“Hitler e Chaplin” atto unico inedito di Julio Monteiro Martins

a ridotto 6

 

HITLER E CHAPLIN

 

 

ATTO UNICO

 

 

Personaggi:

 

  • Una donna
  • Un uomo

 

 

LUI
Anno 2000! Non mi sembra vero… sembra fantascienza.

 

LEI
Eh, sì. Ma noi ci siamo arrivati lì, o meglio noi ci siamo arrivati qui. Qui nell’anno 2000.

 

LUI
Sai, io mi ricordo quando ero bambino, di un film chiamato “2001 Odissea nello spazio”. Senti che titolo… io pensavo all’anno 2001 come a una cosa molto lontana, che non ci sarei mai arrivato. Il 2001 era per le altre generazioni, capisci… invece è l’anno prossimo!

 

LEI
Incredibile, vero? Siamo noi gli abitanti del secolo 21. Nessuno ci credeva e invece eccoci, ci siamo noi.

 

LUI
Io pensavo che sarebbe stato assai diverso, più emozionante, mah.

 

LEI
Ma è diverso. Solo che siccome il tempo passa così lentamente, a te non sembra così.

 

LUI
Pensi davvero? Beh, io immaginavo qualcosa di più tecnologico nell’anno 2000.

 

LEI
Più “tecnologico”? Ma che antico che sei. Ho già capito. Tu volevi quei piccoli robot dei pronipoti che fanno tutto per te, ti fanno il caffè, ti lavano il pavimento, ti sistemano la casa, ti lavano le mutandine, e ti portano anche a spasso il cane.

 

LUI
Il secolo è già finito. THE END. Può essere già visto dal di fuori. È dispensa di storia generale. Da ora in poi dovrò dire: sono nato verso la metà del secolo scorso. Devo abituarmi a questa idea.

 

LEI
Hai già nostalgia del ventesimo secolo ! Ma tu sei proprio nostalgico.

 

LUI
Io, noh!!!! Per me poteva finire anche prima…

 

LEI
Quando qualcuno in un lontano futuro avrà idea di fare un film ambientato nel ventesimo secolo, cosa pensi che sceglieranno come simboli tipici per trasportare gli spettatori nell’epoca?

 

LUI
Tu vuoi già sapere qual è il kitsch del ventesimo secolo?

 

LEI
Sì, certo. Voglio sapere quali sono i clichè che rimarranno. Chissà. Forse il “kitsch” stesso fa secolo 20…

 

LUI
Ah, sì! Ma ci sono cose visibilmente più marcanti. La torre Eiffel, per esempio, ha dominato il secolo, con quella sua struttura di ferro apparente, il culto dell’industria.

 

LEI
E allora Brasilia? È il volto del secolo, il Brasile voleva diventare “moderno” più del Moderno, e così ha fatto Brasilia.

 

LUI
Eh sì, Brasilia è la Versailles cubista. Stili radicali.

 

LEI

– Vuoi sapere una cosa che fa proprio secolo 20? Le sigle. Tutte le sigle: U.R.S.S. contro U.S.A., C.I.A. contro K.G.B., F.B.I., U.F.O., U.S.L. che è diventata A.S.L., C.G.L., C.I.S.L., U.I.L… M.S.I….

 

LUI
S.I. Sei andata a cercarlo nel fondo del baule.

 

LEI
Baule fa diciannovesimo secolo, ci si teneva il corredo. Io l’ho trovato nel mio beauty-case.

 

LUI
E Superman? Ma che pretese avevano. Tutta quella megalomania della Era Roosevelt.

 

LEI
E la febbre dei dischi volanti? Il cervello-elettronico? La mafia di Chicago?

 

LUI
Il complesso di Edipo del Dott. Freud?

 

LEI
Il No-gas Giuliani?

 

LUI
E “energia è uguale a massa per velocità della luce al quadrato”, faceva impazzire le persone che cercavano di capire la relatività dello spazio-tempo.

 

LEI
E così Einstein ha finito per prestare il suo volto e i suoi capelli a tutti gli scienziati pazzi dei cartoni animati che sono venuti dopo.

 

LUI
Ti ricordi Eta Beta, e la banda dei bassotti?

