• CHI SIAMO
  • I MACCHINISTI
  • RIFLESSIONI
  • FOTOGALLERY
  • INDICI
    • Indice del numero 20
    • Indice del numero 19
    • Indice del numero 18
    • Indice del numero 17
    • Indice del numero 16
    • Indice del numero 15
    • Indice del numero 14
    • Indice del numero 13
    • Indice del numero 12
    • Indice del numero 11
    • Indice del numero 10
    • Indice del numero 9
    • Indice del numero 8
    • Indice del numero 7
    • Indice del numero 6
    • Indice del numero 5
    • Indice del numero 4
    • Indice del numero 3
    • Indice del numero 2
    • Indice del numero 1
    • Indice del numero 0
  • AMICI
  • EVENTI
  • CONTATTI
  • CHI SIAMO
  • I MACCHINISTI
  • RIFLESSIONI
  • FOTOGALLERY
  • INDICI
    • Indice del numero 20
    • Indice del numero 19
    • Indice del numero 18
    • Indice del numero 17
    • Indice del numero 16
    • Indice del numero 15
    • Indice del numero 14
    • Indice del numero 13
    • Indice del numero 12
    • Indice del numero 11
    • Indice del numero 10
    • Indice del numero 9
    • Indice del numero 8
    • Indice del numero 7
    • Indice del numero 6
    • Indice del numero 5
    • Indice del numero 4
    • Indice del numero 3
    • Indice del numero 2
    • Indice del numero 1
    • Indice del numero 0
  • AMICI
  • EVENTI
  • CONTATTI

La macchina sognante

Contenitore di scritture dal mondo
  • La macchina sognante
    • 2020
      • La macchina sognante n. 20
      • La macchina sognante n.19
      • La macchina sognante n. 18
      • La macchina sognante n. 17
    • 2019
      • La macchina sognante n. 16
      • La macchina sognante n. 15
      • La macchina sognante n. 14
      • La macchina sognante n. 13
    • 2018
      • La macchina sognante n. 12
      • La macchina sognante n. 11
      • La macchina sognante n. 10
        • Inserto I fatti di Macerata
      • La macchina sognante n. 9
    • 2017
      • La macchina sognante n. 8
      • La macchina sognante n. 7
      • La macchina sognante n. 6
      • La macchina sognante n. 5
    • 2016
      • La macchina sognante n. 4
      • La macchina sognante n. 3
      • La macchina sognante n. 2
      • La macchina sognante n. 1
    • 2015
      • La macchina sognante n. 0
        • Omaggio a Julio Monteiro Martins
  • Poesia
  • Saggi
  • Narrativa
  • Teatro
  • Interviste e recensioni
  • Sconfinanti
    • Poesia
    • saggi
    • narrativa

Franca Rame- Ritorno alla vita (a cura di Walter Valeri)

31 marzo 2018La macchina sognante, La macchina sognante num. 10, Teatrofemminismo, Franca Rame, malattia, memoria, monologo, personale, politico, ricordi, Teatro, teatro itinerante, teatro popolare itinerante
54473-001m.jpg

 

Nel numero 10 della Macchina Sognante vogliamo rendere omaggio a Franca Rame. Lo facciamo ripubblicando la testimonianza auto-biografica che segue, apparsa per la prima volta sulla rivista Teatri delle Diversità. È una pagina di diario, un sorta di monologo teatrale tipico della scrittura di scena asciutta e senza sbavature di Franca Rame. Un monologo che permette di capire meglio il carattere e la personalità artistica di Franca Rame, una delle voci più alte e coerenti della drammaturgia italiana al femminile, oltre che presenza umana e civile insostituibile. Fra i tanti esempi di coerenza e dignità politica, senza precedenti nella storia della nostra Repubblica, è quello delle sue dimissioni dal Senato della Repubblica, dopo essere stata eletta come indipendente nelle liste dell’Italia dei Valori. Lo ha fatto in modo trasparente, come sempre. Senza grida o strepiti. Con una lettera pubblica irrevocabile ed esemplare che andrebbe riletta e commentata ancora oggi, durante l’ora di educazione civica nelle Scuole Medie, nei Licei e nelle Università del nostro paese. Forse anche per questo la stampa e i media che normalmente sono soliti glorificare il nulla, con un’assiduità colpevole che rasenta l’inverosimile, non l’amavano affatto. E l’hanno dimenticata rapidamente. I capo redattori preferivano mandare in macchina baggianate tipo: “Franca Rame insulta il Papa Benedetto XVI”, allora in carica e ora Papa dimissionario e in pensione. Semplicemente perché Franca, magari in un giorno di sole e buon umore, con tutto il rispetto dovuto, ebbe modo di ricordava al mondo che da un punto di vista strettamente fisiologico (e quindi psicologico) il Papa non ha l’utero. Ora siamo nella fase successiva, ulteriormente deteriorata: è il tempo delle fake-news delle tempeste mediatiche che vorrebbero disintegrare ogni produzione e testimonianza artistica, processi creativi, informazioni e contenuti politici umani e formativi;suggerendo come unica medicina il silenzio. Un silenzio che, amio avviso, sarebbe ugualmente e diversamente colpevole, schierato dalla parte di una frammentazione accentuata del pensiero. Esiste un pensare dissociato dalla parola che lo renda manifesto?

Un’altra dote di Franca Rame, che non tutti conoscono, consiste nel non aver mai voluto distinguere fra sfera personale e politica. Spesso a tanti, e a chi come me ha avuto modo di lavorarci assieme per ann, ripetevai: ciò che appartiene alla sfera ‘personale’ appartiene anche a quella ‘politica’, e viceversa. Era ed è il nodo centrale del suo teatro femminile; di ogni suo discorso che riguardasse i rapporti strettamente personali, l’etica, la giustizia, la possibilità di un futuro migliore della nostra società; di ogni società a dire il vero. In questo Franca Rame era una persona a modo suo religiosa; un pò marxista e un pò francescana ‘sine glossa’; a volte dolcissima e a volte infleassibile, benché pronta a chiedere scusa nell’evidenza dell’errore. Il pubblico che la seguiva, la interpretava e da anni numerosissimo l’ascoltava, lo sapeva; dato che i monologhi femminili di Franca Rame e del premio Nobel Dario Fo spesso erano un punto di riferimento teatrale espressivo e opposizione autentica ad ogni sopruso, sistema politico e genere di oppressione.

Non solo la drammaturgia dei monologhi femminili, ma di gran parte delle opere del premio Nobel Dario Fo sono state fortemente rimodellate dall’intelligenza attorale e coraggio politico di Franca Rame. Spesso, come nel monologo che segue, Franca ha ripreso il tema della madre come figura primordiale ineludibile. Non a caso i titoli dei suoi monologhi più famosi: “Medea”, “Maria alla Croce” di Mistero Buffo, o “ Mamma Togni”, “Michele lu lanzone”, “Il risveglio”, “Sesso?, grazie tanto per gradire”, “La marjuana della mamma è la più bella” , o episodi di natura autobiografica come “Lo stupro” , “Il diario di Eva”, etc; sono testi in cui la struttura dell’archetipo della madre trova una sua contemporaneità e risonanza. È la testimonianza del processo di trasformazione e presa di coscienza tangibile del mondo femminile; come punto di transito, luogo ideale e reale di trasformazione di una donna del XX secolo che ha fatto uso del palcoscenico per darsi voce e coraggio.

Questo frammeto è uno degli ultimi testi scritti da lei. La testimonianza di una donna che vorremmo proiettata nel cielo dei tempi che verranno, di quello che noi chiamiamo il ‘nostro futuro’. Un futuro che, non dimentichiamolo, sarà ciò che saremo; non disgiunto dalle grida assordanti degli apocalittici, la voracità dei teologi del proprio tornaconto, la cecità dei professionisti della lacrima, le astuzie dei nuovi carnefici e stupratori di turno, gli inconfessabili sogni di successo personale nel naufragio generale di politici corrotti, gli applausi degli integrati e dei violenti, assieme alle chiare e auspicabili “nostre resistenze”.

 

W.V.

 

RITORNO ALLA VITA

 

Alcatraz, 8 agosto 2000

Una luna esagerata.

Settembre.

Da fuori viene un’aria ancora tiepida. Guardo il cielo e le sue stelle. Tante

e non mi danno nulla.

Il giorno è lontano.

Morte di mia madre.

Non ho sonno. Gli occhi mi bruciano, ma non ho sonno. Sono rientrata da poco. Ho recitato un po’ distratta, col pensiero in questa cameretta. Mi appoggio meglio alla poltrona.

Ho posato in grembo il detergente per lo strucco. I clinex.

Me lo passo sul viso, con sospiri lunghi. Di quelli che ti sconquassano l’anima.

Non avrei voluto mai vivere questo momento.

La guardo. Lei è lì che sta faticando a morire.

Un rantolo costante da giorni ci segue in ogni stanza.

La sua mano che tengo più che posso nella mia, è tiepida, se non fosse per quel respiro strozzato che le esce e le labbra spaccate per l’arsura, potrebbe sembrare una bellissima anziana signora addormentata.

“Sì, mamma, ora te le inumidisco” – mi viene normale parlale come mi sentisse. Da una tazza prendo la garza intinta nell’acqua, delicatamente gliela passo sulle labbra. Sulle gengive. Qualche goccia sulla lingua. Mi sembra che ne succhi un po. Chissà.

