Francesco Marotta nella traduzione di Evanghelìa Polìmou – Impronte sull’acqua Αποτυπώματα στο νερό

01 cielo e tempesta

(immagine di copertina: dalla Fotogallery di Francesca Brà e Enrica Luceri)

Fino allʼultima sillaba dei giorni

 scrivere è un destino covato dallʼombra delle ore
la spina amorosa di chi non lascia niente alle sue spalle
perché essere cenere, sostanza di vento
è inciso da sempre a lettere di fuoco
nelle pupille dei segni che trascina – un canzoniere
infimo, un breviario di passi senza orma
tracima sillabe dʼinnocenza e memoriali di sabbia
dalla brocca silente che disseta il labbro,
quando parole malate dʼaria si staccano dalle mani
precipitano nellʼimpercettibile abisso
di una pagina –
scrivere è unʼora covata dal destino
la spina che costringe il corpo in reticoli dʼalbe in piena notte
e punge fruga ricuce orli slabbrati lacera la carne
fino a che sanguinano anche i sogni,
fino a che lʼimmagine fiorisce in echi di sorgente
gli alfabeti rappresi dentro un grido
(sono queste le voci che mancano a una pietra
per sentirsi un arco lanciato verso il cielo,
sono questi gli accenti
che scortano il seme alla sua tomba di luce – al precipizio ardente
dove la morte è presagio di stagioni,
oracolo dei frutti e del ricordo)

 

Ως την τελευταία συλλαβή των ημερών

 

να γράφεις είναι μια μοίρα που τρέφεται από τον ίσκιο των ωρών
το ερωτικό αγκάθι όποιου δεν αφήνει τίποτα πίσω του
για να ʼναι στάχτη, στοιχείο του ανέμου
είναι χαραγμένο πάντα με γράμματα φωτιάς
μες στις ίριδες των σημαδιών που σέρνει –ένα υμνολόγιο
ταπεινό, μια σύνοψη βημάτων δίχως ίχνη
ξεχειλίζει συλλαβές αθωότητας και μνημούρια άμμου
από το σιωπηλό λαγήνι που ξεδιψά τα χείλη,
όταν νοσηρές λέξεις άριας αποσπώνται απʼ τα χέρια
συνθλίβονται στην αδιόρατη άβυσσο
μίας σελίδας–
να γράφεις είναι μια ώρα που τρέφεται απʼ τη μοίρα
το αγκάθι που καθηλώνει το σώμα σε πλέγματα από χαραυγές
μες στη νυχτιά
και τρυπά ψηλαφά συρράπτει τραύματα ανοιχτά
ξεσχίζει τη σάρκα
μέχρι να ματώσουν ακόμη και τα όνειρα
μέχρι η εικόνα νʼ ανθίσει στους ήχους της πηγής
οι σβολιασμένες αλφαβήτες στην κραυγή

 

 

(είναι αυτές οι φωνές που λείπουν από μια πέτρα
για να νιώσει τόξο που σκόπευσε προς τον ουρανό,
είναι αυτοί οι τονισμοί
που συνοδεύουν το σπόρο στον τάφο του φωτός του – στον πύρινο γκρεμό
όπου ο θάνατος είναι οιωνός εποχών,
προφητεία των καρπών και της θύμησης)

===

 

da Impronte sullʼacqua

 è la mente che
numera il silenzio
dei morti, e la conta
è un dolore che vive e
ramifica in chiazze di
nuvole sulla pelle, a volte
è sabbia, un tramonto
un fiore di neve
a distendersi fino alle pupille,

a riempire la bocca
con la sua lingua colma
di ricordi, con i resti
vaganti di un
incendio, con la sua
veste di orme, di voci
di capelli, con la
rappresa, impura
verità del gelo

 

Από τα Αποτυπώματα στο νερό

 είναι ο νους που
αριθμεί τη σιωπή
των νεκρών, και το μέτρημα
είναι ένας πόνος που ζει και
διακλαδώνεται σε κηλίδες
σύννεφων πάνω στο δέρμα, μερικές φορές
είναι άμμος, ένα ηλιοβασίλεμα
ένα λουλούδι του χιονιού
νʼ απλώνεται μέχρι
τις ίριδες, να
γεμίζει το στόμα
με τη γλώσσα του ξέχειλη
από θύμησες, με τα περιφερόμενα
αποκαΐδια μιας
πυρκαγιάς, με το
περίβλημά του από πατημασιές, φωνές
μαλλιά, με τη
σβολιασμένη, ακάθαρτη
αλήθεια του πάγου

