Milano, L’Armonia nascosta

Per Konrad Fiedler “Il valore artistico di un’opera d’arte non ha a che fare col suo grado di bellezza né col suo contenuto di pensiero [...] Quanto è universalmente valevole, ... il suo contributo alla conoscenza”.
Oggi la fotografia consente quello che non è stato possibile per tutti gli uomini che ci hanno preceduto: vedere com’è fatto il mondo, ovunque.
Collezionare fotografie è collezionare il mondo ha scritto Susan Sontag nel suo famoso saggio Sulla fotografia. La Sontag cita il film Les Carabiniers di Godard, nel quale ai due protagonisti viene concessa dal re il potere di saccheggiare il mondo. Quando essi ritornano a casa, il bottino conquistato è null’altro che una valigia colma di cartoline illustrate, di monumenti da tutto il mondo, di edifici, di automobili di lusso, donne bellissime, animali, bellezze naturali. Lo sberleffo provocatorio di Godard viene adoperato per mostrare l’equivoco di come la fotografia, scrive la Sontag, possa dare il senso di appropriarsi della cosa fotografata ed insieme offrire un senso di conoscenza e di potere.
Per lo studioso tedesco Fiedler, che ha data avvio alla rivoluzione del linguaggio figurativo e che pensava più alla pittura che alla fotografia, l’opera d’arte ha però poco a che fare con l’imitazione della natura, che altro non sarebbe che un’operazione meccanica. Per Fiedler l’arte è il mezzo invece per esprimere qualcosa che esiste indipendentemente dall’apparenza, nel regno dell’invisibile piuttosto che in quello del visibile (Estetica e critica d’arte in Konrad Fiedler di Maria Rosaria De Rosa).
Dopo Cezanne, alla luce della teoria della pura visibilità di Fiedler che influenzerà gli studi successivi di Lipps e Worringer, le avanguardie pittoriche dei primi del 1900 si sono allontanate dalla rappresentazione del reale per sperimentare un diverso uso di linee, colori, forme e geometrie sino ad arrivare all’astrattismo di Mondrian, che ricerca la forma pura attraverso l’uso di giusti rapporti tra colore e misura.
La pittura crea l’armonia, la fotografia è chiamata invece ad individuarla nel reale.
Nella presente galleria sono proposte 9 foto, parte di una più ampia ricerca che ritrae Milano nella sua Armonia nascosta. Le immagini sono ottenute attraverso una contemplazione del reale che non guarda gli oggetti nel loro fenomeno ma negli elementi linguistici che li costituiscono quali linea, colore, forma, posizione, valore. Eliminando il contorno si estrapola nell’inquadratura una struttura, ossia un insieme
di elementi organizzati secondo dipendenze interne: l’armonia si realizza in uno stato di quiete, nell’equilibrio di rapporti equivalenti.
E’ Milano per chi riconosce i luoghi; forse potrebbe essere ovunque. Il fotografo dell’Armonia nascosta è continuamente stuzzicato dall’idea di riuscire ad offrire una nuova visione, di unione, di pace, soprattutto agli abitudinari dei luoghi fotografati.
Attraverso la magia del linguaggio riconoscere l’armonia e, per il principio di equivalenza, risvegliare la consapevolezza di una presenza armonica in noi stessi.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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