…ho provato a immaginare…
Ho provato a immaginare di dover scappare via
di lasciare tutto
di lasciare casa
di lasciare famiglia e amici
di lasciare volti cari e luoghi, senza sapere quando e se li avrei mai rivisti
ho provato a immaginare di andare via senza un saluto, senza un bacio ne la consolazione
di un abbraccio, senza le lacrime di un addio o la speranza di un arrivederci
ho provato a immaginare una fuga e la paura
ho provato a immaginare una scelta dolorosa pensata 100 notti
ho provato a immaginare di non avere scelta
ho provato a immaginare di non avere speranza
ho provato a immaginare di dover avere la forza, di volerne tanta per me e ancora di più per gli altri
ho provato a immaginare la fatica
ho provato a immaginare il dolore
ho provato a immaginare il terrore
ho provato a immaginare il ricatto
ho provato a immaginare l’angoscia
ho provato a immaginare una strada che non conoscevo ma che dovevo seguire
ho provato a immaginare una rotta
ho provato a immaginare di dovercela fare giorno per giorno
ho provato a immaginare di voler tornare indietro
ho provato a immaginare un pianto sordo
ho provato a immaginare il freddo
ho provato a immaginare la sete
ho provato a immaginare la fame
ho provato a immaginare il buio
ho provato a immaginare la polvere
ho provato a immaginare il sangue
ho provato a immaginare afa e sole da togliere il fiato e bruciare la pelle
ho provato a immaginare stanchezza
ho provato a immaginare di desiderare un sollievo e non vederlo arrivare per ore e giorni
ho provato a immaginare un’umiliazione
ho provato a immaginare un amico, tanti
ho provato a immaginare un tradimento per la vita
ho provato a immaginare di tradire per salvarmi
ho provato a immaginare la vergogna di cose dette, di cose fatte, sperando di vedere ancora il sole
ho provato a immaginare di dover scegliere la morte
ho provato a immaginare di doverla scegliere per un altro
ho provato a immaginare la rabbia
ho provato a immaginare una sola via d’uscita
ho provato a immaginare le catene
ho provato a immaginare le sbarre
ho provato a immaginare il vomito
ho provato a immaginare i colpi
ho provato a immaginare l’asfissia
ho provato a immaginare ferite febbre ossa rotte
ho provato a immaginare certi sguardi
ho provato a immaginare crudeltà disumana e sdegno ricevuto
ho provato a immaginare di chiedermi perchè
ho provato a immaginare la tortura
ho provato a immaginare di non pensare uomo chi ti sta di fronte
ho provato a immaginare di non sentirmi più UOMO
ho provato a immaginare di non sentirmi più IO
ho provato a immaginare di dover dimenticare il mio corpo
ho provato immaginare di voler dimenticare la mia mente
ho provato a immaginare nuove fughe ed incertezze
ho provato a immaginare una barca e una paura nuova
ho provato a immaginare una piccola speranza nell’ignoto
ho provato a immaginare la follia
ho provato a immaginare di non potermi muovere
ho provato a immaginare troppe persone accanto
ho provato a immaginare troppa acqua attorno
ho provato a immaginare l’abisso e le stelle
ho provato a immaginare odore di gasolio
ho provato a immaginare bruciare senza tregua
ho provato a immaginare affogare e non nuotare
ho provato a immaginare giubbotti mani legna appigli
ho provato a immaginare la salvezza
ho provato a immaginare di non capire
ho provato a immaginare di non saper parlare
ho provato a immaginare una preghiera
ho provato a immaginare un grazie
ho provato con tutte le forze a immaginare
con il cuore andavo avanti ma la testa mi ha fermato
per non andare giù a immaginare l’inferno
forse mi sono salvato, ma è stata solo fortuna di alcuni mentre di altri destino sbagliato
Mi chiamo Alfò Antonino, siciliano di 35 anni, non amo parlare di me o di quello che faccio ma ultimamente penso che il silenzio possa sembrare complicità ed è per questo che bisogna alzare la voce, sono un educatore professionale, da 6 anni lavoro con i minori stranieri non accompagnati, credo che l’incontro con l’altro sia sempre un’opportunità di scoperta e crescita, preferisco le porte e i ponti rispetto ai muri, mi auguro che informazione, curiosità ed empatia riescano a sconfiggere paure, anacronismi e barriere.
Immagine in evidenza, foto di Tracy Allen.