===

 

Imago

si inciampa in un grido
che si dissangua in luce
ogni volta che guardiamo le stelle
nessuna soglia ci separa dallʼassenza
nessuna parola così profonda
da poterla tacere

così è la grazia delle immagini
rovesciate nel palmo venute via dallʼombra
che ora ricordi accampata da sempre
alla tua soglia ma
si trattava di attese esercizi
privi di simboli come adornare sbrinati
specchi col battito salino
di una pupilla naufragata

 

Imago

 σκοντάφτει σε μια κραυγή
που αιμορραγεί στο φως
κάθε φορά που κοιτάμε τʼ αστέρια
κανένα όριο δεν μας χωρίζει από την απουσία
καμία λέξη τόσο βαθιά,
που να μπορεί να την αποσιωπήσει
έτσι είναι η χάρη των εικόνων
που αντεστράφησαν μες στις παλάμες, ξέφυγαν απʼ τον ίσκιο,
που τώρα τον θυμάσαι στρατοπεδευμένο ανέκαθεν
στο κατώφλι σου, όμως
επρόκειτο για προσδοκίες, ασκήσεις
δίχως σύμβολα, σαν να στολίζεις αποψυγμένα
κάτοπτρα με τον αλμυρό χτύπο
μιας ναυγισμένης ίριδας

===

Il taglio e lʼombra

 nessun presagio
solo un fremito di ebbra insidia
ripensando lʼorlo franato
del calice il pungolo inquieto
che fosse visibile sostanza
lʼurlo tracimato del sole il nero
di luce che tradisce le dita
così sciama in rivoli dʼinsonnia
lʼimmagine a cui la mano aggiunge
il taglio e lʼombra e dentro lʼombra
il segno che racconta un corpo
dove il mattino è scritto
in piaghe e croci dove il farmaco
pietoso rovesciato intorno
era cedimento dʼargine e labirinto
di voci appare ora al tatto

 

Η κοπή κι η σκιά

 κανένας οιωνός
μόνο ένα ρίγος στην ενέδρα της μέθης
αναψηλαφώντας τʼ ολισθηρό χείλος
του κάλυκα, το ανήσυχο κεντρί
που ήταν ουσία ορατή,
τον ξέχειλο ολολυγμό του ήλιου το μαύρο
του φωτός που προδίδει τα δάχτυλα,
έτσι σμηνουργεί σε ροές αγρύπνιας
η εικόνα στην οποία το χέρι προσθέτει
την κοπή και τη σκιά και μέσα στη σκιά
το σημάδι που μιλά για ένα σώμα
όπου το πρωί καταγράφεται
σε πληγές και σταυρούς όπου το γιατρικό
του οίκτου πεσμένο τριγύρω
έφερε κατάρρευση φράγματος και λαβύρινθος
φωνών προκύπτει τώρα στην αφή

===

da Il dono di Eraclito

 lʼovale che naufraga
la calma dello specchio
è un occhio in odore di cancrena

allʼalba
premendo forte il fianco
ho liberato il vento

forse lʼho guarito

ricordo
cʼera mia madre in sogno

mi accarezzava il viso
muovendo in circolo le dita
come chi accende voci
sullʼaltare deserto
della nascita

con le sue lacrime sospese
tra lʼombra cava
dove piantuma rose senza stelo
e la fonte in mezzo ai seni

gli astri feriti
da cui attingeva luce

 

Από Το δώρο του Ηράκλειτου

 το οβάλ που ναυαγεί
την ηρεμία του καθρέφτη
είναι ένα μάτι με οσμή γάγγραινας

την αυγή
πιέζοντας με δύναμη την άκρη
λευτέρωσα τον άνεμο

ίσως να το γιάτρεψα

θυμάμαι
σʼ όνειρο ήταν η μάνα μου

μου χάιδευε το πρόσωπο
κουνώντας κυκλικά τα δάχτυλα
σαν κάποιον που ανάβει φωνές
στον έρημο βωμό
της γέννησης

