Da quali profondità scaturiscono le mie Quartine?: Breve excursus nella raccolta di Jacob Israel de Haan “Quartine”, di Pina Piccolo

davdav

 

Quartine

I posteri leggeranno le mie quartine

Tremeranno quando capiranno

Con quale martirio accorato

Attraversai la vita cantando (p. 56)

 

Uno dei contributi più interessanti della piccola editoria in Italia quest’anno è stata la pubblicazione da parte della Di Felice Edizioni delle “Quartine” di Jacob Israel de Haan , nella traduzione italiana dal nederlandese di Patrizia Filia. Pubblicate quasi postume nel 1924, poche settimane prima dell’omicidio dello scrittore, le 900 quartine offrono lo spaccato in poesia di una coscienza e di un operare antesignani di tante questioni che segnano il mondo contemporaneo e che non cessano di stupire per la loro modernità e capacità di conciliare e allo stesso tempo cogliere in maniera poetica gli aspetti paradossali e contraddittori della spiritualità, desiderio e pratiche sessuali, politica e rapporti di classe.

Quindi si tratta di un lavoro di grande merito anche su base letteraria e non solo in quanto proposta al pubblico italiano di una figura così sfaccettata e controversa come poteva essere Jacob Israel de Haan, lo scrittore, avvocato e giornalista ebreo olandese che già giovanissimo aveva suscitato grande scandalo in patria per un romanzo a sfondo omoerotico pubblicato nel 1904. Quindici anni dopo, nel 1919 trasferitosi in Palestina, all’epoca sotto Mandato britannico, per mettere in pratica le sue convinzioni che da socialiste erano nel frattempo passate a sioniste, ben presto, a contatto della situazione reale cambiò campo unendosi alla corrente dell’ebraismo Haredi contrario al progetto di fondazione dello stato di Israele sul territorio palestinese. Diventato quindi un feroce critico del progetto sionista che osteggiava anche a livello legale, fu assassinato a Gerusalemme nel 1924 dall’organizzazione paramilitare sionista Haganah, che lo aveva da tempo minacciato di morte invitandolo ad andarsene o desistere dal suo impegno.

Interessante a questo riguardo il quadro complesso a livello politico, letterario  e religioso che viene presentato in un articolo uscito qualche anno fa nella rivista di studi ebraici Tablet   mentre in italiano troviamo il prezioso contributo della critica Anna Maria Farabbi  nella rivista digitale Casamatta .  Sebbene la sua figura sia stata dimenticata per decenni, in anni recenti è stata riscoperta a livello internazionale sia dalla critica interessata alla letteratura prodotta da scrittori ebrei sia da studiosi di letteratura Queer, come si può evincere facendo una rapida ricerca su Google Scholar utilizzando il nome dello scrittore. La scommessa della DiFelice, una piccola casa editrice che dedica grande attenzione testi provenienti dal Medio Oriente e dal nord Africa quindi si profila come strumento indispensabile per avviare tali studi anche qui in Italia.

 

Quartine

Da quali profondità scaturiscono le mie Quartine

Come la fonte scaturisce all’incontro del giorno?

Con tutti i miei peccati, con tutte le mie pene

Il mio piccolo Canto col suo riso consola.

 

È chiaro che la scelta della quartina come contenitore per la sua poesia non è affatto casuale in quanto l’agile forma epigrammatica della stessa invita a rapide pennellate di 4 versi per  tracciare una situazione, un rovello  filosofico, un paradosso, il ritratto di una persona (come spesso fa per l’amato ragazzo arabo Adil (Adil/ Non potete fiorire senza inquietudine, / Ragazzo ardito che diventerete un Uomo temerario /  Da inquietudine a inquietudine, così crescerete/ Finché la Quiete  non afferrerà la vostra inquietudine, p. 65). Nel caso di De Haan,  nel dipanarsi dei 900 componimenti, le tematiche vengono riprese  varie volte  e con lo stesso titolo lungo tutto l’arco del libro (Muro del pianto,  Un Canto,  La sua lettera, Gerusalemme, Quiete, Dio, Inquietudine, Impotenza) talvolta le quartine si influenzano per contiguità, sull’asse metonimico (ad esempio la concatenazione delle quartine Desiderio,  Consolazione, Eternità, Gioia, Il carcerato, p. 188) consentendo a chi voglia  studiare seriamente il lavoro del poeta di tracciarne l’evoluzione sia livello di forma che di contenuti.

La complessità, l’apprezzamento per l’aspetto di espressione di gioia e vitalità sottinteso alla nozione di canto (interessante notare che il padre del poeta era cantore e nell’opera la figura del cantore viene delineata talvolta in un confronto con il mestiere del poeta) emerge chiaramente in diverse quartine. Come pure una sorta di compiacimento per l’aspetto giocoso e paradossale della sua stessa attività di poeta, aspetto di grande modernità che a volte alcuni critici si sono lasciati sfuggire concentrandosi su dichiarazioni esplicite di rimorso, riferimenti a cadute e peccati messe in campo dal poeta stesso. In una chiave che problematizza tale interpretazione, la seguente quartina: Dio/ Fuggito da Dio, spinto da così tanto piacere, / Tornai a Dio soltanto. / Voglio tornare alla mia vita senza Dio. / Solo il potere di Dio là mi riconduce. p. 59/, visione in cui non esiste dicotomia tra Dio e piacere, essendo la divinità fonte del piacere stesso.

A chi decide di approfondire il lavoro di questo poeta suggeriamo di avviare la propria indagine da questa dichiarazione programmatica dell’autore che potrebbe delineare il significato che lui stesso attribuiva alla sua vita e al suo operare:

 

I peccati di Dio

I miei peccati sono peccati di Dio in me.

Il vino le rose sono gioie di Dio.

Allora godetevi liberi la vostra gioia e i vostri peccati.

È tutto un destino (p. 186)

 

 

Immagine di copertina: Opera di Mihaela Suman.

 

Riguardo il macchinista

Sana Darghmouni

Sana Darghmouni, Dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l'Università di Bologna, dove ha conseguito anche una laurea in lingue e letterature straniere. E' stata docente di lingua araba presso l'Università per Stranieri di Perugia ed è attualmente tutor didattico presso la scuola di Lingue e letterature, Traduzione e Interpretazione all'Università di Bologna.

Pagina archivio del macchinista