“Sono qui, mamma. Sono qui, dammi la mano”.

La casa dorme. Anche l’infermiera della notte, riposa.

 

In questi lunghi solitari silenziosi momenti, il pensiero fa salti qua e là nella nostra vita. Penso sia una cosa normale: come tirare le somme, mettere in fila i ricordi. Il passato ti viene davanti a saltelloni, il bello e il brutto, sorridi e ti rattristi in un attimo… tutto è così veloce.

Sento mamma che mi racconta della sua infanzia: “Che ragazzina generosa la Sgarbina, figlia del nostro droghiere… quando andavamo da lei subito si metteva una caramella in bocca, la succhiava un po’, poi me la regalava.”

Mi vedo la scena con un sorriso. Che m’è venuto in mente?

 

La mia famiglia.

Non ho conosciuto nessun nonno e da piccola invidiavo le bambine che li avevano.

Cerco di immaginare mia madre tra i suoi, una famiglia medio-borghese… il padre ingegnere del Comune di Bobbio, o forse solo geometra,. Ingegnere sì… ma poveri come l’acqua… ricchi solo di dignità e pregiudizi. Di pregiudizi mia madre era miliardaria! la mia nonna, casalinga, tirava avanti con gran fatica la famiglia.. Undici figli: sette femmine quattro maschi. Appartenevano a una certa classe sociale, ma con troppe bocche da sfamare e da far studiare. Maschi e femmine non potevano mai uscire tutti insieme:   mancavano le scarpe.

Donna bravissima la mia mamma… perbeeene! Maestra. Cattolica-fervente-praticante… e votante! Per tutta la vita ha votato Democrazia Cristiana. Che mi ha dato dei dispiaceri! Una spina nel cuore! L’ho perdonata…

L’Emilia, la mia mamma, a 17 anni diventa maestra. Per quei tempi era già tanto. La mandano a insegnare in una scuola sperduta in montagna ad una ventina di chilometri da Bobbio. Viene ospitata da un cugino prete, giovane, grasso e gentile. Il povero pretino si innamora perdutamente di lei. Per quanto cercasse aiuto nel Signore un bel momento, bruttissimo per la giovane cattolica-fervente-praticante-Emilia, le palesa il suo perdimento. Si vuole spretare e tenta pure di baciarla. Vola un ceffone sul facciotto pallido dell’impunito e quasi soffocando per l’indignazione, l’integerrima maestrina, se ne torna a casa dai genitori, a piedi, che era già scuro… E c’era pure la neve.

Quanto fervore nella tua voce, quanta indignazione, mamma. Dopo tanti anni è sempre come fosse ieri, nella tua testa, indelebile. Fotografia mai ingiallita.

Credo sia stato l’unico momento “vergognoso” come lei lo definisce, della sua vita. “Ma mamma, quel povero pretino, in quel paesino sperduto in montagna… potevi anche darglielo un bacino…” le dicevo ridendo. “Mai. Si vergogni!” Chissà da quanto è morto. “All’inferno! Sarà certamente all’inferno!” A 85 anni, e non era la prima volta, a Cesenatico, mi chiede di confessarsi. Dario, in bicicletta va a chiamare il prete. Lo vedevamo tutte le estati, sempre a confessare mammà. Aperto, intelligente, un buon cristiano. Li lasciavamo soli. Parlottavano per una mezz’oretta. Lei, seduta, compunta, seria, con gli occhi bassi come bruciasse ancora di vergogna per tanta offesa. Lui, con la bocca piena di biscotti, la rincuorava. Li spiavo dalla finestra sciogliendomi di tenerezza.

Quando usciva gli chiedevo: “Ha visto che peccati tremendi ha fatto la mia mamma? E’ sempre quello eh… il povero pretino… e il ceffone…” Lui se ne andava ridendo intascando l’offerta per la chiesa. In bicicletta.

 

Di mio padre si innamora poco dopo la storia del pretino.

Me la immagino. La vedo giovane, bellissima. E quando dico bellissima voglio proprio dire “bellissima”, senza alcun aiuto. (Nessuno di noi, quattro figli, pur assomigliandole, s’è avvicinato a tanta autentica beltà).

 

Arriva il principe azzurro.

Mio padre Domenico Rame: “marionettista girovago” con il suo carro, il fratello Tommaso, la sorella Stella, il padre Pio, grande estimatore di Garibaldi tanto da portare una barba come la sua. L’unico ritratto in nostro possesso lo raffigura vestito e somigliante all’eroe dei due mondi! A quel tempo, in un paesotto (ora cittadina) come Bobbio, l’arrivo delle marionette doveva essere certamente un evento.

 

Il fatidico incontro.

Si conoscono a carnevale ad un gran ballo, le sette sorelle Baldini con costumi d’epoca cuciti da loro stesse, folgoravano i maschi presenti sotto lo sguardo attento di tutta la famiglia. Lui… il mio papà… “Era bellissimo! Aveva un costume azzurro… M’ha invitato a ballare sette volte. E mi stringeva anche!” cinguettava mia madre illuminata dal ricordo e per nulla imbarazzata da tanto ardire.

Fulminati.

Lui, finita la stagione in quel di Bobbio, se ne va. Lei sicuramente piange.

Dopo un anno di lettere d’amore il Domenico torna. Si sposano con grande scandalo della famiglia e del paese. E sì, perché tutte le altre sorelle erano fidanzate con tipi ben piazzati, il professore, il giudice, il direttore di banca. Lei no: il marionettista, col suo carro e senza fissa dimora. Altro che scandalo.

Bellissima, giovane, innamorata, cerca con tutte le sue forze di adeguarsi alla nuova vita, tanto diversa da quella che aveva condotto sino a quel giorno. Aiuta la famiglia come può. Non sa manovrare le marionette, ma si ingegna a cucire vestiti, e rinnova tutto il guardaroba dei pupazzi di legno. A pensarci pare una favola.

E’ molto orgogliosa di quello che fa. Più avanti, dirà qualche battuta.

Con l’avvento del cinema (1920) i fratelli Rame intuiscono che “il teatro delle marionette” sarà presto messo in crisi, schiacciato da questo nuovo straordinario e anche un po’ magico mezzo di spettacolo. Decidono un cambiamento radicale la loro condizione (con grande dolore del nonno Pio): “Reciteremo noi i nostri spettacoli, entreremo in scena noi, al posto delle marionette”. Così mio padre con l’Emilia, la zia Stella, lo zio Tommaso con la moglie Maria (nuova recluta della compagnia), si sostituiscono ai pupazzi di legno, vere e proprie sculture, tre delle quali sono esposte al Museo della Scala di Milano. Debuttano nel teatro di” persona”, recitano loro stessi   i testi, i personaggi che avevano fino allora interpretato muovendo e doppiando le marionette, e lei, la mia mamma, diventa la prima attrice. Un’attrice che di giorno tirava su i figli, li aiutava a studiare, si occupava della casa, e come una più che provetta casalinga (a tutti gli effetti) teneva l’amministrazione della compagnia come fosse quella di un normale menage familiare. E alla sera, via!… e Giulietta e Tosca, e la Suora Bianca dei “Figli di nessuno”, e la Fantina dei “Miserabili”, tutti ruoli che via via, abbiamo interpretato anche noi figlie e le cugine Ines e Lucia. Mi vedo a percorrere l’apprendistato dei teatranti interpretando tutti i ruoli che crescendo erano adatti alla mia età,   maschili o femminili che fossero.

Il vantaggio della compagnia di mio padre rispetto alle altre compagnie di giro, (così si chiamavano le piccole compagnie di provincia) era l’invenzione di impiegare tutti i trucchi scenici del teatro fantastico delle marionette, nel “teatro di persona”: montagne che si spaccano in quattro a vista, palazzi che crollano, un treno che appare piccolissimo lassù, nella montagna e che man mano che scende s’ingrandisce fino ad entrare in scena con il muso della locomotiva a grandezza quasi naturale. Mari in tempesta, nubi che solcano minacciose il cielo tra lampi e tuoni, gente che vola, scene in tulle in proscenio, che illuminate a dovere ti facevano vedere come era fatto il paradiso. Insomma tutti gli espedienti tecnici dell’antico teatro seicentesco dei Bibbiena, che viveva ancora, dentro la scenotecnica delle marionette.

Soltanto che in quel teatro tutto era stato miniaturizzato, si trattava adesso di eseguire una operazione da Gulliver alla rovescia: da minuto che era, ingrandire ogni oggetto, aggeggio, marchingegno fino a renderlo simile alla realtà.

In questa nuova veste la compagnia di mio padre realizza un successo insperato. Si lavora tutte le sere, 363 giorni l’anno. Si riposava solo il venerdì santo, e il 2 dei morti, a novembre. O se c’era il funerale di un defunto importante del paese: il prefetto, il podestà, il dottore, il prete, il farmacista. La domenica, la compagnia si divideva in due e si faceva doppio spettacolo, pomeriggio e sera.

