NILZA NASCIMENTO COSTA
Quello che vogliono da noi
Il mio dolore è lo stesso di tante donne nere
Sfruttate, umiliate, usate
Ma non perché vogliono esserlo
Ma perché amano
Perché vogliono essere amate
Indipendentemente dal colore della pelle
Vogliono rispetto
Gli stessi diritti
E lo stesso cosi sono ingannate
Ci raccontano bugie
Cercano le fantasie
Non ci vogliono davvero
Hanno vergogna di darci la mano
Hanno paura di presentarci, di invitarci
Ci desiderano di nascosto
Ci sorridono al buio
Ci cercano quando hanno il bisogno
Ci vedono come ignoranti
Non ci vogliono neanche parlare
Qualsiasi parola è motivo per litigare
Qualsiasi mossa è motivo per dire è finita.
Ma se guardate dentro ai nostri occhi
Vedete tutta la tristezza presente nella storia!
Inedita, per gentile concessione dell’autrice.
Nilza Costa è una cantante e compositrice afro-brasiliana, è cresciuta in una città brasiliana fortemente influenzata dalle tradizioni “africane” presenti nel Candomblé, nella Capoeira, nel Samba Duro, nel Maculelé e nelle Cantigas de roda. Musiche ispirate ai ritmi e alle danze sacre del Candomblé mescolate sapientemente alle sonorità della cultura popolare brasiliana e lusofona, dove si insinuano con libertà contaminazioni di rock, blues, reggae, jazz. I suoi testi sono in portoghese, yorubà (lingua dialettale dell’Africa nord-occidentale, approdata nei campi di lavoro brasiliani negli anni dello schiavismo) e italiano.
FEDERICA DE MATTHIAS
IL SACRIFICIO
L’inesistenza di ciò che ho desiderato
quanto vale per ciò che ho perso ?
quanto vale non aver rischiato,cambiato strada
quando c’era la possibilità?
eh?
lo sto chiedendo a te
a te signor moralista
con le tue regole da uomo integro e ferreo
ti sto urlando
quanto vale ?
e ora che ho seguito le tue regole
perchè mi sento ancora vuota ?
DISTRUZIONE
Lo sguardo perso.
Le mani tremano.
Le gocce di sudore colano lentamente sulle tempie,
fino ad appoggiarsi, aspramente sulle labbra.
Le labbra dure e secche,
accostate fortemente, l’una contro l’altra, per sferrare ogni possibile attacco
della lingua.
La lingua si muove,
convulsa nella bocca e cerca, istintivamente una via d’uscita.
Il cuore batte ,
batte forte, e fa sobbalzare tutti gli organi interni.
Le gambe afflosciate,
faticosamente,
cercano di tenere dritta me stessa.
Io, e la mia distruzione.
RICORDI
Sole, sempre al centro della mia infanzia
la sabbia rossa della terra madre, polvere sottile che si insinua nel mio essere,
gli odori della città, cibo, smog, odori di animali al macello, di fogne a cielo aperto, profumo di fiori,
le urla della gente, il discutere di cose inutili, il discutere, lo spettegolare,
i sorrisi dei ricontri, i pianti dei bambini affamati, il cantare e il ballare per sentirsi vivi
i neonati al seno e portati sulla schiena, i colori dei vestiti,
la gente al mercato, la confusione, il contrattare, l’ammiccare,
la morte, la nascita, il mistero, la magia,
la pioggia che infrange ed estirpa,
L’Africa, mia madre.
Inedite, per gentile concessione dell’autrice,
Federica de Matthias nata in Burkina Faso nel 78, sociologa, amante della cultura degli altri, performer.
Immagine in evidenza: Foto dal blog di Pina Piccolo.