I dettagli (Ghayath Almadhoun)

ridotto 4

I dettagli

 

Sapete perché si muore quando si viene penetrati da una pallottola?

Perché il 70% del corpo umano è composto di acqua

Proprio come se venisse forato un serbatoio

 

 

Era solo uno scontro casuale che danzava lì in fondo al vicolo mentre passavo

O c’era un cecchino che mi osservava e contava i miei ultimi passi?

 

 

Si trattava di una pallottola vagante

O ero io un uomo vagante benché abbia già un terzo di secolo?

 

Si tratta di fuoco amico?

Come può essere

Se non ho mai in vita mia fatto amicizia col fuoco?

 

Pensate che sia stato io a mettermi davanti alla pallottola

O che sia stata lei a mettersi in mezzo?

Allora, come faccio a sapere quando sta per passare e in che direzione va?

 

Un incontro con una pallottola è un incidente nel senso convenzionale

Cioè ciò che avviene tra due macchine?

Il mio corpo e le mie ossa indurite ce la faranno a sfasciare le sue costole

E provocarne la morte?

O forse sopravvivrà?

 

Ha cercato di evitarmi?

Era tenero il mio corpo

E quella cosuccia, piccola come una mora, si sentiva femmina nella mia maschilità?

 

Il cecchino mi ha puntato senza preoccuparsi di appurare se fossi allergico alle pallottole di cecchino

E se si trattasse di allergia acuta, di quelle che possono essere fatali.

Il cecchino non mi ha chiesto il permesso prima di sparare, esempio lampante

Della mancanza di civiltà che è diventata troppo diffusa di questi tempi.

 

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Sondavo la differenza tra rivoluzione e guerra quando una pallottola mi ha attraversato il corpo e ha spento una fiaccola accesa da una maestra delle elementari siriana in collaborazione con un rifugiato palestinese che aveva pagato con la propria terra per risolvere il problema dell’antisemitismo in Europa ed era stato quindi forzato ad emigrare in un posto in cui aveva conosciuto una donna che era come la memoria.

 

Una sensazione deliziosa, come mangiare un gelato in inverno o fare sesso senza protezione con una donna che non conosci in una città che ignori sotto l’influenza di cocaina, o…

 

Un passante mi dice metà delle cose che voleva dirmi quindi gli credo poi ci accoltelliamo come due amanti, una donna mi fa segno di seguirla e la seguo e facciamo un figlio che assomiglia al tradimento, un cecchino mi uccide e così muoio, il cielo precipita sui passanti e i turisti scappano, il cielo precipita sui passanti e il mio cuore non scappa, il cielo precipita all’insù e un poeta commette suicidio collettivo nella sua stanza, sebbene fosse da solo quella sera.

 

Quella sera l’oblio mi fece un’imboscata, quindi comprai la memoria di un soldato che non era ritornato dalla guerra, e quando, quando mi accorsi del difetto temporale, non potei trovare un luogo d’esilio adatto alla mia ferita, quindi decisi di non morire di nuovo.

 

La città è più antica delle memorie, la maledizione è trattenuta dalla malinconia, adesso il tempo è in ritardo ai suoi appuntamenti, le mura lo accerchiano di monotonia, la morte assomiglia alla mia faccia, il poeta si appoggia a una donna nella sua poesia, il generale sposa mia moglie, la città vomita la sua storia e io ingoio le strade mentre la folla ingoia me, mentre distribuisco il mio sangue agli estranei e divido una bottiglia di vino con la mia solitudine, vi scongiuro inviate il mio corpo per consegna espressa, distribuite le mie dita in maniera eguale tra i miei amici.

 

Questa città è più grande del cuore del poeta e più piccola della sua poesia, ma è abbastanza grande perché i morti si possano suicidare senza disturbare nessuno, perché i semafori possano fiorire nelle periferie, perché un poliziotto possa diventare parte della soluzione e le strade meri sfondi per la verità.

 

 

Quella sera, mentre il mio cuore inciampava, un donna di Damasco mi trattenne e mi insegnò l’alfabeto del suo desiderio, ero perduto tra Dio che il saggio aveva piantato nel mio cuore e Dio che avevo toccato nel suo letto,

Quella sera

Mia madre era l’unica a sapere che non sarei ritornato,

Mia madre era l’unica a sapere,

Mia madre era l’unica,

Mia madre.