Mio padre, il capo, con il ruolo di primo attore, manager P.r., lo zio Tommaso nel ruolo dell’antagonista o del comico-brillante a secondo dei testi e di drammaturgo-poeta di compagnia; le mogli, i figli, gli attori scritturati, i dilettanti, gli amici componevano la nostra compagnia. Giravamo cittadine, paesotti e paesini del nord Italia su di una corriera che chiamavamo “Balorda” a causa del comportamento bizzarro che aveva, che più che al suo cattivo carattere andava attribuito agli anni. In certi paesi nei quali ad una certa ora del giorno si passava, nei turnichè particolarmente ripidi, LEI, la vecchia signora, NON CE LA FACEVA. C’erano sempre dei ragazzi che ci aspettavano. Ci spingevano fra tante risate, poi la sera ci raggiungevano ed entravano a godersi lo spettacolo gratis. “Siamo quelli che abbiamo spinto la Balorda.” “Passate”.

Mio padre, amava la Balorda, e zingarone com’era, gioiva tutto nel vedersela rilucente di colori sgargianti. Mia madre, la maestrina-cattolica-di buona famiglia ogni volta che lui le cambiava colore: “non sposeremo mai le nostre figlie!” lamentava col pianto in gola. “Hai ragione Milietta… domani le cambio colore”. E l’indomani quando “Milietta” si affacciava in cortile, ecco la Balorda ridipinta. D’argento!

“Non sposeremo mai le nostre figlie!” bisbigliava rassegnata:

 

Cos’è?… m’ha stretto la mano?… Trattengo il fiato. Giro appena la lampada del comodino. No, mi è solo parso… Ma forse… Che debbo mai aspettarmi, in che spero? Ha 88 anni, è in coma profondo da oltre 20 giorni.

 

Fuori è ancora buio. Guardo l’ora. E’ passato poco tempo e mi pare un’eternità.

 

Finisce la guerra. Bombardamenti non ne avevamo avuti. Qualche bomba sulla fabbrica di aerei: la Macchi, alla periferia di Varese, a Masnago. Masnago… Ricordo una notte che si stava tornando a casa dopo lo spettacolo e veniamo fermati, sia noi che tutti quelli che passavano per quella strada dopo di noi, da un gruppo di fascisti e S.S. Ci hanno fatto entrare in un cortile, (era quello dove abitava uno dei nostri dilettanti, chiamato “Luigino-cassa-da morto”, perchè suo padre le fabbricava) dove siamo stati bloccati per ore. Solo intorno alle 7 ci hanno lasciati andare. Non è stato per niente drammatico, per noi giovani. Dopo poco la serietà degli adulti l’abbiamo cancellata. L’aria, era di festa. La mamma del Luigino-cassa-da-morto, ci aveva offerto qualcosa da mangiare. Si parlava, si rideva nonostante i tedeschi e i fascisti con i loro mitra, giù nel cortile. “E’ arrivata altra gente… stanno fermando tutti.” Cominciamo ad avere sonno, si parla e si ride di meno, qualcuno s’è addormentato.

Sarebbe, questa strana notte, finita in tragedia se col mattino fosse arrivata la notizia del fallimento di una missione tedesca. Ci avrebbero fucilati tutti. L’abbiamo saputo qualche giorno dopo, da Lunardi, un prestigiatore fantastico amico di mio padre, che bazzicava in ambienti fascisti.

L’abbiamo scampata.

Altre volte, capitava che ci fermassero dei partigiani. Non dicevano “siamo partigiani” ma erano in borghese con i mitra “Signor Rame, ci dà un passaggio?” Ci stringevamo e li facevamo salire e via che si riprendeva a cantare. Più avanti, a volte capitava di essere fermati da una pattuglia di fascisti, non chiedevano i documenti, ci conoscevano. Avevamo un permesso speciale per girare con il coprifuoco. “Buona sera signor Rame. Com’è andata?”

Il cuore si fermava per un attimo. “Benissimo! Grazie.” “Buona notte” “Buona notte”. Ce ne andavamo riprendendo a cantare col fiato che si strozzava in gola. I partigiani cantavano più forte di tutti.

“Come va?” “Bene, dorme…” Non mi veniva di dire COMA.

Dario mi dà un bacio. “Va a dormire, ci sto io.” “Non ho sonno…” Come se ne va mi metto a piangere. Che momento orribile. Appoggio la testa. Poi mi rimetto dritta. Non voglio addormentarmi.

 

“E’ ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande”. Avevo 3 anni.” E’ mia madre che parla. Me la ricordo mentre mi insegnava la parte: “bocca a bocca”, così si diceva a casa mia, mot-a mot, parola per parola. Aveva deciso (era sempre lei che prendeva le decisioni importanti in famiglia) che avrei fatto un angiolino di supporto all’angelo vero, che veniva interpretato da mia sorella Pia in “La passione del Signore” atto V, Orto dei Getzemani. “Pentiti Giuda traditore che per trenta monete d’argento hai venduto il tuo Signore! Pentiti! Pentiti!” recitava Pia e io dovevo ripetere gridando subito dopo, la stessa battuta: “Pentiti! Pentiti! Giuda traditore che per trenta monete d’argento ha venduto il suo Signore!”

Non era una gran parte, non ci devo aver messo molto ad impararla. “Ripeti!” e ancora e ancora “ripeti” diceva la mamma paziente mentre pelava le patate per il minestrone. “Ripeti!”

 

Mia madre per i suoi figli era ambiziosissima.

Per l’occasione mi aveva cucito un bellissimo abito bianco da angelo, con due grandi ali bianche e oro appoggiate sulle spalle. Seppur credente non andava mai in chiesa ma aveva il famoso cugino prete. Lei, lo sapeva benissimo che gli angeli erano vestiti così! Mio padre, ormai entrato nel gioco, mi fabbricò una coroncina di lampadine con una pila infilata nelle mutandine, e me la mise in testa.

E’ ora d’andare in scena e tutti: “Ma che bell’angiolino! Ma che bel vestito!” La mia mamma faceva andare la coda e io, lì pronta con le mie ali e le lampadine in testa, a ripetere la battuta. Non mi avevano fatto fare nessuna prova. Sapevo solo che ad un certo punto avrei dovuto seguire mia sorella Pia (Non le piaceva proprio quel personaggio, anche perché entrava praticamente sotto finale e le toccava aspettare tutta la sera il suo momento)

nell’entrata in scena ed ad un segnale della mia mamma sistemata in quinta avrei dovuto gridare “pentiti-pentiti…”.

Il guaio, l’imprevisto che più imprevisto di così non si poteva immaginare fu che il personaggio di Giuda era interpretato da mio zio Tommaso, un uomo che avevo sempre visto calmo, sorridente, che mi raccontava storie   bellissime, mi regalava un sacco di divertimenti, al quale volevo molto bene e vedermelo lì, proprio vicino vicino, con una parruccaccia nera in testa… gli occhi che lanciavano saette tra un minaccioso tuonar e lampeggiar nel cielo… che disperato gridava: “Possano i corvi divorarmi le budella, le aquile   strapparmi gli occhi!” e altri animali che non ricordo “mi divorino un pezzetto alla volta ad incominciare dalla lingua”, mi fece un terribile effetto. Mamma mia che spavento! Cosa stava capitando?! Ero stravolta, me lo ricordo benissimo. Ma quello che mi buttò completamente fuori, fu il vedere mia sorella, solitamente rispettosa ed educata, che per nulla intimorita gli e ne stava dicendo di tutti i colori! Una sfuriata in piena regola che trascinava il nostro povero zio in una disperazione sempre più nera. “Ma cosa sta capitando? Perchè lo zio Tommaso fa così?” Il groppo che mi sentivo in gola stava per scoppiare. Mia madre dalla quinta mi faceva gesti più che perentori, le sue labbra ripetevano “pentiti pentiti”. Giuro che avrei potuto dire la mia battuta, ma non me la sentivo proprio di rincarare la dose. No, io no, allo zio Tommaso non dico proprio un bel niente! Non so cosa gli sia capitato, poverino. Forse è impazzito.

A piccoli passi, camminando come pensavo camminassero gli angeli, seppur spaventatina, gli sono andata vicino, lui era in ginocchio e gridava più che mai… proprio fuori di testa. Dio che paura! Senza dire una parola mi sono arrampicata al suo collo e l’ho abbracciato, tempestandogli la faccia di baci. Insomma cercavo, con i mezzi che avevo a disposizione, di calmarlo e piangevo nel silenzio che era calato in palcoscenico.

Pia era ammutolita. In quinta mia madre faceva segnali che non prospettavano niente di buono. Lo zio-Giuda si blocca per non più di cinque secondi, giuro. E poi con voce profonda (intanto con la mano solleticava la mia e con gli occhi mi rideva per tranquillizzarmi) dice rivolgendosi al cielo: “Dio, sei grande! A questo orrendo peccatore mandi il conforto… un piccolo angelo… mi tendi la mano… No, no, non me lo merito!” e , dal momento che lo spettacolo doveva pur terminare, taglia corto “M’impicco! Dov’è l’albero più alto? M’impicco!!” Deve usare un po’ di forza per liberarsi da me che proprio non ne voglio sapere di lasciarlo andare ad impiccarsi. Cosa vuol dire impiccarsi? Non lo sapevo ma ero certa fosse una cosa brutta. “L’albero   più alto… dov’è l’albero più alto… Lasciami andare angiolino… Lasciami..” e con un urlo agghiacciante esce di scena. Mia sorella (l’unica volta nella sua vita, credo) non sapendo più che fare, camminando anche lei sulle punte, immediatamente lo segue. Grande applauso.

