La storia della neve
La storia della neve è breve
recitata da testimoni
cantata da un coro di passanti –
raccontami tu la cronologia delle nevicate
e lasciami afferrare il filo che conduce
ai confini dell’inverno,
alle periferie azzurre di una bufera di neve.
Il racconto è breve, l’argomento:
ciò che è caduto e ha colmato
lo spazio tra le dune dell’est
e le valli dell’ovest,
una breve sosta nel lungo commiato dell’inverno
E chi ha difeso questa città
apparirà sui suoi bastioni
per rivolgere la parola al vortice di bianco
che cade sulle spalle
dei morti dopo che gli hanno cantato la nenia funebre:
Facci strada, oh neve, vai ora
appena fai un passo noi ti seguiremo
non appena emergi sulla pianura
il nostro canto si muoverà nella scia che lasci.
Siamo noi a cantare nella quiete della notte
quando tace il centro
seppellendo i semi dei nostri sospiri
nel respiro della terra nera.
Autunno, neve, copri la nostra infanzia,
dove ci riparavamo nel canto e nella fiducia
è lì che abbiamo appreso a convivere
con il lato oscuro della lingua
con l’eclissarsi della tenerezza
è lì che abbiamo appreso a unire le nostre voci
fondendo insieme tutto ciò che valevamo,
Facci strada, oh neve, vai ora
riempiti del dolore primaverile ai polmoni
mentre ti si rivela
come metafora
oltrepassa il nostro infantile affannarsi a scavalcare l’alta recinzione della ferrovia
e la trigonometria confusa dei disegni all’oratorio
va oltre le case sulla collina dove sono i fragili steli
delle voci dei ragazzi a sfondare i muri fatiscenti
Facci strada, oh neve, dai forma alla nostra presenza
nel libro dei commiati e del ritorno alla polvere
rinnovato ogni notte quando si segnano le presenze dell’amore
Facci strada, non temere di smarrirti nel campo
perché sappiamo che non si può oltrepassare i limiti del suono
andare oltre i limiti dei nostri nomi,
dove il mondo, come un vocabolario, conserva la sua profondità
da condividere con gli alunni delle superiori
e i loro insegnanti.
Hai la notte infilata in tasca come la crosta di un carcerato,
la sagoma appiattita di un uomo che cammina;
la cera da cui è modellata una luna.
Il tuo percorso è la nuova cronaca delle città,
le pendici che conducono con dolcezza alla piazza
orme profonde lasciate dai cacciatori –
nei quali si impasta la paura e diventa coraggio.
Traduzione inglese dall’ucraino di OKSANA MAKSYMCHUK E SASHA DUGDALE. Traduzione dall’inglese all’italiano di Pina Piccolo, in attesa di permesso dal sito Modern Poetry in Translation
NOTE SU QUESTA POESIA
Esprimiamo la nostra gratitudine a Deryn Rees-Jones e al Center for New and International Writing, Università di Liverpool.
Foto: Serhiy Zhadan, 2015, di Rafał Komorowski. Utilizzato con licenza Creative Commons
Al tempo di questa scrittura, maggio 2022, Serhiy Zhadan è in Ucraina e partecipa attivamente alla resistenza contro l’invasione russa. È autore di quindici libri di poesia, quattro romanzi e diverse raccolte di saggi e racconti. Impegnato attivamente negli aiuti umanitari dall’inizio della guerra nel 2014, Zhadan si è esibito in numerosi concerti di beneficenza con le sue band Dogs in Space e The Mannerheim Line e ha tenuto centinaia di letture nelle città più vicine al fronte. Nato e cresciuto nella città di Starobilsk vicino a Luhansk, Zhadan ha scelto di rimanere a Kharkiv, città dove vive tuttora sotto bombardamenti e colpi d’artiglieria. Sul suo profilo Facebook, pubblica frequenti aggiornamenti sulle attività della sua comunità di volontari, dalla consegna di matite per disegnare ai bambini rifugiati in modo semipermanente nella stazione della metropolitana alla fornitura di generi alimentari agli anziani nelle parti remote della città.
Oksana Maksymchuk
Oksana Maksymchuk è una pluripremiata poetessa e traduttrice ucraino-americana. Tra le sue opere precedenti l’antologia Words for War: New Poems from Ukraine, Apricots of Donbas, una raccolta di poesie selezionate di Lyuba Yakimchuk e The Voices of Babyn Yar, un libro di poesia di Marianna Kiyanovska.
Sasha Dugdale
Sasha Dugdale è una poetessa e traduttrice. La sua quinta raccolta Deformations è stata selezionata per il TS Eliot Prize.
Immagine di copertina: Dal progetto Wikiart in sostegno all’Ucraina, quadro di Jozef Chelmonski “Notte in Ucraina” 1877. https://www.wikiart.org/en/jozef-chelmonski/night-in-ukraine-1877