 

Ho venduto i miei giorni bianchi al mercato nero e ho comprato una casa che guarda sulla guerra e la vista era talmente meravigliosa che non ho potuto resistere alla tentazione, quindi la mia poesia ha deviato dagli insegnamenti del saggio e i miei amici mi hanno accusato di isolarmi, ho spalmato il khol attorno agli occhi e sono diventato più arabo, in un sogno ho bevuto il latte della cammella e mi sono svegliato poeta, guardavo la guerra come il lebbroso guarda gli occhi dei sani e sono arrivato a verità spaventose sulla poesia e sui bianchi, sulla stagione delle migrazioni in Europa, e sulle città che ricevono turisti in tempo di pace e mujaheddin in tempi di guerra, sulle donne che soffrono troppo in tempi di pace e in tempi di guerra diventano carburante per il conflitto.

 

In una città ricostruita come Berlino si cela un segreto che tutti conoscono, cioè che…

No, non starò a ripetere quello che già si sa, ma vi dirò qualcosa che non sapete: il problema delle guerre non è chi muore, ma chi rimane vivo dopo la guerra.

 

Era la più bella guerra mai vissuta in vita mia, piena di metafore e di immagini poetiche, ricordo che sudavo adrenalina e pisciavo fumo nero, che mangiavo la mia carne e mi bevevo le mie grida, la morte con il suo corpo macilento si appoggiava alla distruzione commessa dalla sua poesia e si ripuliva il coltello nel mio sale, e la città lucidava le mie scarpe con la sua sera e la città sorrideva e la città contava le dita del mio dolore lasciandole poi cadere sulla strada che a lei conduceva, la morte piange e la città ricorda i tratti del suo assassino e mi manda una coltellata per posta, minacciandomi di felicità, e appende il mio cuore ad asciugarsi con il bucato lì tra due ricordi, e l’oblio mi attira verso me stesso, profondamente verso me stesso, profondamente, tanto ché la mia lingua cade sul mattino e i balconi precipitano sulle canzoni, i veli delle donne sui baci, le strade secondarie sul corpo delle donne, i dettagli delle strade sulla storia, la città cade sui cimiteri, i sogni sulle prigioni, i poveri sulla gioia, e io cado sulla memoria.

 

Quando divenni membro del Sindacato dei Morti, i miei sogni migliorarono e cominciai a praticare liberamente gli sbadigli, e nonostante cantassero i tamburi della guerra accanto al mio corpo gonfio avevo un sacco di tempo per fare amicizia con un cane randagio, che decise di non mangiare il mio corpo nonostante la fame, e si accontentò di dormire ai miei piedi.

Un certo numero di persone cercarono di trascinarmi via, ma il cecchino si mise a litigare con la sua pistola quindi cambiarono idea, era un uomo d’onore il cecchino, lavorava onestamente e quindi non sprecava tempo o persone.

 

 

 

Quel piccolo foro

Che rimaneva dopo il passaggio della pallottola,

Mi svuotò dei miei contenuti

Tutto fuoriuscì delicatamente

I ricordi

I nomi degli amici

La vitamina C

I canti nuziali

Il vocabolario arabo

La temperatura di 37 gradi

L’acido urico

Le poesie di Abu Nuwas

E il mio sangue

 

Il momento in cui l’anima inizia a fuggire da quella piccola porta aperta dalla pallottola, le cose diventano più chiare, la teoria della relatività si trasforma in qualcosa di lampante, le equazioni matematiche che un tempo afferravamo vagamente diventano semplici, ci ricordiamo i nomi dei compagni di classe dimenticati, la vita improvvisamente si illumina in dettaglio perfetto, la nostra cameretta, il latte della mamma, il primo tremante orgasmo, le vie del campo rifugiati, il ritratto di Yasser Arafat, il profumo del caffè al cardamomo dentro casa, il suono della chiamata alla preghiera del mattino, Maradona in Messico nel 1986 e tu.

