OVERTURE DI CORPI
contano i corpi che cantano e vanno
e hanno cicatrici ferite, il grido
questo urlo tifone che spazza
overture ici in caduta la lettura
la polvere come un gioco di secoli,
sospesi
decollati sforbiciati interferenze
i desideri senza scala dei terremoti
e moto d’onda tu, la carne scavata
incavata dalle fenditure del volto
rinculo il cielo esposto alla violenza
lenza che pesca le profondità del vuoto
assente l’odore delle rotondità, le ore
le dimore del tempo incanto e disonore
così sordo sordido conto di guerra
e canto che ingabbia il nostro delirio
crudele fra le dita e la vita, il nudo
intrisa ditta di verità e tocco di stanze
pareti fluttuanti vetture di lampi ampi
campi ionici onde disarmoniche
o conici orizzonti di relative distanze
e armonica unica non scampi fonone
tu corda evanescente dissonanza
la danza la mattanza delle risonanze
in quella camera a nebbia dei nostri sogni
LE FOLATE
del tempo le folate sono di-
versi. Indumenti diversi
lenti come petali il vento
e l’ora non dura più
che un’arsura dura
e cura una freccia
la tela incera al compimento
di una rosa rosa dall’attesa
in agguato il vecchio tempo
cocktail di mondi sottobreccia
c’è una vela che smareggia
e l’ipotesi a sera scarseggia
neanche il supermercato
globale tra tanto sciame
è così fondo immane
MACERIE DELLE DEMOCRAZIE
nelle macerie
delle democrazie
e sempre nel posto sbagliato
c’è un silenzio che parla di mele
e suono macera transizioni
un pasto di avanzi che avanza
tra radici e memorie esiliate
una risacca secca di barbarie
un lutto che non abbrevia la vita
il soggetto impastato nell’oggetto
oggetto in pericolo che pericola
e soglia un senso che deraglia
nelle stanze obese di tensioni
non stare, amore, peso appesa
a un sole, compagna la gravità
ci lega ai confini del precario
e vulcanica è la terra e vita
doppio vincolo il tempo macina
e retroazione il giorno della notte
non lascia la scena alle polveri fini
se campa un granello di vento
che sanguini il pensiero la decisione
qui e ora è la continuità dell’ordine
sotto l’azione e l’incisione che taglia
e colpa è la verità sequestrata in coda
le catene delle cause imprigionate
stagionate come un ferro battuto
non sono un balsamo per il sonno
e la mafia che così conta le giornate
nate sono le ore e il disonore ora
conta più di una vittoria al pallone
è una festa nazionale (che pena)
un bagno penale innaffia l’oratorio
I RICORDI DEL FUTURO
attacco concentrico buyers strike
una tempesta di ioni all’elio
tagliamo le vene al mercato
gli acquisti i ricordi del futuro
buchi l’ora navighiamo zero
neri nessun atomo d’ossigeno
ci brama più degli specchi
ustori
in questo mondo venture capital
siamo onde trostskiane un piano
campi di concentramento d’assalto
centri commerciali d’altro nuovo
zero è un infinito vortice di lame
multiple linee di fuga, uno sciame
un concerto di uragani in volo
vorticali ruscelli ore in amore
e frattali di re-ali alla mola
LE RADICI DEL PASSATO
è tempo di uccidere l’Illuminazione
la luce che ci nasconde le stelle
la trasparenza degli assassini
il funerale della lingua dei sogni
farfalle tossiche vorrei i poeti
rane pescatrici in agguato e scanto
travestite e pronte all’inganno
la verità piegata allo straniero
code di rospo Heliconidae del tempo
la potenza del falso ha una verità
in loro i ricordi del futuro l’assenza
lo sguardo obliquo sul fisso dell’Idea
le radici del passato porgono il sisma
rizomi e vigili il guado e la danza
e terra di morte apparente l’Etna
il mio vulcano i suoi quasar di lava
NON CHIEDERE
un vuoto on dit dinamica un’assenza
un muovere la massa delle nuvole
un soffiare dove non chiede l’andare
un abitare le rivoluzioni e i corpi
Eretico
sempre uno stesso sogno e segno
la luna e Atene fra le more e le ore
il sonno e la pioggia a spasso, un basso
un passo e un fragore ghirigori
futuro
quante esplosioni e schiere di lampi
il dolore delle foglie d’autunno, un suono
e quanti scafi di speranze e paure
non possono più vedere dai fondali!
maintenant
lo specchio del mare riflette, non piega
e non vede… nessuna morte li spiega
li dismora un viaggio in quiete e moto
e a mente permanente una rivoluzione
per gentile concessione dell’autore
Antonino Contiliano vive a Marsala. E’ laureato in Pedagogia (Università di Palermo). è stato redattore della rivista “Impegno 80” e “Spiragli”. Ha fatto parte del movimento poetico che, tra gli anni 60 e 80 del secolo scorso, operò in Sicilia e si qualificò come Antigruppo Siciliano. Negli anni 80 ha fatto parte del comitato organizzatore degli “Incontri fra i popoli del Mediterraneo”: il convegno che, curato dal poeta Rolando Certa, ogni due anni si teneva a Mazara del Vallo. Nell’Antigruppo siciliano è stato redattore anche della sua rivista, “Impegno 80” (Mazara del Vallo) e poi del trimestrale “Spiragli” (Marsala). Fra le sue ultime poere di poesia si ricordano: ‘El Motell Blues (2007), Tempo spaginato. Chiasmo (2007), Il tempo del poeta (2009), Ero(S)diade. La binaria de la siento (2010), We are winning wing (2012), L’ora zero (2014) e la sua ultima opera Futuro Eretico (Fermenti 2016). Sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo, greco, macedone, romeno e croato.
Nell’immagine in evidenza la copertina che riprende un quadro di Giacomo Cuttone, artista con cui il poeta spesso collabora.