Tutti mi chiamano dalla quinta con grandi cenni. Non so se la paura d’essere   sgridata o il “senso del dovere” che maledizione da che sono nata è lì, a infastidirmi la coscienza, fatto si è che dopo un attimo di silenzio, raddrizzandomi la coroncina di lampadine che nel trambusto stava per cadermi, con voce chiara e mesta, quel tanto che serve dico “S’impicca! Non s’è pentito… Giuda traditore che per trenta monete d’argento ha venduto il suo Signore… Non s’è pentito!” e via che esco.Ce l’avevo fatta: l’avevo detta tutta! Non so se mi abbiano detto qualcosa… so solo che da allora in poi, “La passione del Signore” ha sempre avuto due angiolini, con il più piccolo che abbraccia Giuda a mostrare la grandezza di Dio. E tutti giù a piangere. Mia madre ha raccontato questa storia almeno mille volte, senza riuscire a nascondere orgoglio e un pizzico di meraviglia.

“Signora, vada a dormire, è mattina.” È l’infermiera del turno di giorno. Mi corico vestita. “Mi raccomando, mi chiami se…”

di Walter Valeri, per gentile concessione dell’autore LogoCC

 

54473-001m.jpg

 

foto in evidenza dall’archivio di Dario Fo e Franca Rame. 

 

 

 

 

 

 

 

Di Walter Valeri inserito da Walter Valeri
Condividi su
FacebookGoogle+TwitterPinterestLinkedInEmail

Riguardo il macchinista

Walter Valeri

Walter Valeri poeta, scrittore e drammaturgo è stato assistente del premio Nobel Dario Fo e Franca Rame dal 1980 al 1995. Ha fondato il Cantiere Internazionale Teatro Giovani di Forlì nel 1999. Successivamente ha diretto il festival internazionale di poesia Il Porto dei Poeti a Cesenatico nel 2008 e L’Orecchio di Dioniso a Forli' nel 2016. Ha tradotto vari testi di poesia, prosa e teatro. Opere recenti Ora settima (terza edizione, Il Ponte Vecchio, 2014) Biting The Sun ( Boston Haiku Society, 2014), Haiku: Il mio nome/My name (qudu edizioni, 2015) Parodie del buio (Il Ponte Vecchio, 2017) Arlecchino e il profumo dei soldi (Il Ponte Vecchio, 2018) Il Dario Furioso (Il Ponte Vecchio, 2020). Collabora alle riviste internazionali Teatri delle diversità, Sipario, lamacchinasognante.com Dal 2020 dirige i progetti speciali del Museo Internazionale della Maschera “Amleto e Donato Sartori”. È membro della direzione del prestigioso Poets’ Theatre di Cambridge (USA).

Pagina archivio del macchinista
Pier Paolo Pasolini - Tre poesie (a cura di Walter Valeri)
Alfonso Gatto: il sogno del poeta (a cura di Walter Valeri)

Indice de La Macchina Sognante numero 20

Agitu134737627_10158857583857645_1474515627067197933_n

In memoriam Agitu Ideo Gudeta

Per ricordare Agitu Ideo Gudeta, figura di donna dirompente ed esemplare,  sospesa tra mondi e continenti tuttavia in grado di dirigere le proprie  energie verso idee, lotte e progetti che indicano una via alternativa al vivere insieme sulla terra e di rapportarsi ad essa (tutti temi di cui si occupa la rivista). Si è parlato molto del significato della sua […]

i soldi non puzzano125982963_3847214405330390_6008768362536027006_n

PIOGGIA DORATA / Un racconto di Paolo Polvani

Via Nazareno Della Rocca è lunga e trafficata. Sono pochi quelli che percorrendola alzano gli occhi verso gli anonimi palazzi, a scrutare chi si nasconda dietro quelle finestre chiuse, ad ammirare la cascata di verde che qualche balcone lascia penzolare verso la strada, e in quella giornata di fine estate, domenica, chi avrà visto ad un secondo piano una finestra […]

Cresce-dentro-di-me-

“Un poeta messo al bando nel cuore dell’Europa”. Una nuova raccolta di versi di Gëzim Hajdari – di Fulvio Pezzarossa

Articolo in parte ripreso da quello pubblicato il 20 aprile 2020 su Insula europea    http://www.insulaeuropea.eu/2020/04/20/morire-in-altra-lingua-nuovi-versi-dallesilio-di-gezim-hajdari-di-fulvio-pezzarossa/   Considerato da anni il maggiore esponente della produzione di testi poetici tra le figure uscite dalla migrazione, Gëzim Hajdari offre alle nostre lettere un nuovo e rilevante contributo, nel caparbio progetto di misurarsi col paradigma del presente che tutto appiattisce, frammenta, disconosce e […]

Baciammo9788875417796_0_221_0_75

brani da “BACIAMMO LA TERRA: L’odissea di un migrante dal Somaliland al Mar Mediterraneo, di Mohamed Hussein Geeldoon, trad. Raphael D’Abdon

In anteprima, per gentile concessione della Gaspari editore, in commercio dal 3 dicembre 2020   Questo è un racconto dettagliato – uno dei migliori che abbia letto – su cosa significhi essere un migrante somalo in cerca di un futuro migliore, lontano dalla vita precaria della penisola somala. Un racconto meraviglioso, intelligente, ben strutturato e avvincente. Una lettura che consiglio […]

yarmouk

“IL PIANISTA DI YARMOUK” E QUELLA SPERANZA DA CUI RIPARTIRE, di Francesca Girani

  Quando ho iniziato a lavorare e fare ricerca sulla tesi di Laurea triennale, la pandemia da Coronavirus era in corso da qualche mese e c’era nell’aria un barlume di speranza che presto tutto sarebbe finito. Ora, a distanza di oltre nove mesi, questo virus globale continua a minacciare tutti senza distinzione e tutta la fiducia sembra essere svanita. Si […]

unnamedRucksackwithpeople

Lettera alla terra in tempo di crisi, di Ashraf Fayadh – Il progetto Rucksack e l’appello per la seconda edizione 2021

Nell’ambito del Progetto  internazionale Rucksack, A Global Poetry Patchwork, lanciato dall’artista e poeta Antje Stehn e dall’associazione Poetry Is My Passion, al quale La Macchina Sognante e The Dreaming Machine hanno avuto l’onore di partecipare nell’autunno del 2020, abbiamo letto la poesia di Ashraf Fayadh, “Lettera alla Terra in tempo di crisi”, sia nell’originale inglese che nella traduzione italiana. In […]

Finestra pietra edera LMS 20 per copertina

Purché ci resti Itaca: nelle radici una speranza per dopodomani. La voce di Consolo – Ada Bellanova

Ripensare i luoghi in forma di idillio. Il dramma di Ulisse e di Ifigenia.   (SECONDA PARTE – PRECEDENTE SUL NUM: 19) Senza la letteratura Itaca sarebbe semplicemente una piccola isola greca nel Mediterraneo. Invece Omero, la tradizione, le invenzioni letterarie l’hanno resa il luogo per eccellenza delle radici e della memoria, la patria ritrovata dopo un lungo viaggio: l’hanno trasformata […]

62749_1466613301-carceriaffollate-0

NON BASTA DIRE: testi teatrali di Alberto Todeschini, introduzione Iles Braghetto (1990)

    Quelli che seguono sono alcuni testi di canzoni e monologhi dello spettacolo realizzato in carcere durante un seminario-laboratorio del 1989 dal Centro Maschere e Strutture Gestuali diretto da Donato Sartori, presso la Casa di Reclusione di Padova. Il seminario si è concluso con uno spettacolo rappresentato all’interno del carcere il 27 gennaio, 1990 e, successivamente, il 31 marzo, […]

lo senti il mare bassa

DIALOGO DI UNA MADRE E DI UN FIGLIO SULLA DIPENDENZA, di Reginaldo Cerolini e Giuseppina Battistotti

  PREMESSA Ho appena finito l’intervista con mamma, al secolo Giuseppina Angela Battistotti in Cerolini. Ascolto Luigi Tenco Ballate e Canzoni nel vecchio vinile Lesaphon Vertical di papà. Sull’immagine del pc, in cui sto scrivendo, la piccola grande famiglia Cerolini, è riunita con stupore e gioia nel patio di San Giovanni in Monte (Bologna) a festeggiare la mia laurea Magistrale […]

028

Qualche considerazione sul metodo, di Gaius Tsaamo

  È spesso interessante osservare un quadro, un’opera d’arte e cercare di capire il suo significato profondo. Cercare di vedere quello che voleva esprimere l’autore e anche quello che l’opera riesce a suscitare in noi come emozione. La verità è che al di là dell’effetto voluto dall’autore, un’opera d’arte provoca in noi emozioni vari che dipendono dalla nostra sensibilità e […]

odalisca715bby7Y9PL._AC_SX425_

Il rossore dei pantaloni del sole di Abdallah Zrika (a cura di Sana Darghmouni)

Il rossore dei pantaloni del sole Abdallah Zrika     1 Oh, come posso vedere? Mentre l’occhio è circonciso   Questa è terra? O pietra per abluzioni   Qual è questo percorso che si estende dall’harem al paradiso?   E questa donna che altro non ha trovato se non il dorso del suo servo per sbirciare da una finestra su […]

