Eravamo
vicini alla fonte luccicante della vita
pura come un miele di montagna.
E tra noi abitanti della costa
c’era una lunga storia d’amore.
Ci eravamo forse entrati nel cuore passando dalle bocche dei fucili?
O forse era la nostra vita ad essere semplice
e le nostre porte aperte.
Sembra che la vita non sia più quella che avevamo previsto,
che gli uccelli non siano più uccelli
e che gli alberi non siano più alberi
e che sia possibile che i boschi si restringano sopra di noi fino a schiacciarci.
Come se a prendersi cura di noi fosse un altro Dio.
Lo pregheremo quel Dio di prendersi cura di noi
e di contare i nostri respiri
e di dirci:
“Attendete!”
Abbiamo atteso molto, oh Dio.
Fino a quando? Oh Dio?
Dicci, fino a quando?
Mohammed al Matrud. Poeta, critico e giornalista siriano, nato a Qamishly, nel nord della Siria nel 1970. Ha pubblicato cinque libri di poesia e uno di critica. Tra le sue raccolte di poesia ricordiamo “la biografia del pozzo”, “mi disse la beduina”, “io non mento”, e il suo ultimo libro “Ahmed è il suo nome e la sua ombra è fuoco”. La crisi in Siria lo costringe all’esilio, attualmente vive in Germania con la sua piccola famiglia.
Foto in evidenza di Melina Piccolo.