u n a
g o c c i a
c h e c a d e
c o n l a s u a
l u c e
s e g r e t a
a f f e r r a
i l m o n d o
n e l s u o r i v e r b e r o
n e l l a s u a s f e ra i n t r a p p o l a
t u t t o c i ò
c h e n o n h a
r i p o s o
Possiamo noi parlare del
possibile e del
l’impossibile? possiamo noi parlare delle
gocce d’acqua dei
gelidi venti
Possiamo noi parlare di
chi è rimasto e
di chi viaggia
fili d’acciaio nell’aria di
linee che attraversano il mondo
Possiamo noi parlare del
visibile dell’invisibile di
quel che è brutto o
bello vero o
traballante
possiamo noi raccogliere
scampoli di lingue
ricerche di parole
nella realtà tra
la fede e il dubbio
il ministro riceve la chiave
saluta con la mano la folla
porta il paese protetto dentro il braccio
come una chitarra
che sta per suonare
sta in equilibrio
tra oscurità e alba
l’impossibile non ancora
radunato
che cosa c’è
tra la goccia el’ oceano
tra la particella e l’onda
che cosa c’è
tra il silenzio e le parole
tra le urla e ciò
che non si può sentire
il contadino si sveglia
si alza e
apre la finestra
nel fiordo le nuvole
fanno il primo bagno
ripulendosi della notte
sull’orizzonte ancora
ombre
la luna si arrampica
sul vecchio albero
il cielo vola
attraverso l’uccello
il ministro è svegliato
dalla propria voce
che parla dalla radio-sveglia
gira la manopola della doccia
e si nasconde nel caldo flusso
nel sogno che ricorda
la rapida lo trascina
via
questo ministro pensa
a Talete
pensa all’acqua
c’è qualcosa
che non cambia mai
in ciò che sta cambiando
c’è qualcosa
con cui si può fare tutto
che si può capire
tutto
se riesci a capire l’acqua
questo contadino beve il suo caffè
e riassume il giorno
pensa alle pecore
in montagna
che vengono
quando le chiama
con il sale nelle tasche
pensa ai boschi
dove una volta con il padre
tagliava le frasche
per gli animali
tiene quell’ora
con entrambe le mani
una tazza scheggiata
Il contadino pensa
dove andiamo
ci porta la montagna
dove andiamo
le cascate ci bisbigliano
quel che eravamo
quel che siamo diventati
quel che ancora non
capiamo
i l m i n i s t r o l a m a t t i n a b e v e i l c a f f é
t e n e n d o l a t a z z a c h e s c o t t a
c o n e n t r a m b e l e m a n i
c a u t o a s s a p o r a n d o l ‘i s t a n t e
p e n s a a T a l e t e
c h e d i s s e c h e t u t t o è a c q u a
p e n s a a q u e l 9 7, 2 %
d i t u t t a q u e l l ‘a c q u a s u l l a
t e r r a e s i s t e n e l l ‘
o c e a n o c h e s o l o lo 0, 0 2 %
e s i s t e n e i f i u m i
e n e i l a g h i
il contadino
guarda il pero
fuori dalla finestra
q u e l vecchio albero che
primavera dopo primavera accoglie gli uccelli
che ritornano a riposarsi le ali
dopo milioni di miglia
fanno il nido e cantano
di quel che hanno visto
le foreste di acciaio e cemento
le nuvole oscure e le albe
i suoni delle onde e delle faine
con i loro artigli affilati scarabocchiano i canti
sulla corteccia del vecchio albero
anno dopo anno
ogni mattina
il contadino
decifra
il tempo
nascosto
nell’
alfabeto
dell’uccello
di Odveig Klyve, traduzione italiana di Pina Piccolo dalla traduzione inglese di Kit Kelen, per gentile concessione dell’autrice
a
d r o p
f a l l i n g
w i t h i t s
s e c r e t
l I g h t
g r i p s
t h e w o r l d
i n i t s g l a r e
c a t c h e s i n a g l o b e
a l l t h a t ‘ s
w i t h o u t
r e s t
3
can we talk about
the possible and the
impossible can we talk about
drops of water about
chilly winds
can we talk about
those who stay and
those travelling
wires of steel in air about
lines through the world
4
can we talk about
visible invisible about
what is ugly or
beautiful true or
teetering
can we collect
remnants of languages
searches for words
in the real between
faith and doubt
5
the minister receives the key
he waves to the crowd
he carries his country
in a crook of the arm
like a guitar
he is going to play
balances between
darkness and sunrise
the impossible not yet
rounded up
6
what is there
between drop and ocean
between particle and wave
what is there
between silence and words
between the shouting and what
can not be heard
.
7
the farmer wakes up
he rises and
opens the window
in the fjord clouds take
their first bath
washing the night away
on the horizon still
shadows
the moon climbs
in the old tree
the sky flies
through the bird
8
the minister wakes
to his own voice
in the clock radio
he turns up the shower
hides in the warm flow
in the dream he remembers
white water tears him
away
9
this minister thinks
of Thales
thinks of water
there is something
that never changes
in what is changing
there is something
everything can be made of
that you can understand
everything
if you can understand water
10
this farmer drinks his coffee
and collects the day
he thinks of the sheep
in the mountains
that they come
when he beckons
with salt in his pockets
he thinks of the woods
where with his father
he once cut leafy branches
for the animals
he is holding the hour
with both hands
a cracked cup
11
the farmer thinks
where we go
the mountain carries us
where we go
waterfalls whisper
about what we were
what we become
what we do not yet
understand
13

ODVEIG KLYVE (Norvegia) è poetessa, scrittrice, traduttrice e regista. Autrice di nove raccolte poetiche e otto libri per bambini. La sua poesia è tradotta in diverse lingue asiatiche, compreso il cinese, l’arabo, il Punjabi, il Malayam e numerose lingue europee. Ha tradotto in norvegese le poesie dell’iraniana Forugh Farrokhzad, della palestinese Fadwa Tuqan e delle inglesi Sarah Maguire e Gerda Mayer. Ha scritto e diretto cortometraggi selezionati per festival internazionali in Europa, Stati Uniti e India. Attualmente vive a Stavanger, Norvegia.
Immagine in evidenza dal libro “Let’s Storm the Blue Sky”.
Foto dell’autrice a cura di Odveig Klyve.