Aldo Longo133670882_3947072718677891_4327447914491916677_n

L’alienista, di Machado de Assis

L’alienista traduzione di Jessica Falconi Gli Eccentrici, Edizioni Arcoiris 1. Di come Itaguaí ottenne un manicomio   Le cronache di Itaguaí narrano che in tempi remoti era vissuto in paese un medico, un certo dottor Simão Bacamarte, rampollo della nobiltà locale e considerato il più grande fra i medici del Brasile, del Portogallo e delle terre di Spagna. Aveva studiato […]

pandemia

Il levitatore, di Adrián N. Bravi

Adrián Bravi, Il levitatore, Quodlibet Compagnia Extra, 2020 Anteo Aldobrandi è l’uomo medio della provincia italiana, divide il suo tempo tra le stranezze della sua famiglia, le discussioni con la sua ex-moglie, la sua amata cagnolina, e la sua levitazione. È lo stesso Anteo che, nelle primissime pagine del libro, spiega l’origine della sua levitazione. Una ossessione, una caratteristica, un […]

chiocciola1

MICRORACCONTI DI SILVIA FAVARETTO

Cos’è un microracconto (a cura di Silvia Favaretto) In un’epoca come la nostra, abituata ad una cultura e paracultura del “mordi e fuggi”, per il frenetico modus vivendi in cui l’immediatezza si configura sempre più come necessità, pare che spesso l’uomo moderno non abbia più voglia né tempo di leggere i romanzi, che richiedono tempi lunghi e rilassati di assimilazione […]

SEME TRA I SEMI: POESIE DI ANNAMARIA FERRAMOSCA

Quattro poesie dall’antologia di percorso: Other Signs, Other Circles – Chelsea Editions, N.Y., 2009, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti, traduzione di Anamaría Crowe Serrano e Riccardo Duranti dalla sezione IL VERSANTE VERO (1999) LA PIAZZA DELLE VINTE TARANTOLE Abbiamo altre parole questa notte: un corpo musicale, a vendicare il tempo passato senza fuochi Abbiamo l’alba che batte su pelli tese in […]

bn time _13

da Racconti italiani – Il materiale scenico del ricordo, di Julio Monteiro Martins

  IL  MATERIALE  SCENICO  DEL  RICORDO     E anche l’oblio è ricordo, e lagune di sonno                                                                              sigillano col loro negrume  ciò […]

63c178846b25dc2d3a4874e90b577a06.0

RACCONTO DI NATALE – di John Jairo Junieles (trad. Lucia Cupertino)

LE MIE MIGLIORI PREGHIERE John Jairo Junieles traduzione di Lucia Cupertino   Vedo la piccola casa di zia Cenelia, illuminata dalle luci natalizie e subito il ricordo va a quei circhi dei quartieri poveri, con le loro tende rattoppate e lampadine colorate, montati nei parchi, con la voglia di non andarsene mai; finchè un giorno sono costretti a sloggiare e […]

VOLTI E MASCHERE DIETRO LE SBARRE – Inedito di Donato Sartori (1990)

  Parlare di maschere teatrali in un ambiente carcerario è quantomeno emblematico e inusuale. É accaduto alla Casa di Reclusione di Padova di proporre, per due anni consecutivi, una problematica culturale nell’ambito del Progetto Carcere promosso dal Settore agli Interventi Sociali che normalmente é di appannaggio del mondo del teatro a della cultura: “La maschera ed il teatro”. Sperimentazione questa […]

cover Mujeres

Mujeres. Frammenti di vita dal cuore dei Caraibi, di Raúl Zecca Castel

    Frutto di un lungo lavoro di studio nell’entroterra della Repubblica Dominicana, “Mujeres. Framenti di vita dal cuore dei Caraibi” (Arcoiris, 2020), raccoglie le appassionate testimonianze di sette donne di origine haitiana residenti nei “bateyes”, comunità di origine coloniale che ancora oggi rappresentano il lato nascosto del sogno turistico caraibico. Il libro è il racconto corale di una realtà […]

Due poesie di Remah Boubou, trad. a cura di Sana Darghmouni

Così e basta   Suvvia, alzati ora e scrivi la tua poesia! Sì così Senza nessun desiderio Esattamente come se Assumessi un farmaco amaro! O ti appoggiassi ad un muro freddo! Come se ti allenassi A sollevare pesi in un pomeriggio d’estate! L’avvenire… sta arrivando senza dubbio. Folle… Muggente come un toro furioso. Accoglilo con tutto il tuo “teppismo” dei […]

#AMAZONAS2 BASSA

Yun yun (selezione), di Karlina Veras

Yun yun (granite contro il calore) Karlina Veras traduzione e cura di Barbara Stizzoli Introduzione di Reynolds Andújar Edizioni Arcoiris 2020 Yun yun (granite contro il calore) è un libro che produce il desiderio di possederlo, portarlo in tasca, perché dà la sensazione di freschezza, ma la bellezza di questo libro di Karlina Veras non si limita all’aspetto estetico. In apertura […]

9788865419533_0_0_654_75DarioFuriosocover

da “Il Dario Furioso” (Il Ponte Vecchio 2020), DARIO FO: TRA GOLDONI E RUZANTE (di Walter Valeri)

  DARIO FO: TRA GOLDONI E RUZANTE (di Walter Valeri)   E’ a contatto con i comici della Compagnia dell’Anonimo, diretta e guidata da Buonafede Vitali, grande esperto in ‘ciarla’ che Carlo Goldoni negli esordi indirizza  le sue doti di scrittore verso un teatro che successivamente si mostrerà  capace di inglobare le qualità e gli strumenti naturali  degli attori della […]

Copertina Matariki

Matariki, sciame di stelle – poetesse Maori contemporanee AA.VV – a cura di Antonella Sarti Evans (Ensemble Luglio 2020)

Traduzione in italiano da parte di Antonella Sarti Evans, Francesca Benocci e Eleonora Bello Traduzione in māori di Te Ataahia Hurihanganui e Hēmi Kelly   Nota: L’antologia si compone di nove voci di poetesse maori delle quali si riporta la relativa biografia, tutte interessanti e diverse per temi trattati e stile. Nell’articolo sono riportate cinque delle voci presenti nell’antologia rappresentative […]

within-our-gates-lynching

UCCIDERE NEGRI NON È MAI STATO COSI’ FACILE: TRIBUTO A OSCAR MICHEAUX, di Reginaldo Cerolini

UCCIDERE NEGRI NON È MAI STATO COSI’ FACILE: TRIBUTO A OSCAR MICHEAUX   6 Settembre– Roma- Fuori da un locale un giovane ragazzo afro-italiano per difendere un coetaneo da una rissa, premeditata, crolla a terra esanime per l’inaudita violenza di calci e pugni, inferti da quattro ragazzi romani. Il giovane di 17 anni si chiama Willy[1].   25 Maggio– Minneapolis[2]– […]

DSC_0196

Selezione poetica, di Claudio Senattore

  La vita è un istante.   Quanto va lontano il tuo sguardo amato Leone, è rimasto sull’altra sponda forse… o lo specchio delle sue acque lo restituì Nell’amata terra che ti ha abbracciato?   Hai cambiato montagne e valli, Per pianure di colore verde e speranza. Gli hai dato figli e nipoti, dono divino, per averti dato il benvenuto […]

0668ea9af7c32824f79ad25f7d83b2efchinatea3 (1)

Da un menù di té dai gusti distinti: Parte Prima, a cura della Scuola di Poesia Enciclopedica

INDICE ———————————————————————————– PARTE PRIMA (Inverno 2020, LMS n. 20, 1 gennaio 2021) Fissaggio/ “Killing the Green” (Uccidere il verde) di YIN Xiaoyuan [Cina] [Fondatrice di E.P.S. (Encyclopedic Poetry School)] Té oolong Shui Xian “della ninfa” [Cina] [membro storico di E.P.S. ] Jin Mu Dan / “peonia dorata” di  SUN Qian [Cina] [membro storico di E.P.S. ] Té oolong Bu Zhi Chun / […]

varavara_rao_1

La poesia nuoterà verso la coscienza guardandovi negli occhi – La poesia, di Varavara Rao

La poesia   La poesia è La verità che non ha bisogno di nascondersi Gente che non ha bisogno di governo Vita che non ha bisogno di ambrosia   Se mi frughi nelle tasche Butti all’aria i miei libri e le pagine sul tavolo O sugli scaffali Apri a forza questa gabbia del cuore a forma di fiore Non troverai […]

IMG-20201107-WA0007

Cartografie del silenzio di Adrienne Rich – selezione a cura di Maria Luisa Vezzali

La nuova edizione di Cartografie del silenzio esce a distanza di vent’anni dalla prima. In questo ventennio, com’è ovvio, sono accadute molte cose; soprattutto è venuta a mancare Adrienne Rich. Costruire insieme a lei le due antologie uscite per Crocetti, accompagnata non solo dai suoi costanti suggerimenti e incoraggiamenti, ma anche da lampi di conversazione sulla politica, l’amore, le nostre […]

EfXga2eWkAEEljHtwitterpeopeldk

Ladri di denti – Storie di razzismo quotidiano e resistenze: Candice Whitney recensisce la raccolta di Djarah Kan

In Italia, le conversazioni sulla razza sono lasciate al passato in virtù della loro connotazione negativa e dell’automatismo del collegamento al  fascismo e al colonialismo, elementi  che contribuiscono all” evaporazione razziale ” nel linguaggio contemporaneo. Tuttavia razza, razzismo e silenziamenti continuano ad esistere tutt’oggi, sia a livello macro che micro. La razzializzazione e il razzismo strutturale rispetto  ai corpi considerati ‘Altri”, descritti […]

