rossi)

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I dialetti delle valli del mondo è un progetto che nasce nel 2012 ad opera dell’associazione culturale D’là de’ foss di Pennabilli (Emilia-Romagna); una rassegna poetico-musicale che abbraccia il territorio che va dalla Valmarecchia riminese fino all’Appennino toscano, per lungo tempo e ancora oggi territorio di transito umano e di incroci culturali.

Nel contento storico che ci troviamo, nostro malgrado, a vivere, dove le barriere, i muri, le gabbie sembrano prevalere sul confronto e il dialogo, questa rassegna vuole affermare il valore della parola, anche nella sua diversità o soprattutto nella sua diversità, che è ricchezza di espressione e strumento di avvicinamento all’altro. Non a caso la direzione dell’evento è stata affidata ad una poetessa brasiliana migrante, Rosana Crispim da Costa, la cui produzione poetica è segnata proprio dal vivere tra più lingue e più culture.

Al festival ha fatto seguito un libro dallo stesso titolo, I dialetti nelle valli del mondo, di cui proponiamo alcuni estratti.

 

Liliana Arena

Ha da venìnu juorno

 

Napule se scetaje senza‘na voce

ma dint’’ o silenzio

‘na nenia dint’ a ‘nu chianto,

schiaraje cu’ chella luce d’ ‘a matina.

 

Ha da venì‘nu juorno, chiagneva chella nenia,

strigneva ‘nu ninnillo janco janco

l’astrigneva forte‘a carne soja

‘na femmena cu’ l’uocchie stanch’ ‘e acqua

pareva ch’’ o allattasse…  core a core.

 

Ha da venì‘nu juorno, chiagneva chella nenia,

ha da veni pe’gghji dint’’ o ciardino

avimma cantà l’uva

t’aggia vedè ‘e balla dint’ a ‘nu tino

e pe scarfà‘stu sangue l’ avimma fa’ co’ vino.

 

Cu’ tte, cardillo mio,

te, fatto forte e bello comme ‘o sole

avimma fa’ ‘na festa ‘a ‘nnammurata toja

pe’ me fa’ chiagnere stavota sulo gioia

tenenne  ‘mbraccio carne  ‘e carne toja.

 

 

Verrà quel giorno

 

Napoli si sveglio senza una voce

ma nel silenzio

una litania in un pianto

si udì con quella luce del mattino.

 

Verrà quel giorno, piangeva la litania

stringeva un neonato bianco pallido

lo stringeva forte alla sua carne

una donna con gli occhi stanchi d’acqua

sembrava lo allattasse… cuore a cuore.

 

Verrà quel giorno, piangeva la litania

verrà per andare nella vigna,

canteremo l’uva

ti vedrò ballare dentro il tino

e scalderemo questo sangue con il vino.

 

Con te, uccellino mio,

te, fatto forte e bello come il sole

faremo festa alla tua innamorata

per farmi piangere stavolta solo gioia

tenendo in braccio carne della tua carne.

 

 

Rosana Crispim da Costa

 

Mura di vento

 

Sono nata senza linee

senza confine

con nodi marcanti

La mia esistenza

erba selvaggia rampicante

ovunque nel sertão

nelle rocche

sui grattacieli

L’innocenza e il mio vestito preferito

mi dichiaro

innocente

colpevole

compresa

incompresa

Artista senza diploma

Sciolgo i nodi

esco senza meta

Il mio corpo

mura di vento.

 

 

Oltre

 

Uno spazio gigante

tra gli oceani

in trasferta.

Non un semplice

viaggio

incognito.

Sempre

a dover chiedere permesso.

L’anima e libera.

Non conosce permessi,

diplomazia,

catene.

Lo spazio e gigante.

Gli oceani sono

oltre l’atlantico

dei miei tormenti,

oltre l’indiano

che accarezzerà il mio avvenire,

oltre il pacifico

che ispira le scoperte discrete.

Lo spazio

e unico

quando

dentro

sei

il mondo.

 

 

 

Valeria Raimondi

 

El specc

 

E pó èl sarà ‘l dulur

chèl che sa scont dedrè al

mé specc

a fa parì de eser migä lü

a fa parì de eser l’otra che

só me

Che èl fà‘l paias

che èl crida e ‘l rit

che èl gha na mai asé

 

Isé per eser miä de meno

gnà de piö

Segotarö a sorider, a

petenam

compàgn de‘n gatt che

quand’ che èl ta vet miä

‘l pensa lü, per té, de

isiga piö

 

 

Lo specchio

 

Un giorno, infine, sarà Il

dolore

a nascondersi dietro il mio

specchio

fingendo di non esser lui

fingendo di esser l’Altra che

sono io

Quello che fa il pagliaccio

Quello che ride e piange

Quello che non ne ha mai abbastanza

 

Così, per non essere da

meno

continuerò a sorridere, a

pettinarmi

cosi come un gatto che se

non può vederti

crede di esser lui, invisibile

per te

 

Testi pubblicati per gentile concessione di Rosana Crispim da Costa, promotrice dell’evento e autrice del libro.

 

Immagine in evidenza: Foto di Teri Allen-Piccolo.

Riguardo il macchinista

Maria Rossi

Sono dottore di ricerca in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane, ho conseguito il titolo nel 2009 presso L’Università degli Studi di Napoli l’Orientale. Le migrazioni internazionali latinoamericane sono state, per lungo tempo, l’asse centrale della mia ricerca. Sul tema ho scritto vari articoli comparsi in riviste nazionali e internazionali e il libro Napoli barrio latino del 2011. Al taglio sociologico della ricerca ho affiancato quello culturale e letterario, approfondendo gli studi sulla produzione di autori latinoamericani che vivono “altrove”, ovvero gli Sconfinanti, come noi macchinisti li definiamo. Studio l’America latina, le sue culture, le sue identità e i suoi scrittori, con particolare interesse per l’Ecuador, il paese della metà del mondo.

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