Estate corsara di Alessandra Corbetta (Puntoacapo Editrice 2022) note di lettura di Bartolomeo Bellanova

Estate corsara Copertina Fronte Grande

 

Estate corsara è la seconda silloge di Alessandra Corbetta che abbiamo avuto tra gli autori di LMS nel numero 21 (aprile 2021) con il suo lavoro di esordio, Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice 2019), dalla quale emerge l’evoluzione della scrittura poetica e la ricerca effettuata e in corso da parte della poeta.

L’estate di Alessandra è una stagione che si ripete ciclicamente coi riti della giovinezza, sono le sue personali estati dei vent’anni; non è un tempo fisico che coincide con le stagioni dei calendari. Il sostantivo “estate” assume qui un significato più ampio di serenità e innamoramenti, delusioni e atroci pugni allo stomaco dati dal ronzio di mille scelte fatte o non fatte, dove i luoghi (Firenze, Siena, Livorno, Pietrasanta, Monteriggioni ecc …) sono un fondale che partecipa alle vicende personali della poeta.

Corsara, non pirata, è questo tempo sospeso in cui ci si dedica al rapido consumo degli incontri e degli amori, non senza, però, una trama di fondo, un ordine interiore che traspare dai versi. Non si tratta, quindi, di scorribande piratesche nelle vite proprie e altrui, senza regola alcuna, da ciò, credo, la soppesata scelta dell’aggettivo da parte di Alessandra.

Il vissuto della nostra è ancora vivo e brulicante, eppure sono percepiti lontani la spensieratezza dei vent’anni e l’illusione di credersi felici. Sotto la cenere covava già un rimpianto indefinibile. Lo sguardo della poeta non è una distaccata melanconia di sottofondo, è una profonda insoddisfazione: Nel pompelmo acre e rosa / c’era l’esatta inclinazione delle cose, una /sottrazione di sillabe a parole /

custodite nella teca dei vent’anni.

Nei suoi versi il passato coesiste col presente, lo sguardo sulle estati passate e sugli amori finiti si salda con il presente a formare gli anelli di un’unica catena, pesante da sopportare al collo nel quotidiano esistere.

 

PRIMA

Sunny-side

 

Il lato migliore del sole

somiglia a un occhio di bue

intatto, a una parola

in buona traduzione.

Del resto l’incomprensione

si annida sul rialzo

tra un gradino e l’altro

nell’incombenza di fare

in fretta a fare niente

come quando salta

il grilletto o la polvere

assale le mensole.

Me ne resto un po’ in disparte

dove posso riavere

vent’anni di meno, in quella

parte di emisfero dove

il sole tramonta tardi

e non fa pegno avere detto

sì senza saperne il senso,

sbagliando il significato

 

 

GIORNI DI LUGLIO

 

Venticinque

 

Nel pompelmo acre e rosa

c’era l’esatta inclinazione delle cose, una

sottrazione di sillabe a parole

custodite nella teca dei vent’anni

Dove abiti? l’ho chiesto per segnare il territorio,

per provare a contenerti dentro un luogo ma

l’incontro era già un volo, un palloncino

rubato dalle mani. E mentre ti spiegavo

la nascita del faro, il mare richiamava il tuo segreto:

un occhio chiuso e l’altro cieco, la mia colpa

di stare nella luce

 

 

DURANTE

 

San Giovanni

 

A San Giovanni era novembre.

Qualche luce indorava la sera:

dentro la locanda della strega giocavamo

a fare i grandi. Quanti inverni

dureranno questi abbagli, questi luoghi

dispersi dentro i luoghi dove andranno?

Tra i passi leggeri dei vent’anni

mi lasciavi come il pesce aperta

di stupore, varcavi la soglia del plurale

sorridendo, non chiedendo se condanna

o redenzione

 

Monteriggioni

 

Da dentro la chiesetta la Madonna ci osserva:

credere o non credere è una ragione

che non possiamo dare.

Alla luce accesa per uno scambio equo

il blu divampa

fa’ che abbia le sue mani

è un petalo di margherita che cade

o magari una preghiera antica.

 

La camminata a Monteriggioni resterà

l’unico parto: dire l’indicibile con convinzione

è stato mettere al mondo qualcosa

 

 

DOPO

 

Millenovecentonovantotto

 

L’attaccatura dei capelli dice

che i trent’anni non sai se siano

numero o formula per mischiare peli

a qualche ala di pipistrello. Per questo

spezzi in due la croce di ferro,

separi il tempo dal tempo e l’amore

seppellisci nudo sotto la terra di agosto.

Una volta la parola distingueva le stagioni

e questa l’avremmo chiamata estate se

nel sostantivo per noi fosse rimasto

spazio.

I corpi però non si ritraggono:

fanno tutto quello che occorre

mentre i grilli friniscono

e qualcuno capita lì per caso,

scatta una foto, lascia fare

pipì al cane

 

 

Tardi

 

È arrivata da dietro l’estate, sei passi

e poi un colpo alle spalle. Ci ha chiamati

con nomi più corti, non ci siamo girati:

eravamo già altri o l’una per l’altro

un tu

invertito da assolvere.

Chinare il capo è

la follia dei girasoli, ricorda

 

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Foto Alessandra

 

ALESSANDRA CORBETTA (Erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, lavora come Adjunct Professor e Teaching Assistant presso l’università LIUC-Carlo Cattaneo e collabora con l’azienda informatica TTY CREO. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), con il quale ha anche curato la pubblicazione del volume Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete (Puntoacapo Editrice 2021). Collabora con il blog spagnolo di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per UniversoPoesia – StrisciaRossa; per Rete55 conduce la rubrica Poetando sul sofà, dedicata a grandi autori della poesia italiana. Per Puntoacapo Editrice dirige la collana di poesia per opere prime Controcorrente. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere. In versi ha pubblicato, oltre alla presente raccolta, anche Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice 2019). È autrice anche del saggio Corpi in rete. Rappresentazioni del sé tra visualità e racconto (Libreria Universitaria 2021).

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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