DSC_3969

I Non-Luoghi ai tempi del Covid19

Parlare di Non Luoghi nel bel mezzo di una pandemia che sovverte l’ordinamento sociale vigente implica una sorta di ridefinizione del termine, condizionata da nuove forme di socializzazione. Oggi, in mezzo a un contesto globale gli esseri umani cercano disperatamente di ottenere un contatto meno immediato precisamente in quegli spazi dove una volta il passaggio di esseri umani obbediva ad […]

JEAN-CHARLES VEGLIANTE: TRADURRE COME ATTO DI PLURI-APPARTENENZA

Tradurre come atto di pluri-appartenenza … Je réservais la traduction. (A. Rimbaud, Délires ii) Io scrivo e traduco in e dalle mie due lingue, italiano e francese, ma non di rado anche – specie verso il francese – da altre lingue che bene o male posso conoscere almeno in forma scritta (latino, spagnolo, inglese). Più della competenza bilingue, importa provare […]

My Post

Nina Cassian – giocare alla genesi, che spasso – di Eleonora Negrisoli

Per gentile concessione di Muridiversibo dove l’articolo è stato pubblicato il primo ottobre 2020.  Nina – al secolo Renée Annie – Cassian nasce nel 1924 a Galati, in Romania. Illustratrice, pianista, e poeta dalle <<grandi, insolite virtù>>; onirica e ironica, innamorata e infuriata, la poesia di Nina sembra incarnarsi nel suo volto di Morgana – <<Mi è toccato questo volto strano, triangolare, / questo pan di zucchero o questa / […]

oggetti

Poesia e nomenclature: “I nomi delle cose” di Giancarlo Baroni, recensito da Pina Piccolo

  L’ultima raccolta di versi di Giancarlo Baroni “I nomi delle cose” (Puntoacapo, 2020) si assume il difficilissimo compito di scandagliare e conferire unità poetica a una mansione che miti e religioni in molte parti del mondo hanno assegnato nei millenni all’essere umano: quella di dare il nome alle cose e agli altri esseri viventi. In tutto il Novecento, con […]

Screenshot_2020-11-02 Un racconto aperto sul futuro del nostro pianeta

Un racconto aperto sul futuro del nostro pianeta Di Angelo Ferro, Ufficio Stampa del Trento Film Festival

Per gentile concessione di Agenzia di Stampa Giovanile, pubblicato il 30 agosto 2020 Foto di copertina: Lukas Del Giudice Andreà Segrè e Ilaria Pertot hanno presentato al Teatro Capovolto “…E poi?”, un innovativo progetto letterario e scientifico, un racconto che tratta dei grandi temi del futuro: dai cambiamenti climatici, alla mobilità passando per stili di vita sostenibili. Un racconto aperto, di […]

001a

UNA PIENA SOLITUDINE: POESIE DI EDGARDO MARANI (I di II), a cura di Reginaldo Cerolini

  Mi vanto sempre di conoscere la poesia, scoprendola in modo selvatico e randagio fra i cinque continenti ed apprezzando in essa quelle che sono spesso -non sempre! – le voci minime. Il pensiero minore, per autonomia ed ecletticità, mi sembra si avvicini alla coralità del mondo quando, invece quello dominante (o maggiore) sembra voler essere una sua canonizzazione dogmatica, […]

Poesie da “I custodi di Fortini”, di Alessandro Boccia (Argalia Editore, Urbino 2020)

Scriveva Caproni: “Una poesia dove non si nota nemmeno un bicchiere o una stringa, m’ha sempre messo in sospetto. Non mi è mai piaciuta: non l’ho mai usata, nemmeno come lettore”. A seguire queste tracce può darsi che vengano fuori, nel verde della primavera, o nel tiepido inverno, brusii di api, un pugile, o un ferro da stiro. E magari, […]

NEGRO MOMENT VOL.II: BUBU&MEDY MEGLIO DELL’ORO DI BOLOGNA, di Reginaldo Cerolini

NEGRO MOMENT VOL.II: D MEGLIO DELL’ORO DI BOLOGNA   “La sfortuna mi ha guardato dentro                                                                                                […]

20.-Wall-by-Playas-de-Tijuana_2015_Photo-by-Clarissa-Clò-480x570

da Frontiere News “Ma con Biden e Harris cambia davvero qualcosa?” di Clarissa Clò

Ma con Biden e Harris cambia davvero qualcosa? 13 Dicembre 2020,  per gentile concessione di Frontiere News, traduzione di Valerio Evangelista, adattamento di articolo apparso il primo dicembre in The Dreaming Machine n. 7 Come si comporterà il governo Biden-Harris nei confronti di minoranze, movimenti di lotta e questioni sociali? La risposta potrebbe emergere in queste settimane di transizione politica, cartina […]

shotlitterateur2 (1)

Il racconto più breve del mondo e cosa aspettarsi dopo il meta post-modernismo – Shajil Anthru

Ey… (Ehi…) Mm… (Mm…) ….         …. Mm…hum  (Mm… ehm)   EY (Ehi) è il racconto più breve mai pubblicato al mondo;  trascende i confini del linguaggio e con un linguaggio universale. Tutte le storie sono dotate di un contesto, personaggi, tempo e lingua. Ma la caratteristica di questo racconto è tale che chi legge è in grado di interpretarlo in base […]

Guatemala134361343_3490942551131869_5915680201010204994_n

NEGRO MOMENT VOLUME II O LA FINE DEL DECENNIO DELLA SCIMMIA, di Reginaldo Cerolini

  NEGRO MOMENT VOLUME II O LA FINE DEL DECENNIO DELLA SCIMMIA È notte. Sono ipnotizzato dal padovano Tony Boy [1]  di Going Hard -sound che parla direttamente tra futuro e passato con una poetica urbana piena di sentimento e  vita- uscito due giorni fa  15 ottobre 2020, (sono fra le prime 600 persone sparse per il mondo che lo […]

Corporea_copertina (1)

Selezione di poesie da Corporea (Controluna Edizioni 2020) e testi inediti di Giulia Berra a cura di Bartolomeo Bellanova

TESTI TRATTI DA CORPOREA  SCHIENA Di notte ti volti di scatto, resto faccia a faccia con la tua schiena ad arco, le ossa aguzze che sporgono un poco, un vestito curvo che silente respira. Guardo in silenzio la parte di te che temo mi donerai il giorno in cui sarò vuota, quando avrò sapore di noia e sarò un luogo […]

Akiko126257842_3452757084778843_8570717938334706466_n

UNO STRAPPO, IL CASO NICOLA TOMMASOLI – Ture Magro e Sara Parziani

  Verona, mercoledì 30 aprile 2008. Dodici anni fa. Hai una sigaretta? Una settimana corta, questa, domani è festa e davanti ci quattro giorni di ponte. Quattro giorni liberi, tutti da inventare. Quattro giorni non programmati. Del tempo da passare in famiglia, con gli amici, da dedicare a ciò che si ama. Quattro giorni per staccare dalla quotidianità. Quattro giorni. […]

00268432

Non ho una storia, ho un problema – Africa ed Europa: Sogni e incubi di Sabah, giovane rifugiata sudanese si racconta

Progetto in progress di Giuseppe Pensabene Perez (intervistatore, testo) e Alfredo D’Amato (foto) Parte I : Non ho una storia, ho un problema, Sabah si racconta Sabah (29) Shihab (6) Husam (5) Zannùn (3) Ingresso in Sicilia: 17/8/2017 Porto di Pozzallo Nave Aquarius (SOS mediterranee / MSF) Primo Incontro (Giuseppe) 16/7/ 2017 Mar Mediterraneo, nave Phoenix (MOAS) Secondo incontro Giugno 2018 Hildesheim (Germania) […]

arlecchino sartori-2

MASCHERA E MASCHERAMENTI FEMMINILI (I parte) – Paola Piizzi Sartori

    II mio primo incontro con la maschera risale agli anni ‘80, durante un viaggio di studio con Donato Sartori in Indonesia. Incontro fortuito come spesso sono gli episodi che marcano profondamente la nostra vita e il nostro lavoro. Mi ritrovai subito, e con piacere, immersa in quel mondo che l’essere umano conosce da sempre, perché da sempre ha […]

SARS

da Frontiere News: Vivere con il terrore della polizia. Una testimonianza dalla Nigeria, di Chukwuemeka Attilio Obiarinze

Vivere con il terrore della polizia. Una testimonianza dalla Nigeria 31 Ottobre 2020  20 minuti di lettura stimati   In questo articolo Chukwuemeka Attilio Obiarinze testimonia la paura che i cittadini nigeriani vivono davanti alla polizia, e in particolare alla SARS (Special Anti-Robbery Squad), un braccio armato speciale molto violento accusato di crimini e torture. Durante il mese di ottobre ha […]

SIAMOTUTTIANIMALI BASSA

UN SCIAMANA SUPERBAMENTE ADIRATA E GIUSTAMENTE INCAZZATA: APPUNTI DI CRITICA ED IMPRESSIONI SU I CANTI DELL’INTERREGNO DELLA POETESSA PINA PICCOLO, di Reginaldo Cerolini

UN SCIAMANA SUPERBAMENTE ADIRATA E GIUSTAMENTE INCAZZATA: APPUNTI DI CRITICA ED IMPRESSIONI SU I CANTI DELL’INTERREGNO DELLA POETESSA PINA PICCOLO   PREMESSA Io non sono amante del familismo cameratista[1] con cui accrocchi di élite culturali se la cantano e se la raccontano nel panorama blasonato di chi per meriti, onori, doveri ed oneri è entrato nel mondo del Pensiero Dominante […]

