… ho provato a immaginare – Antonino Alfò

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…ho provato a immaginare…

 

Ho provato a immaginare di dover scappare via

di lasciare tutto

di lasciare casa

di lasciare famiglia e amici

di lasciare volti cari e luoghi, senza sapere quando e se li avrei mai rivisti

ho provato a immaginare di andare via senza un saluto, senza un bacio ne la consolazione
di un abbraccio, senza le lacrime di un addio o la speranza di un arrivederci

ho provato a immaginare una fuga e la paura

ho provato a immaginare una scelta dolorosa pensata 100 notti

ho provato a immaginare di non avere scelta

ho provato a immaginare di non avere speranza

ho provato a immaginare di dover avere la forza, di volerne tanta per me e ancora di più per gli altri

ho provato a immaginare la fatica

ho provato a immaginare il dolore

ho provato a immaginare il terrore

ho provato a immaginare il ricatto

ho provato a immaginare l’angoscia

ho provato a immaginare una strada che non conoscevo ma che dovevo seguire

ho provato a immaginare una rotta

ho provato a immaginare di dovercela fare giorno per giorno

ho provato a immaginare di voler tornare indietro

ho provato a immaginare un pianto sordo

ho provato a immaginare il freddo

ho provato a immaginare la sete

ho provato a immaginare la fame

ho provato a immaginare il buio

ho provato a immaginare la polvere

ho provato a immaginare il sangue

ho provato a immaginare afa e sole da togliere il fiato e bruciare la pelle

ho provato a immaginare stanchezza

ho provato a immaginare di desiderare un sollievo e non vederlo arrivare per ore e giorni

ho provato a immaginare un’umiliazione

ho provato a immaginare un amico, tanti

ho provato a immaginare un tradimento per la vita

ho provato a immaginare di tradire per salvarmi

ho provato a immaginare la vergogna di cose dette, di cose fatte, sperando di vedere ancora il sole

ho provato a immaginare di dover scegliere la morte

ho provato a immaginare di doverla scegliere per un altro

ho provato a immaginare la rabbia

ho provato a immaginare una sola via d’uscita

ho provato a immaginare le catene

ho provato a immaginare le sbarre

ho provato a immaginare il vomito

ho provato a immaginare i colpi

ho provato a immaginare l’asfissia

ho provato a immaginare ferite febbre ossa rotte

ho provato a immaginare certi sguardi

ho provato a immaginare crudeltà disumana e sdegno ricevuto

ho provato a immaginare di chiedermi perchè

ho provato a immaginare la tortura

ho provato a immaginare di non pensare uomo chi ti sta di fronte

ho provato a immaginare di non sentirmi più UOMO

ho provato a immaginare di non sentirmi più IO

ho provato a immaginare di dover dimenticare il mio corpo

ho provato immaginare di voler dimenticare la mia mente

ho provato a immaginare nuove fughe ed incertezze

ho provato a immaginare una barca e una paura nuova

ho provato a immaginare una piccola speranza nell’ignoto

ho provato a immaginare la follia

ho provato a immaginare di non potermi muovere

ho provato a immaginare troppe persone accanto

ho provato a immaginare troppa acqua attorno

ho provato a immaginare l’abisso e le stelle

ho provato a immaginare odore di gasolio

ho provato a immaginare bruciare senza tregua

ho provato a immaginare affogare e non nuotare

ho provato a immaginare giubbotti mani legna appigli

ho provato a immaginare la salvezza

ho provato a immaginare di non capire

ho provato a immaginare di non saper parlare

ho provato a immaginare una preghiera

ho provato a immaginare un grazie

ho provato con tutte le forze a immaginare

con il cuore andavo avanti ma la testa mi ha fermato

per non andare giù a immaginare l’inferno

forse mi sono salvato, ma è stata solo fortuna di alcuni mentre di altri destino sbagliato

 

 

 

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Mi chiamo Alfò Antonino, siciliano di 35 anni, non amo parlare di me o di quello che faccio ma ultimamente penso che il silenzio possa sembrare complicità ed è per questo che bisogna alzare la voce, sono un educatore professionale, da 6 anni lavoro con i minori stranieri non accompagnati, credo che l’incontro con l’altro sia sempre un’opportunità di scoperta e crescita, preferisco le porte e i ponti rispetto ai muri, mi auguro che informazione, curiosità ed empatia riescano a sconfiggere paure, anacronismi e barriere.

 

Immagine in evidenza, foto di Tracy Allen.

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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