 

Come se stessi mangiando le dita della tua amata o succhiando un cavo dell’elettricità, o come se ti stessero inoculando contro le schegge, come se tu fossi un ladro di memoria, vieni, abbandoniamo la poesia, diamo in cambio le canzoni dell’estate per le garze e le poesie del raccolto per filo di sutura, lascia la tua cucina e le camerette dei bambini e seguimi per andare a bere il tè dietro ai sacchi di sabbia, il massacro ha spazio per tutti, metti i sogni nel ripostiglio e annaffia abbondantemente le piante sul balcone, perché la discussione con il ferro potrebbe andare avanti a lungo, abbandona Rumi, Averroè ed Hegel e portati dietro Machiavelli e Huntington e Fukuyama, e perché adesso ci servono, lasciati alle spalle la tua risata, la tua camicia celeste e il letto caldo e portati i denti e le unghie e un coltello da caccia, e vieni.

 

Butta via il Rinascimento e porta l’Inquisizione.

Butta via la civiltà europea e porta la Notte dei Cristalli.

Butta via il socialismo e porta Iosif Stalin.

Butta via le poesie di Rimbaud e porta la tratta degli schiavi.

Butta via Michel Foucault e porta il virus dell’AIDS.

Butta via la filosofia di Heidegger e porta la purezza della razza ariana.

Butta via il sole che splende ancora di Hemingway e porta la pallottola in testa

Butta via la notte stellata di Van Gogh e porta il suo orecchio tagliato.

Butta via la Guernica di Picasso e porta la Guernica vera con il suo odore di sangue fresco.

Queste sono le cose che ci servono ora, ne abbiamo bisogno per dare avvio ai festeggiamenti.

 

di Ghayath Almadhoun, traduzione italiana di Pina Piccolo dalla traduzione inglese di Catherine Cobham, rivista dall’originale arabo da Sana Darghmouni Licenza Creative Commons  Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Per un esempio di video-poesia dell’autore in collaborazione con Marie Silkeberg, seguire questo link per vedere The Celebration  http://movingpoems.com/2014/06/the-celebration-by-ghayath-almadhoun/

 

 

Ghayathartsy

 

Ghayath Almadhoun è un poeta palestinese nato in Siria, nel 1979, in un campo rifugiati di Damasco. Ha studiato letteratura araba all’università di Damasco e ha pubblicato tre raccolte di poesia. Nel 2008 è emigrato in Svezia, paese in cui ha pubblicato due raccolte di poesia, la più recente Till Damaskus scritta insieme alla poeta svedese Marie Silkeberg  con la quale ha prodotto anche diversi film di poesia. Le sue opere sono state tradotte in svedese, tedesco, olandese, greco, sloveno, italiano, inglese, francese, danese, cinese, etc.  

 

Segue testo originale arabo.

 

التفاصيل

أتعرفُ لمَ يموتُ الناسُ حين تثقبهم رصاصة؟

لأن 70% من جسمِ الإنسانِ يتكوَّنُ من الماء

تماماً كما لو أنَّكَ تُحدثُ ثقباً في خزان ماء.

***

أكانَ اشتباكاً اعتباطياً يرقصُ في رأسِ الحارةِ حين مَرَرْتُ؟

أم أنَّ قناصاً كان يترصَّدُني ويعدُّ خطواتي الأخيرة؟

* * *

هل كانتْ رصاصةً طائشةً؟

أم أنَّني الذي كنتُ طائشاً بالرغمِ من بلوغهِ ثلثَ قرنٍ من العمرِ؟

* * *

أهي نيرانٌ صديقةٌ؟

كيف؟

وأنا لم أصادقْ نيراناً من قبل.

* * *

أترى أنا من مرَّ في طريقِ الرصاصةِ فأصابَها؟

أم مرتْ هي في طريقي فأصابتني؟

ثم كيف لي أنْ أعرفَ مواعيدَ مرورها وأية طريقٍ ستجتاز؟

* * *

هل التقاطعُ مع رصاصةٍ يعتبرُ حادثَ اصطدامٍ بالمعنى التقليدي؟

كالذي يحدثُ بين سيارتين؟

وهل جسدي وعظامي الصلبةُ ستحطمُ ضلوعها أيضاً؟

وتتسببُ في وفاتها؟

أم أنها ستنجو؟

* * *

هل حاولتْ أن تتفاداني؟

هل كان جسدي طرياً؟

وهل شعرتْ تلكَ الصغيرةُ مثل حبةِ توتٍ بأنوثتها في ذكورتي؟

* * *

القناصُ صوَّبَ نحوي بدون أنْ يكلِّفَ نفسه عناءَ معرفةِ أنَّ لديَّ حساسيَّةً من رصاصِ القناصةِ،

وهي حساسيةٌ من الدرجةِ الأولى، وقد تؤدِّي للوفاة.