Emigrazione-italiana-nel-900-3-768x517

TRACCE E ITINERARI DI UN’UTOPIA. L’emigrazione italiana in Argentina (recensione di Anna Fresu)

È uscito recentemente in Italia il libro di Fernanda Elisa Bravo Herrera, tradotto da Sabrina Costanzo, per la Cosmo Iannone Editore. Il libro racconta e analizza l’emigrazione italiana in Argentina dal XIX secolo agli inizi del XXI, argomento a lungo trascurato o trattato superficialmente dai nostri storici e intellettuali, dimentichi di un fenomeno che ha interessato circa tre milioni di […]

1Judi Shintani34728401_10161693044849572_2144122533280372644_n

Cinque poesie inedite di Simone Consorti

Pessoa   L’imprevisto era previsto per le quattro Io sarei arrivato in ritardo in anticipo e tu in anticipo in ritardo   Io sarei tornato a riprendermi una mia impronta e tu a recuperare una tua orma   Io avrei avuto un’intuizione magari un presagio e tu un deja vu   E’ tutta la vita che ci presentiamo là dove […]

signal-2020-10-30-181900

LA VOCE DELLA BRIGADA DIGNIDAD (CILE) – Ximena Soza

Consigli di una brigatista (Brigada Dignidad, Santiago del Cile) a cura di Ximena Soza Si decide se si partecipa alla chiamata, si specificano le coordinate, si mangia leggero nel caso i gas lacrimogeni ti facciano venire voglia di vomitare ancora, anche se indossi una maschera. Si prepara lo zaino, una bella scorta d’acqua, il cambio extra se ti bagni con […]

PER UN’APPENDICE AD UNA CORONA (Parte I) di Reginaldo Cerolini, con introduzione di Pina Piccolo

Introduzione di Pina Piccolo   Per assaporare in pieno lo spessore dei versi di Per un’appendice  ad una corona di Reginaldo Cerolini, poeta, critico e redattore de La Macchina Sognante, bisognerebbe compiere uno sforzo di visualizzazione e un esercizio auditivo, cioè immaginare la sua persona fisica, il luogo in cui sono stati scritti e percepire la sua voce, che a […]

marenostrum 300

L’Uomo che Portava la Neve, favola di Giovanni Berton

L’Uomo che Portava la Neve Da quando aveva memoria non era mai riuscito a vedere il sole, né le persone, o per lo meno non le aveva mai viste felici. Da sempre vagava per il mondo in cerca di un po’ di gioia, gli bastava anche un raggio di luce che gli scongelasse il cuore, ma non era mai riuscito […]

Lo spacciatore con tre nomi (Parte seconda), di rfayyiq

Continua dalla Parte Prima, nel numero 19 di LMS, che potete trovare qui   […] Poi questa domanda del cazzo se si è lavato le mani. Ma come si permette anche solo di chiederlo. Stanno fumando eroina che è stata in bocca a un negro e forse prima anche nel culo di un afghano o un albanese, che so io, […]

Estratti da “Leggete e moltiplicatevi – Manuale di lettura consapevole, di Romina Arena (Rubbettino 2020)

  Estratto dal capitolo “La letteratura come pedagogia e provocazione”, pag, 19.   La letteratura intorno a noi e dentro di noi   Oggi, nel linguaggio corrente, al termine letteratura attribuiamo un valore generico. In origine al suo significato, invece, letteratura è l’arte di leggere e scrivere. L’arte di mettere insieme la conoscenza (il leggere) e la testimonianza (lo scrivere). […]

Carl Heyward133426134_1514766752047366_9190681548504828158_o

Arundhati Roy e Il sentimento antiamericano: Maria Zappia recensisce “Il mio cuore sedizioso”, parte II

Estratti Da  “Il mio cuore sedizioso” di Arundhati Roy ,  ed. Guanda, 2019; Arundhati Roy e  Il sentimento antiamericano”   La raccolta di scritti della famosa narratrice indiana Arundhati Roy che in Europa ha avuto un grandissimo successo con il romanzo dal titolo “Il dio delle piccole cose”,  premiato con il prestigioso Booker Prize, nell’anno 1997, rappresenta l’esito coraggioso ed […]

Senza titolo-1 bassa

ALLE BESTIE! – Romanzo di Francesca Sarah Toich, capitoli 3 e 4

  Riassunto delle puntate precedenti (Qui potete trovare i capitoli  1 e 2 e notizie sull’autrice, pubblicati ne La Macchina Sognante n. 19)   Durante una visita ginecologica Maya, giovane studentessa di letteratura classica, scopre di essere incinta di un rinoceronte bianco. Viene subito inviata a Coronide, una clinica specializzata in parti difficili dove incontra Clemente, il medico che seguirà la […]

rulfo foto 2

MA NON LI SENTI I CANI ABBAIARE? Tratto da La pianura in fiamme di Juan Rulfo – a cura di Matteo Rimondini Andrés Ríos

Juan Rulfo nasce nel 1918 a Sayula in Messico, e, anche se pubblica solo due opere letterarie, En Llano en llamas (1953) e Pedro Páramo (1955), il suo unico romanzo, è considerato uno degli autori più rappresentativi del suo paese. Scrittore non di professione, si alterna infatti fra mansioni di funzionario e di rappresentante di pneumatici ma fonda diverse riviste […]

rogo libri

MANDATI A BRUCIARE I LIBRI IN SPAGNOLO DELLA PREMIO NOBEL LOUISE GLÜCK – Nota del suo traduttore, Adalber Salas Hernández

BRUCIARE LIBRI Adalber Salas Hernández                                                                                                               […]

alimentazione-salute-ambiente_FOTO

La nostra alimentazione ha costi altissimi su salute e ambiente, ecco perché dobbiamo cambiarla di Marianna Usuelli

Pubblicato su LeNiUS il 16 settembre 2020  Il report annuale della Fao The State of Food Security and Nutrition in the World 2020 (Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo), pubblicato a luglio 2020, quest’anno si è focalizzato su un messaggio ben chiaro: la salute e i cambiamenti climatici sono problemi da affrontare innanzitutto cambiando la nostra alimentazione. Se la popolazione […]

  • Popolari
  • Archivi
18447228_1366474556778500_536930502053786809_n

La donna è un verso… 6 poesie inedite di Nizar Qabbani, il poeta dell’amore del Novecento arabo (trad. di Idriss Amid)

  8   Oh donna, chi sei? Tu, pugnale intruso nel mio passato tu, docile come gli occhi di un coniglio morbida come la buccia di una pesca tu, pulita come una collana di gelsomino innocente come i grembiuli dei bambini tu, feroce come la parola, esci dai fogli dei miei taccuini, esci dalle lenzuola del mio letto, esci dalle […]

beachpacificocean

Lettura delle migrazioni attraverso i testi poetici (Samuele Rizzoli)

  3.2. Lettura delle migrazioni attraverso i testi poetici       Analizzando la poesia migrante dei viaggi della speranza, nei testi raccolti in questa sede[1], si delinea un fenomeno letterario che risponde direttamente agli eventi di cronaca dei fatti del Mediterraneo. Gli eventi di cronaca diventano i temi cardine sui quali il discorso poetico si costruisce facendo della scrittura […]

serena-dito-puntato

OR-DITE! – teatro e poesia contro la violenza maschile sulle donne (a cura di Serena Piccoli)

da “OR-DITE” Parte Terza SERENA PICCOLI,   “NON NE USCIAMO VIVE” (monologo) Da piccola mi hanno insegnato che i maschietti sono indipendenti, coraggiosi, forti, aggressivi di natura, energici, attivi, audaci.
Dominanti. Do-mi-na-nti.
Da piccola mi hanno insegnato che le femmine sono dipendenti, affettuose, sognatrici, attraenti, emotive, tenere, gentili, dolci. Remissive.
Re-mis-si-ve.
Non mi ci ritrovavo in tutti questi aggettivi, ma mi sono sforzata, da […]

IMG_4923

Lo specchio d’acqua, di Vicente Huidobro

Vicente Huidobro de El espejo de agua, 1916 / da Lo specchio d’acqua, 1916 Traduzione di Gianni Darconza   ARTE POÉTICA   Que el verso sea como una llave que abra mil puertas. Una hoja cae; algo pasa volando; cuanto miren los ojos, creado sea, y el alma del oyente quede temblando.   Inventa mundos nuevos y cuida tu palabra; […]

poesie-attraverso-la-perla-dell-africa

da “Poesie attraverso la perla dell’Africa” (a cura di Hamid Barole Abdu)

Introduzione del curatore Poesie attraverso la perla dell’Africa è una raccolta di poesie scritte da studenti di letteratura del College School di Makerere, Kampala, Uganda. Il primo obiettivo è quello di far conoscere il paese attraverso i suoi giovani studenti con predisposizione alla scrittura. L’idea del libro ha più di uno scopo: capire il loro pensiero rispetto al mondo che li circonda, cioè il livello […]