με τα δάκρυά της μετέωρα
ανάμεσα στο πυκνό ίσκιωμα,
όπου φυτεύει ρόδα δίχως μίσχο,
και στην πηγή καταμεσής στα στήθη

τα λαβωμένα αστέρια
απʼ όπου αντλούσε φως

===

marotta

Francesco Marotta è nato a Nocera Inferiore (SA) l’11 marzo 1954. Laureato in Filosofia e in Lettere Moderne, insegna Storia e Filosofia e risiede in provincia di Milano. Ha tradotto, fra gli altri, Bachmann, Bolaño, Bonnefoy, Char, Celan, Jabès, Sachs, Bergeret. Suoi testi sono apparsi nelle riviste: “Il Segnale”, “Dismisura”, “Anterem”, “Convergenze”. Tra le sue pubblicazioni in versi ricordiamo:

– Le Guide del Tramonto (Firenze, 1986)
– Memoria delle Meridiane (Brindisi, 1988)
– Giorni come pietre (Ragusa, 1989)
– Alfabeti di Esilio (Torino, 1999)
– Il Verbo dei Silenzi (Venezia , 1991)
– Postludium (Verona, 2003)
– Per soglie d’increato (Bologna, 2006)
– Hairesis (Milano, E-book a cura di Biagio Cepollaro, 2007)
– Impronte sull’acqua (Sasso Marconi, 2008)
– In antologie ha pubblicato le sillogi Creature di rogo (1995) e Notizie della Fenice (1996)
Esilio di Voce (Messina, 2011)
– Nel 2014 ha pubblicato la traduzione di L’uomo inadeguato (L’homme inadéquat) del poeta francese Yves Bergeret, a cura di Angela Bonanno, prefazione di Arsène Caens e nota di Giampaolo De Pietro, Trento, Edizioni Forme Libere.

– Nel 2016 è uscito per Carteggi Letterari Il poema ininterrotto di Francesco Marotta, a cura di Marco Ercolani, vasto lavoro di ricostruzione critica e antologica dell’immenso lavoro svolto da Marotta nell’ambito della letteratura, della poesia e della traduzione.

Francesco Marotta è fondatore del blog di letteratura e poesia più ricco e curato della rete, La dimora del tempo sospeso.

evangelia

Evangelia Polimou ha studiato Filologia e Traduzione greca moderna e italiana presso le Università di Salonicco, Atene, Firenze e Perugia. Ha una ricca collaborazione con siti letterari in Grecia e in Italia, come “La dimora del tempo sospeso”, “Iris di Kolibris”, “Iris News”, “Perigeion”, “Poein”, “Bibliotheque”, dove sono stati pubblicati suoi testi, interviste e traduzioni. In Italia, la raccolta di poesie di Simone Di Biasio “Partita. Penelope / Il volo di Penelope” (edito da Fusibilia, 2016) e la raccolta di Francesco Tomada “Non si può imporre il colore a una rosa / Non è necessario imporre il colore a una rosa” (edito da Carteggi Letterari, 2019) sono state pubblicate nella traduzione di Polymu.
In Grecia sono stati pubblicati in traduzione da Evangelia Polimou:
Giuseppe Ungaretti Testi sulla poesia (Sokoli 2007)
My Best Veins (24 Letters Publications, 2020) dove, oltre alla traduzione e all’antologia, ha epigrafi bio-bibliografiche per ogni poeta-poeta antologizzato.
– di Vittorio Sereni, La figlia di Atene (Koucoutsi Publishers, 2020) che include un’introduzione-traduzione-commento critico-epigrafia di Evangelia.
Nei quartieri di Pescara (Traduzione di racconti di Gabriele D’Annunzio) (Bibliotheque, 2020) (ed.)
Pirandello: Due Personae (Bibliotheque 2020)
– Antonia Pozzi La morte delle stelle. (Enypnio 2021) Introduzione-traduzione di Anna Griva e Evangelia Polymou.

 

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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