* * *

القناصُ لم يستأذنِّي قبلَ أنْ يُطلق، وفي هذا قلةُ أدبٍ واضحةٌ أصبحتْ خطأً شائعاً في هذه الأيام.

ــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــــ

كنتُ أبحثُ عن الفرقِ بين الثورةِ والحربِ عندما عبرتْ رصاصةٌ جسدي، فانطفأتْ شُعلةٌ أوقدتها

معلمةُ مدرسةٍ ابتدائيةٍ من سوريا بالاشتراكِ مع لاجئٍ فلسطينيٍ دَفَعَ أرضَهُ حلاً لمعاداةِ السَّامية في

أوروبا وهُجِّرَ إلى حيثُ التقى امرأةً تشبهُ الذكريات.

ـــــــــــــــــــــــــــ

لقد كان شعوراً رائعاً، يشبهُ أكلَ قطعةِ مثلجاتٍ في الشتاء، أو ممارسةَ الجنسِ دون واقٍ مع امرأةٍ

غريبةٍ في مدينةٍ غريبةٍ تحتَ تأثيرِ الكوكايين، أو…

ـــــــــــــــــــــــــــ

يقولُ لي عابرٌ نصفَ ما يرغبُ في قولهِ فأصدِّقهُ ثم نطعنُ بعضنا كعاشقين، تومئُ لي سيدةٌ أنْ أتبَعَهَا فأفعلُ وننجبُ طفلاً يشبهُ الخيانةَ، يقتلني قناصٌ فأموتُ، السماءُ تسقطُ على المارةِ فيهربُ السياحُ، السماءُ تسقطُ على المارةِ ولا يهربُ قلبي، السماءُ تسقطُ إلى الأعلى فينتحرُ شاعرٌ في غرفته انتحاراً جماعياً رغم أنَّهُ كان وحيداً ذلك المساء.

ـــــــــــــــــــــــــــ

في ذلك المساء، داهمني النسيانُ على غفلةٍ فاشتريتُ ذاكرةَ جنديٍ لم يعدْ من الحربِ، وحين انتبهتُ إلى خللِ الوقتِ لم أستطعْ أنْ أجدَ منفىً يليقُ بجرحي لذلك قررتُ ألَّا أموتَ ثانيةً.

ـــــــــــــــــــــــــــ

المدينةُ أقدمُ من الذكرياتِ، اللعنةُ مسورةٌ بالاكتئابِ، الوقتُ متأخرٌ عن مواعيدهِ، الأسوارُ تحيطُ

الزمنَ بالرتابةِ، الموتُ يشبهُ وجهي، الشاعرُ يتكئُ على امرأةٍ في قصيدتهِ، الجنرالُ يتزوجُ زوجتي،

المدينةُ تتقيأُ تاريخها وأنا أبتلعُ الشوارعَ ويبتلعُني الزحام، أنا الذي أوزعُ دَمِي على الغرباء، وأتقاسمُ

زجاجة النبيذِ مع وحدتي، أرجوكم، أرسلوا جثتي بالبريد السريع، وزعوا أصابعي بالتساوي على

أصدقائي.

ـــــــــــــــــــــــــــ

هذه المدينةُ أكبرُ من قلبِ شاعرٍ وأصغرُ من قصيدته، لكنَّها كافيةٌ لينتحرَ الموتى دون أنْ يزعجوا

أحداً، ولتزهرَ إشاراتُ المرورِ في الضواحي، ليصبحَ الشرطيُّ جزءاً من الحلِّ والشوارعُ مجرَّدَ

خلفيةٍ للحقيقة.