 

LEI
Sì, sì, sono proprio il ritratto del secolo 20! E i figli dei fiori? Jack Kerouac, George Harrison, Jimmy Hendrix?…

 

LUI
Erano psichedelici. Prendevano acido lisergico…

 

LEI
Kerouac era del tempo delle pasticche. Non c’era ancora il “simbolo hippie della pace”.

 

LUI
E Elvis- the-pelvis, che sculettava ad Acapulco? Poi è morto di overdose di cibo ed è diventato santo con diritto a pellegrinaggio.

 

LEI
E San Gandhi, San Luther King, San Chico Mendes…

 

LUI
Padre Stalin, Padre Perón, Padre Andreotti.

 

LEI
No, per favore.

 

LUI
Il libretto rosso di Mao, il secolo dei tiranni della repubblica, il secolo delle grandi persecuzioni.

 

LEI
Che follia! Io immagino uno scenografo pigro, incompetente, che fa del ventesimo secolo  un calderone e lo dà al regista del film. Nessuno si accorge di questo arrosto. Io vedo il film così: una strada buia con montagne di spazzatura sul marciapiede, piene di insegne al neon: Pepsi, Gillette, Sony, e di vetrine con scritto “SALE”.

 

LUI
Tutto questo nella U.R.S.S.

 

LEI
Tre punk escono da una Citroen squalo nera e entrano nel bistrot Rive Gauche, che mostra su una parete una riproduzione del quadro Guernica di Picasso, e sull’altra un poster di John Lennon, con stampato il testo di “Imagine”. Dentro il bistrot alcuni gangsters cercano di ascoltare alla radio un discorso infiammato di Hitler, mentre alcune conigliette topless, masticano chewing gum e ballano al suono di una banda jazz del tipo Count Basie o Duke Ellington. In fondo, TV in bianco e nero, senza volume, mostra Pelè che dribbla il difensore, segna, e celebra col pugno in alto. Tutti gli uomini nel bistrot hanno il volto sbarbato e i capelli corti, tranne il punk. Il cameriere, giacca bianca e farfalla, domanda: “I signori cosa desiderano?”.

 

LUI
Coca-cola, chiaro.

 

LEI
Tranne uno che chiede “martini dry”, con uno stuzzicadenti infilzato in un’oliva.

 

LUI
Il drink favorito dall’agente 007.

 

LEI
Accanto al tavolo una bambina tipo Shirley Temple succhia con una cannuccia un milkshake alla fragola.

 

LUI
Mentre legge Paperino.

 

LEI
Perché non Flash Gordon? I punk sono seduti di fronte alle loro bottiglie di coca-cola, quando una ragazza punk rompe il silenzio al tavolo: “il mio psicanalista dice che non devo prendere la pillola anticoncezionale”, e l’altro risponde: “andiamo in un sex-shop e dimentichiamo le paranoie”. La ragazza si entusiasma e dice: “veloci, compagni, andiamo, rompendo la barriera del suono”.

 

LUI
Chi ha rotto la barriera del suono? Lo Sputnik o il Titanic?

 

LEI
Credo che sia stata il  Challenger, un razzo che è esploso con a bordo una maestra delle elementari.

 

LUI
Bene, adesso finisco io il film. Al tavolo c’è un punk che non vuole andare al sex-shop. Lui è serio, gioca a flipper ed è preoccupato dal discorso di Hitler. Sarà che Hitler costruirà il muro della vergogna, prima o dopo il Carnevale?

 

LEI
Lui non vuole perdere la sfilata dei carri. Sai, tutti quei coriandoli e stelle filanti.

 

LUI
Ma lo scenografo del tuo film si è dimenticato del vagabondo di Chaplin. Se ne è accorto anche il regista. Lo scenografo sarà licenziato, a meno che…

 

LEI
… che non dica che Hitler e Chaplin erano la stessa persona. Basta guardare i baffetti. Lui porta le foto del film “Il Grande Dittatore” per provare che aveva ragione. Ma il resto della troupe non è tanto convinta, perché tutti nel ventesimo secolo portavano quei baffetti.

 

LUI
Come le parrucche nel 700.

 

LEI
Mentre i punk decidono se andare al sex-shop o al cinema Odeon per vedere Casablanca…

 

LUI
Quello del flipper preferisce un film di Bergman sul desiderio edipico e la pulsione di morte.

 

LEI
Mentre loro decidono, esplode una bomba e il bistrot si disintegra.

