da “SALOMÉ: WOMAN OF VALOR” (Adeena Karasick)

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SALOMÉ: WOMAN OF VALOR

 

 

In axes of excess succulent access

of wracked tracks, flexed nexus sequestered, vexed lexis

 

Come

in the thickness of

history mystery mastery matrices

 

Come with me

through borders orders laws flaws codes

of urgent perversion.

 

Come crowded with fluid runes perfumed

and naked, thirsty as plumy flumes

Come misty vitreous

prodigal and unspeakable in lusty veils

Come holy in shaded legends

of puzzled ardor, martyred

 

in the curls of coiled cries a chorus of cursed whorls

scorched with countenance

with outlaw fictions, fluid swoons, wounded

in coded collusion

 

 

 

SALOME’ DONNA VALOROSA

 

Nelle asce dell’eccesso il succulento accesso

di tracce rottamate, nessi flessi sequestrati leggi vessate

 

Vieni

nel folto della

storia del mistero del dominio delle matrici

 

Attraversa con me

i confini gli ordini le leggi i difetti i codici

di urgenti perversioni.

Vieni affollata di fluide rune profumate

e nude, assetate come fumi piumati

Vieni annebbiata vitrea

prodiga e impronunciabile in veli lussuriosi

Vieni santa in leggende ombreggiate

di perplesso ardore, martire

 

Tra i ricci di grida arrotolate un coro di vortici maledetti

riarsi dal tuo piglio

dai racconti fuorilegge, fluidi svenimenti, feriti

in collusioni cifrate

 

 

 

SONG OF SALOMÉ

 

 

Drape me with wild

rampage, wrought

mementos, re-chérched embers:

we will be riddled in juicy entrées,

we will remember the aching logos

like fragrant trysts

indices of iffy hysteria

 

I am a bricolage but cadenced.

Oh yes, a draughter of rused asylum

as the tenets of catered radar

as the torqued courtiers of silly men

 

 

*

 

 

How fancy

you are, rhizome,

disguised as love

 

How fickle

like phonemic fairies

of jouissance

woven gatherer

 

How grand

our bet of levity

our grafters of cinders

our engines of deceit [….]

 

 

 

LA CANZONE DI SALOME’

Drappeggiami di selvagge

furie, souvenir sagomati,

braci ricercate,

ci verranno proposte pietanze succose

come indovinelli

ricorderemo loghi dolenti

come tresche profumate

indici di probabili isterie.

 

 

Sono un bricolage con una sua cadenza

Oh sì, abbozzo stratagemmi d’asilo

come principi di radar da catering

Come cortigiani di uomini sciocchi

soggetti a torcimenti

 

 

Ma come sei stravagante,

rizoma, travestito

da amore

 

Ma come sei mutevole

come fate fonemiche

Intessuti raccoglitori

di jouissance

 

 

Ma come è grandiosa

La nostra scommessa

di leggerezza

i nostri gran lavoratori di ceneri

i nostri motori d’inganno. […]

 

 

 

 

 

BODY

 

According to the Kabbalah, the body

In the image of G-d,

bodIEs forth disembodying and embodying

The forbidden body

Foreboding

Unbidden as the body, rebodies

unbound

 

 

 

Suffer me to touch thy body. Thy body is historical like the body of a lapsed eloper. Like a festering will of vaporous quills; like a palace of scrawled carousels. It is inhabitable; thy body is humming with harrowed imminence; parsed like the clusters of fractalled gaps wrapped like the cinders of aberrance.

 

Like a crown of torn placards; a knot of uncertainty coiled in the gardens of eros. Fêted with gilded triggers, your body like a branch of echoic clusters that phishers have found in the twilight of caesurae! scattered in the mines of ebullient looms which lines the brow of clanging puissance tainted with malleable tales.