ـــــــــــــــــــــــــــ

في ذلك المساء، حين تعثَّرَ قلبي، أمسكتني دمشقيةٌ وعلَّمتني أبجديةَ شهوتها، كنتُ ضائعاً بين الله

الذي زرعَهُ الشيخُ في قلبي وبين الله الذي لمستهُ في فِراشها، ذلك المساء،

أمي وحدَها من عرفتْ أنَّني لن أعود،

أمي وحدها من عرفتْ،

أمي وحدها،

أمي.

ـــــــــــــــــــــــــــ

لقد بعتُ أيامي البيضاءَ في السوقِ السوداءَ، واشتريتُ منزلاً يطلُّ على الحرب، لقد كانتِ الإطلالةُ

رائعةً لدرجةِ أنَّني لم أقاومْ إغراءَها، فانحرفتْ قصيدتي عن تعاليمِ الشيخ، واتَّهمني أصدقائي

بالعُزلة، وضعتُ كُحلاً على عيني فازدادتْ عروبتي، وشربتُ حليبَ الناقةِ في الحُلمِ فصحوتُ

شاعراً، كنتُ أراقبُ الحربَ كما يراقبُ المصابون بالجُذامِ عيونَ الناس، ولقد توصَّلتُ إلى حقائقَ

مرعبةٍ عن الشِّعرِ والرجلِ الأبيض، عن موسمِ الهجرة إلى أوروبا، وعن المدنِ التي تستقبلُ السيَّاحَ

في أيَّامِ السِلْم والمجاهدين في أيَّامِ الحرب، عن النساء اللواتي يُعَانين الأمرَّين في أيَّامِ السِلْم

ويُصبحن وقوداً للحربِ في أيَّامِ الحرب.

ـــــــــــــــــــــــــــ

في مدينةٍ أُعيدَ إعمارها مثل برلين، يكمنُ السِّرُّ الذي يعرفهُ الجميع، وهو أنَّ الـ…

لا، لنْ أكرِّرَ ما هو معروفٌ، لكنَّني سأُخبركم بما لا تعرفون: ليستْ مشكلةُ الحربِ في من يموتون،

مشكلتها في من يبقونَ أحياءَ بعدها.

ـــــــــــــــــــــــــــ

لقد كانتْ أجملَ حربٍ خُضتها في حياتي، مليئةً بالمجازاتِ والصورِ الشعرية، أتذكَّرُ كيف أنَّني كنتُ أتعرَّقُ أدريناليناً، وأبولُ دخاناً أسودَ، كيفَ كُنتُ آكلُ لحمي وأشربُ صراخاً، كان الموتُ بجسدهِ الهزيلِ يتكئُ على ما اقترفتْ قصيدتهُ من خرابٍ، ويمسحُ سِكِّينهُ من مِلْحي، وكانتِ المدينةُ تفرُكُ حذائي بمسائِها فيبتسمُ الطريقُ، وتعدُّ أصابعَ حزني وتُسقطُها في الطريق إليها، الموتُ يبكي والمدينةُ تتذكَّرُ ملامحَ قاتِلها وتُرسلُ لي طعنةً عن طريق البريدِ، تهدِّدُني بالفرحِ، وتنشرُ قلبي على حبلِ غسيلها الممدودِ بين ذاكرتين، وأنا يشدُّني النسيانُ إليَّ، عميقاً إليَّ، عميقاً، فتسقطُ لُغتي على الصباحِ، تسقطُ الشرفاتُ على الأغاني، المناديلُ على القُبُلاتِ، الشوارعُ الخلفيةُ على أجسادِ النساءِ، تفاصيلُ الأزقةِ على التاريخِ، تسقطُ المدينةُ على المقابرِ، الأحلامُ على السجونِ، الفقراءُ على الفرح، وأنا أسقطُ على الذكرى.

ـــــــــــــــــــــــــــ

حين أصبحتُ عضواً في اتحادِ القتلى، تحسَّنتْ أحلامي، وأصبحتُ أمارسُ التثاؤبَ بحرية، ورغمَ

طبولِ الحربِ التي تُغنِّي قُربَ جسدي المنتفخ، إلا أنَّني وجدتُ متَّسعاً من الوقتِ كي أصادقَ كلباً

مشرداً، اختارَ ألَّا يأكل من جثتي رغم جوعهِ، واكتفى بالنومِ قُربَ قدمَيّ.

