Crepe di pelle
Il mio paese è passato di qua
calzando la scarpa della libertà…
poi se n’è andato, lasciando la scarpa alle sue spalle,
correva con un ritmo travagliato … come il ritmo del mio cuore,
il mio cuore che correva verso un’altra direzione … senza una giustificazione convincente.
La scarpa della libertà era consumata, vecchia e finta
come il resto dei valori umani in tutte le loro dimensioni.
Tutto mi ha abbandonato e se n’è andato … inclusa te.
La scarpa è un’invenzione sconcertante
dimostra la nostra ineleggibilità a vivere su questo pianeta,
dimostra la nostra appartenenza ad un altro luogo in cui non abbiamo bisogno di camminare molto,
o che il suo pavimento è arredato con ceramica economica … scivolosa!
Il problema non sta nello scivolare … tanto quanto nell’acqua,
nel calore … nel vetro rotto … nelle spine … nei rami secchi e nelle rocce appuntite.
La scarpa non è una soluzione perfetta
ma in qualche modo adempie allo scopo desiderato
esattamente come la ragione
e come la passione.
La mia passione si è estinta da quando te ne sei andata l’ultima volta,
non posso raggiungerti più
da quando sono stato detenuto in una cassa di cemento sostenuta da barre fredde di metallo
da quando mi hanno dimenticato tutti … a cominciare dalla mia libertà … e a finire dalla mia
scarpa affetta da una crisi di identità.
Di Ashraf fayad, tradotta dall’arabo da Sana Darghmouni
تشققات جلدية
وطني مر من هنا
..منتعلاً حذاء الحرية
!ثم مضى بعيداً .. تاركاً الحذاء وراءه
!كان يركض بإيقاع مضطرب .. مثل إيقاع قلبي
!قلبي الذي كان يركض باتجاه آخر .. دون مبررٍ مقنع
!حذاء الحرية كان مهترئاً ، بالياً ، ومزيفاً
.مثل باقي القيم البشرية بمختلف مقاساتها
.كل شيء تركني خلفه ومضى .. بما في ذلك أنتِ
..الحذاء اختراعٌ محير
!يثبت عدم أهليتنا للعيش على هذا الكوكب
.يثبت انتماءنا لمكان آخر لا نحتاج فيه للمشي كثيراً
!!أو أن أرضيته مفروشة بالسيراميك الرخيص .. الزلق
..ليست المشكلة في الانزلاق .. بقدر ما هي مشكلة الماء
!ومشكلة الحرارة .. والزجاج المكسور .. والأشواك .. والأغصان المتيبسة .. والصخور المدببة
..الحذاء ليس حلاً مثالياً
لكنه يؤدي الغرض المنشود بطريقة ما
..تماماً مثل العقل
ومثل العاطفة
!عاطفتي انطفأت منذ رحلتِ آخر مرة .. ولم أعد قادراً على الوصول إليك
..منذ احتجازي داخل صندوق إسمنتي مطعم بالقضبان المعدنية الباردة
!منذ نسيني الجميع .. بدءاً من حريتي .. وانتهاءً بحذائي المصاب بأزمة في الهوية
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“Crepe di pelle” è una poesia scritta dal poeta palestinese Ashraf Fayad da una prigione saudita dove è recluso da quattro anni per accuse di apostasia, con una sentenza del tribunale del 2016 che lo condanna a 8 anni di prigione, ottocento frustate e la rinuncia pubblica della sua opera. dal 2016 La Macchina Sognante partecipa alla campagna internazionale che chiede la sua liberazione, e per sostenerlo pubblica una sua poesia in ogni numero. La famiglia del poeta e artista ha lanciato un appello perché si rinvigorisca la campagna a suo sostegno, particolarmente con una raccolta fondi per pagare le spese legali relative all’appello tuttora in corso. Per ulteriori informazioni sulle modalità per versare una donazione contattate info@lamacchinasognante.com.
Il 10 ottobre 2017 Ashraf Fayad ha ricevuto il prestigioso premio PEN Canada One Humanity, che, secondo quanto affermato nel comunicato stampa rilasciato dall’organizzazione canadese viene assegnato a “uno scrittore il cui lavoro trascenda i confini delle divisioni nazionali e ispiri collegamenti tra le nazioni. Il premio, dal valore di 5000$ canadesi rappresenta l’impegno di PEN alla letteratura come valuta condivisa tar le nazioni e come catalizzatore per la comprensione reciproca ed il reciproco rispetto.
Il vincitore del 2017, Ashraf Fayad è un rifugiato palestinese che vive in Arabia Saudita ed è l’autore di Le istruzioni sono all’interno (2008), una raccolta di poesia che commenta sulle questioni sociali nel mondo arabo. E’ uno dei membri più importanti di Edge of Arabia, una piattaforma di arte digitale dal basso britannica e saudita che promuove il dialogo e lo scambio culturale tra il Medio Oriente e l’Occidente.
“Dietro alle poesie di Fayad vi sono storie di una dolorosa perdita della libertà”, ha affermato Ashraf Zaghal, editore della rivista di poesia araba Laghoo, “Le sue storie di libertà non trattano necessariamente della patria del poeta ma sono bensì dirette alla sfera pubblica umana e alla lotta i diritti fondamentali di libertà di espressione e di azione.”
Nell’estate del 2014, Fayad è stato processato in Arabia Saudita per accuse di apostasia relative alla sua raccolta di poesia, che da allora è stata ritirata dalla circolazione. I tribunali sauditi l’hanno condannato a morte nel 2015 per il reato di apostasia ma dopo la campagna internazionale a suo sostegno le autorità hanno commutato la pena a 8 anni anni di reclusione e 800 frustate. Fayad sta scontando la pena in prigione nella città di Abha in attesa dell’appello.
“Questo premio serve a ricordare a Fayad, alla sua famiglia, ai suoi sostenitori, e cosa più importante a chi l’ha imprigionato , che i suoi colleghi continueranno a sostenere la battaglia per il suo diritto alla libertà di espressione fino a quando egli non sarà rilasciato” ha affermato il presidente di PEN Canada, Richard Sturberg.
PEN Canada gli assegnerà il premio venerdì 20 ottobre al loro evento annuale nell’ambito del Festival Internazionale degli autori. Con il titolo Glorious and Free? Canada in 2017, la tavola rotonda composta da Jesse Wente, Rachel Giese, Desmond Cole e il moderatore Jesse Brown discuterà delle libertà in Canada.
Il festival Internazionale degli Autori avrà anche una sedia vuota su ciascun palco per onorare lo scrittore e bloggerRashad Ramazanov. di nazionalità azera attualmente anche lui detenuto.”
Tradotto dall’inglese da Pina Piccolo
Immagine in evidenza: fotomontaggio di Ashraf Fayad, dal progetto in progress Spiderscarf (Shashaboon)