 

Nested with buttered  languing, loaded lilts stilted filters, your body

an abacus of wracked tractatus, a festive tempest of flitting iterates

glistening through slippery ellipsis,  a lexical elixir

like an archive of feverish torrents parsed  in the spectres of a purring circus

 

Suffer to touch thy holy precipice ripped from the diffidence of confession

of fattened extravagance

And I will take you in the curtains of folded history

foraging through flayed hunger,

visceral sips of weighted dictates pressed hard against your

pocketed scrims, your foaming scales

 

 

 

 

la corPSe  d’accord encore de la corpse succor d’accord courting ma coeur la corpse succor ma coeur encore. Encore. Encore. Encore. Encore. D’accord

 

 

Secondo la Kabbalah,  Il corpo 

nell’immagine di D-i-o

CORPI per la disincarnazione e l’incarnazione

Il corpo proibito

presentimento

non chiamato mentre il corpo si ri-incorpora

svincolato

 

 

Deh, mi consenta di toccare il Suo corpo. Storico è Il Suo corpo come quello di chi un dì fuggì con l’innamorata. Come l’inasprita volontà di penne vaporose, come un palazzo di giostre scarabocchiate. Non lo si può abitare, il Suo corpo canticchia con infastidita imminenza, la sua logica analizzata come quella di vuoti frattali avvolti come ceneri dell’aberranza.

 

Come corona di cartelli strappati; un nodo di incertezza arrotolato nel giardino di Eros. Festeggiato con grilletti dorati, il tuo corpo come un ramo di echi raggruppati in cui sono incappati i praticanti di phishing nel crepuscolo delle cesure! Disperse nelle miniere di spumeggianti telai che fodera il cipiglio del fragoroso dominio avvelenato di racconti malleabili.

 

Annidato in linguaggi imburrati, carico di ritmi filtri rigidi, il tuo corpo è l’abaco di un trattato distrutto, una festosa tempesta di guizzanti iterazioni che brillano attraverso scivolose ellissi, un elisir lessicale

Come archivio di torrenti febbricitanti analizzati negli spettri di un circo che fa le fusa.

 

Deh, mi sia consentito di toccare il santo precipizio strappato dalla diffidenza di una confessione

di una stravaganza all’ingrasso

E io ti porterò nel sipario della storia piegata

A caccia di cibo attraverso una fame sfilacciata

Sorsi viscerali di dettati pesati che pressano con forza contro le

tue garze da scena in tasca, i tuoi schiumanti piatti della bilancia

 

la corPSe  d’accord encore de la corpse succor d’accord courting ma coeur la corpse succor ma coeur encore. Encore. Encore. Encore. Encore. D’accord

Traduzione dall’inglese di Pina Piccolo.

Adeena Karasick è poeta, teorica culturale e autrice di 7 libri di poesia e teoria poetica che hanno ottenuto grandi elogi da parte della critica . Nata in Canada da una famiglia di emigrati russi ebrei e residente a New York, è’ attualmente Professore di Teoria della Comunicazione e dei Media alla Fordham University. La sua scrittura è stata definita “elettricità nella lingua” capace di eseguire ”una fertilizzazione trasversale tra motti di spirito e conoscenza, teatro e teoria”. La sua poetica è contraddistinta da un’estetica urbana, ebrea e femminista che sfida costantemente le modalità normativa di significazione e confonde i confini tra cultura popolare e discorso accademico. Karasick ha tenuto conferenze e performance in tutto il mondo, partecipando a numerosissimi festival, simposi, e colloqui telepoetici. Pubblica regolarmente articoli, recensioni, e dialoghi su poesia contemporanea, e teoria poetica/culturale e semiotica. Ha prodotto videopoesie e registrazioni delle sue opere che mettono in luce la radicalità della sua performance. Vincitrice della MPS Mobile Award è conosciuta come “la poeta del cellulare” perché il suo lavoro è disponibile su dispositivi mobili quali cellulari e smart-phones.

 

 

Galleria fotografica delle performance in Italia: Bologna (23-26 giugno), Reggio Emilia (29 giugno), Forlì (30 giugno) che hanno visto Adeena recitare in lingua originale con traduzione italiana di Serena Piccoli e Pina Piccolo (interpretazione italiana di Serena Piccoli a Padova e Reggio Emilia e di Marina Mazzolani a Forlì)..  L’8 luglio è prevista una performance a Padova, vedi link su Eventi per maggiori informazioni http://www.lamacchinasognante.com/letture-di-adeena-karasick-29-giugno-reggio-emilia-30-giugno-forli-8-luglio-padova/

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Foto in evidenza a cura di Adeena Karasick

Foto  nell’articolo a cura di Annalisa Crociani.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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