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حاولَ عدةُ أشخاصٍ انتشالي، إلَّا أنَّ القنَّاصَ ناقَشَهُم ببندقيتهِ فغيَّروا رأيهم، لقد كانَ قنَّاصاً شريفاً،

يعملُ بأمانة، ولا يضيعُ وقتاً وأُناساً.

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ذلك الثقبُ الصغير

المتبقي بعد مرورِ الرصاصة

أفرَغَ محتوياتي

لقد كانَ كلُّ شيءٍ يتسرَّبُ بهدوء

الذكرياتُ

أسماء الأصدقاءِ

فيتامين C

أغاني الأعراس

القاموسُ العربي

درجةُ حرارةِ 37

حمضُ البول

قصائدُ أبي نواس

ودَمِي.

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في اللحظةِ التي تبدأُ فيها الرُّوحُ بالهروبِ من البوابةِ الصغيرةِ التي فتحتها الرصاصة، تصبحُ

الأشياءُ أكثرَ وضوحاً، النظريةُ النسبيةُ تتحولُ إلى أمرٍ بديهي، معادلاتُ الرياضياتِ التي كانتْ

مُبهمةً تغدو أمراً يسيراً، أسماءُ زملاء الدراسةِ الذين نسينا أسماءَهم تعودُ إلى الذاكرة، الحياةُ بكاملِ

تفاصيلها تُضيءُ فجأةً، غرفةُ الطفولة، حليبُ الأمِّ، الرعشةُ الأولى، شوارعُ المخيم، صورةُ ياسر

عرفات، رائحةُ القهوةِ مع الهيل في ثنايا المنزل، صوتُ أذان الصبح، مارادونا في المكسيكِ عام

1986، وأنتِ.

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تماماً، كما لو أنَّكَ تأكلُ أصابعَ حبيبتكَ، تماماً كما لو أنَّكَ ترضعُ سلكَ الكهرباء، كما لو أنَّكَ تأخذُ لُقاحاً ضدَّ الشظايا، كما لو أنَّكَ لِصُّ ذكرياتٍ، تعال لِنُمسك عن الشِّعر، ونستبدل أغنياتِ الصيفِ بِشَاشٍ طبيٍ، وقصائدَ الحصادِ بخيطانِ العمليَّاتِ الجراحية، اتركْ مطبخكَ وغرفة الأطفال واتبعني لنشربَ الشاي خلفَ أكياسِ الرمل، إنَّ المجزرةَ تتَّسعُ للجميع، ضعْ أحلامكَ في السقيفةِ واسْقِ نباتاتِ الشُّرفةِ جيداً، فقد يَطُولُ النقاشُ مع الحديد، اتركْ خلفكَ جلال الدين الرومي وابن رشد وهيغل، واجلبْ معكَ ميكافيللي وهنتنجتون وفوكوياما، فنحن نحتاجهم الآن، اتركْ ضحكاتك وقميصكَ الأزرق وسريركَ الدافئ، وهاتِ أظافركَ وأنيابكَ وسكينَ الصَّيدِ وتعال.

ـــــــــــــــــــــــــــ

ارمِ عصرَ النَّهضةِ واجلبْ محاكمَ التفتيش

ارمِ حضارةَ أوروبا واجلبْ ليلةَ الكريستال

ارمِ الاشتراكيةَ واجلبْ جوزيف ستالين

ارمِ قصائدَ رامبو واجلبْ تجارةَ الرقيق

ارمِ ميشيل فوكو واجلبْ فايروس الإيدز

ارمِ فلسفةَ هايدغر واجلبْ نقاءَ العرق الآري

ارمِ شمسَ هيمنجواي التي لا تزالُ تُشرقُ واجلبْ رصاصةً في الرأس

ارمِ ليلةَ فان غوخ المضيئةَ بالنجومِ واجلبْ أذنه المقطوعة

ارمِ غورنيكا بيكاسو واجلبْ غورنيكا الحقيقيةَ برائحةِ دَمِها الطازج

نحنُ نحتاجُ هذه الأشياء الآن، نحتاجُها كي نبدأَ الاحتفال.

 

 

Immagine in evidenza: Opera grafica di Irene De Matteis

Foto dell’autore a cura di Ghayath Almadhoun.

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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