 

LUI
Secolo 20, il secolo delle bombe. Le bombe tonde con la miccia degli anarchici di Pietrogrado. I funghi di Hiroshima e Nagasaki. Gli esplosivi plastici degli sciiti e del narcotraffico…

 

LEI
E Beirut, eh? Secondo me fa più secolo 20 di Brasilia. Quei palazzi rettangolari a 5 piani in rovine, Le macchine sotto le macerie dell’esplosione.

 

LUI
E gli elmetti tondi? Dall’inizio alla fine del secolo tutti i soldati di tutti i paesi hanno usato quegli elmetti di ferro, tondi. È il cappello del secolo, come il cilindro nell’800.

 

LEI
Ah, ma uno dei miei punk non muore nell’esplosione, è solo gravemente ferito.

 

LUI
Morte cerebrale istantanea. Il corpo è mantenuto vivo tramite gli apparecchi e la famiglia non sa decidere se staccare o no i fili. La NBC trasmette una serie in cinque episodi “basata su un caso reale”, sull’impasse etico della famiglia del giovane punk. La famiglia fa causa alla NBC e chiede un milione di dollari come indennizzo. La Krupp e la Honda, che sponsorizzano la serie, si accollano il risarcimento. McLuhan scrive un articolo per il Village Voice sul potere emergente dei serial tv. Gli agenti della GESTAPO invadono e depredano il Village Voice…

 

LEI
Aspetta un po’, lasciami continuare il film. Il ragazzo è estratto dalle macerie e trasportato da un’ambulanza della Croce Rossa all’ospedale più vicino. Viene rapidamente steso sulla lettiga, circondato da medici e infermieri, spinto nei corridoi verso l’unità di terapia intensiva. Una sala tutta bianca con lampade a luce fredda, dove ci sono già due pazienti in stato grave.

 

LUI
Uno con AIDS, l’altro con leucemia. Il secolo delle morti invisibili.

 

LEI
Nella stanza accanto all’unità di terapia intensiva, un infermiere attacca la foto di una pin-up di Playboy sulla parete, mentre l’altro legge un giornale che porta come titolo “L’ARRIVO DELL’UOMO SULLA LUNA: UN PICCOLO PASSO PER L’UOMO, UN GRANDE PASSO PER L’UMANITÀ”.

 

LUI
I nostri cosmonauti hanno già percorso dodici orbite intorno alla Terra. La Terra è azzurra! Dio non c’è! God bless America!

 

LEI
Dalla radio, nella piccola stanza degli infermieri, Hitler continua il suo discorso interminabile, sempre interrotto dalle grida di Sieg Heil! Sieg Heil!

 

LUI
O dalla folla che canta “all we are saying / is give peace a chance”…

 

LEI
Quale sarà il destino di questo povero giovane, un’altra vittima dei terroristi di Al Fatah?…

 

LUI
Ma non era la mafia siciliana?

 

LEI
Non perdete il prossimo bat-episodio di questa bat-avventura nel vostro bat-canale… Mentre passano i titoli di coda, si vede sullo sfondo il palazzo dell’ospedale rettangolare, le finestre con veneziane, circondato dai rotoli di filo spinato. Sopra di essi passa lentamente lo Zeppelin. O sarà il Titanic?

 

LUI
No, non è niente di questo. L’ospedale è circondato da carri armati, il logo della serie è il logo del secolo: la sagoma nera di un carro armato. Varsavia! Santiago! Praga! Pechino! L’avanzamento dei cingolati…

 

LEI
Tu hai già trovato il logo del ventesimo secolo nel primo giorno del ventunesimo secolo, che sta albeggiando… Complimenti uomo del futuro! Il nuovo secolo ti saluta!

 

LUI
Questa storia di “secolo” mi sta già annoiando…

 

LEI
Entonces, que vaya con Dios, Siglo de Mierda!

 

LUI
Plata, salud y libertad! E anche più vino… (si serve)

 

LEI
Speriamo che il millennio tenga la nostra sbronza!

 

LUI
Tim-tim!

 

 

¯   ¯   ¯

(Traduzione dal portoghese: Julio Monteiro Martins e Stefania Balli)

Inedito, per gentile concessione degli eredi.

 

Immagine in evidenza: Opera grafica di Irene De Matteis.

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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