Chi Siamo



lamacchinasognante.com è nata con il suo numero 0 il primo ottobre 2015, fondata da scrittori e poeti che sentono la necessità di costruire uno spazio, un contenitore di scritture dal mondo, per scritti e dibattiti, sia nazionali che internazionali, che, per la loro natura dirompente, stentano ad emergere in altri contesti letterari ed editoriali. Per una discussione più approfondita delle motivazioni e degli obiettivi, vedere i due scritti di riflessione contenuti nel numero 0 http://www.lamacchinasognante.com/riflessione-1/ e http://www.lamacchinasognante.com/riflessione/

La Macchina è Social – Seguici su


Web design - www.openmultimedia.it

Eventi e news

Domenica 15 novembre ore 17 pagina Facebook Amnesty Bologna dialogo attorno a “I bambini spaccapietre – L’infanzia negata in Benin” di Felicia Buonomo (AutAut Edizioni 2020)

  Dopo la recensione di I BAMBINI SCAPPAPIETRE L’infanzia negata in Benin (AutAut Edizioni 2020) sul numero 18 di LMS, domenica 15 novembre dalle 17 dialogheremo con l’autrice, Felicia Buonomo, ospiti virtuali della grande casa di Amnesty International, gruppo di Bologna. Si parlerà del reportage giornalistico di Felicia  allargando lo sguardo alle tante infanzie negate e al contributo che ognuno […]

122825032_961732200984950_5405883752469820515_n

in diretta, 29 ottobre, ore 19,30 OLTRE BIDEN E TRUMP – OLTRE BIDEN E TRUMP PERSONE COMUNITA’ MOVIMENTI

OLTRE BIDEN E TRUMP PERSONE COMUNITA’ MOVIMENTI VERSO LE ELEZIONI USA In diretta su Frontiere News e YouTube: 29 ottobre dalle 19,30 alle 21,15, ore italiane Per partecipare alla diretta via Facebook: http://bit.ly/Oltre_Biden_e_Trump Per partecipare alla diretta via Youtube: http://bit.ly/Oltre_Biden_e_Trump_YouTube C’è molto altro di cui parlare oltre a Biden e Trump, a proposito delle elezioni statunitensi. Ci sono oltre 227 […]

172092cattività2

Dialoghi tra pedagogia, teatro e carcere- XXI CONVEGNO: 29-30 Ottobre, Urbania PU

 XXI CONVEGNO: Dialoghi tra pedagogia, teatro e carcere, Urbania, PU 29 e 30 ottobre Nell’ambito di Destini incrociati – Progetto Nazionale di Teatro in Carcere a cura del Teatro Universitario Aenigma e del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere   Il titolo del XXI incontro promosso dalla Rivista Europea Catarsi-Teatri delle Diversità “Dialoghi tra pedagogia, teatro e carcere” accompagna l’uscita del numero 2/2020 della Rivista […]

arbol

PARTECIPA A RUCKSACK – PATCHWORK GLOBALE DI POESIA

PARTECIPA FINO AL 3 SETTEMBRE A RUCKSACK – PATCHWORK GLOBALE DI POESIA Rucksack, a Global Poetry Patchwork è una mostra che verrà inaugurata il 26 settembre 2020 nella nuova sede del Piccolo Museo della Poesia a Piacenza ed è composta da due macro-opere: un’installazione con una grande sacca fatta a partire da bustine da tè essiccate e l’esposizione di brevi […]

collagefaten

Sulle ali della poesia in Cina, Kolkata e Palestina il 2 e il 7 luglio a Villa Romana, Firenze

La Macchina Sognante e La Scuola Popolare di Villa Romana presentano 2 eventi dedicati alla poesia in Asia   Giovedì, 2 luglio, ore 19,30 Villa Romana 68, Firenze    Sulle ali della poesia in Cina: i poeti operai di Picun e i poeti della Scuola Enciclopedica Dal vasto e ricchissimo panorama della poesia cinese contemporanea, Federico Picerni, studioso di letteratura […]

Epicrisilocandina71499189_2647979075222218_4841073336874172416_n

Presentazione del libro EPICRISI (Di Felice Edizioni 2019) di Ashraf Fayadh, Bologna 15 ottobre

Presentazione del libro  EPICRISI (Di Felice Edizioni 2019) Seconda raccolta poetica di Ashraf Fayad, traduzione di Sana Darghmouni BOLOGNA – Martedì 15 ottobre, ore 15,30, Sala Conferenze, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, via Cartoleria 5   Evento organizzato da Sana Darghmouni (Prof. Università di Bologna e Ca’ Foscari) Presenta Moulay Zidane  El Amrani (arabista, prof. Università di Padova) Il […]

Copertina - L'ULTIMA PELLE - 13 aprile

Book Tour di Ahmed Masoud- “Scomparso: La misteriosa sparizione di Mustafa Ouda” (Lebeg Edizioni 2019) 22-25 Ottobre Bologna, Napoli, Roma, Venezia

Siamo lieti di annunciare il book tour dello scrittore palestinese/inglese Ahmed Masoud, in questo primo round di incontri per la penisola italiana in cui presenterà il suo romanzo “Scomparso – La misteriosa sparizione di Mustafa Ouda”, tradotto dall’inglese da Pina Piccolo, edito da Lebeg, nella collezione I venti. Ci saranno le seguenti tappe:   22 ottobre – BOLOGNA ore 13,30-17,00, […]

Festival Amazzonia

SOS AMAZôNIA Benefit Festival 12 ottobre 2019 Bologna, Locomotiv Club di CHAKRUNA – The Orgasmic Way of Living

L’Istituto Italiano di Cumbia sarà LIVE per la prima volta in Italia per sostenere SOS AMAZôNIA Benefit Festival 12 ottobre 2019 Bologna, Locomotiv Club di CHAKRUNA – The Orgasmic Way of Living ★ Lo scopo è proteggere il corridoio verde che abbiamo selezionato nell’Amazzonia peruviana dalla deforestazione ★ 2 ore di barca da Puerto Maldonado a Rio Las Piedras, maggiori […]

Evento67633993_392023328118500_5208799632074735616_n

IL BIANCO E IL NERO – LE PAROLE PER DIRLO – Convegno Milano 7 settembre, Casa della Memoria

Una giornata di dibattiti, presentazioni e momenti conviviali ed artistici. Che cosa vogliamo dire quando diciamo inclusione, dare voce a chi non ha voce, bianchitudine, razza, nero, nerezza, intersezionalità, dare dignità, decolonizzare, privilegio bianco, l’Altro, gli ultimi… e tante altre parole, alcune che racchiudono trappole e ideologismi, altre che invece vanno nella direzione di un necessario ribaltamento di paradigmi molto […]

othering-2 (1)

Annuncio CONVEGNO – IL BIANCO E IL NERO- Le parole per dirlo, Sabato 7 settembre Milano

Annuncio Convegno: IL BIANCO E IL NERO: Le parole per dirlo   Sabato 7 settembre, La Casa della Memoria, Milano (via Federico Confalonieri 14) Dalle 10:00 alle 18:00   Una giornata di presentazioni, dibattiti e momenti conviviali ed artistici   Che cosa vogliamo dire quando diciamo  inclusione, dare voce a chi non ha voce, bianchitudine, razza, nero,  intersezionalità, dare dignità, nerezza,  […]

Iscriviti alla Newsletter

Iscrivendoti alla nostra newsletter dichiari il consenso al trattamento dei dati secondo la nostra Privacy Policy. Puoi disiscriverti in qualsiasi momento inviando una mail a info@lamacchinasognante.com

LMS

  • Indice del numero 0
  • Indice del numero 1
  • Indice del numero 2
  • Indice del numero 3
  • Indice del numero 4
  • Indice del numero 5
  • Fotogallery
  • Indice del numero 6
  • Indice del numero 7
  • Indice del numero 8
  • Indice del numero 9
  • Inserto I fatti di Macerata
  • Indice del numero 11
  • Indice del numero 10
  • Inserto Mimmo Lucano
  • Indice del numero 12
  • Indice del numero 13
  • Indice del numero 14
  • Indice del numero 15
  • Inserto Amazzonia
  • Indice del numero 16
  • Indice del numero 17
  • Indice del numero 18
  • Indice del numero 19
  • Indice del numero 20
  • La macchina sognante
    • 2020
      • La macchina sognante n. 20
      • La macchina sognante n.19
      • La macchina sognante n. 18
      • La macchina sognante n. 17
    • 2019
      • La macchina sognante n. 16
      • La macchina sognante n. 15
      • La macchina sognante n. 14
      • La macchina sognante n. 13
    • 2018
      • La macchina sognante n. 12
      • La macchina sognante n. 11
      • La macchina sognante n. 10
        • Inserto I fatti di Macerata
      • La macchina sognante n. 9
    • 2017
      • La macchina sognante n. 8
      • La macchina sognante n. 7
      • La macchina sognante n. 6
      • La macchina sognante n. 5
    • 2016
      • La macchina sognante n. 4
      • La macchina sognante n. 3
      • La macchina sognante n. 2
      • La macchina sognante n. 1
    • 2015
      • La macchina sognante n. 0
        • Omaggio a Julio Monteiro Martins
  • Poesia
  • Saggi
  • Narrativa
  • Teatro
  • Interviste e recensioni
  • Sconfinanti
    • Poesia
    • saggi
    • narrativa
I cookie ci aiutano a migliorare la navigazione su lamacchinasognante.com. Navigando nel sito accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Per maggiori informazioni o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie premi Info. Se invece sei d'accordo, premi Accetto Accetto Info
Privacy & Cookies Policy