Il titolo di questa raccolta di Alessandra Corbetta è una sintesi efficace delle liriche che si succedono nella piacevole lettura di questa raccolta poetica.
Il corpo è il contenitore, il contenuto e il mezzo, corpo incompiuto nell’incompiutezza di sé e dei rapporti umani di amicizia e amore che ci accadono o che facciamo accadere: come in “Deserta” (“sono deserta / in questo posto che non mi attraversa”), in “Pellicano” (“lasciarsi per dare una fine / a me, che non sono / mai iniziata) o in “Turbini” (avvolta nei corpi di tutti / nessuno è barbaro, / qualcuno resiste”).
La gioventù emerge tra le righe in tutte le pagine, è la leggerezza negli sguardi di Alessandra, sono i tremori dell’inesperienza e del vuoto, che si alternano a sprazzi ed esplosioni di pienezza derivanti dal vissuto di rapporti e storie.
I versi di Alessandra usano una tavolozza di immagini e colori mescolati con originalità e freschezza da una penna diretta, senza aggiunte di ciò che è superfluo al verso per rappresentare chi “… cammina in bilico / tra sasso e poesia”.
A passeggio
Così, in questo passo fatto a mani giunte,
le periferie sono state scavalcate e
le scarpe inchiodate di Donata
sono potute rimanere sui gradoni dell’Arena
a penzoloni di parole esagerate.
Nessuna colpa, se alle fessure degli archi
preferì la luce della vetrina. In fondo,
anche lei cammina in bilico
tra sasso e poesia.
Versus
Chiedo a questa noia di dileguarsi,
come d’improvviso il traffico nella grande città;
di non oscurare l’andare ansioso di provincia,
il silenzio diurno dei rapaci.
Al vizio accavallato del tutto
io chiedo tregua; al buon consiglio di farsi da parte,
come una strega bruciare sul rogo.
La vita è una faccenda personale,
i vostri credo piante d’ornamento.
Manhattan
Il nome di una città, non è città
ma nome:
le luci sullo skyline di Manhattan
sono troppo accese per spegnersi adesso.
Non ci ameremo più, mio Robespierre:
le nostre menti ghigliottinate
sono rotolate come le ruote del carro funebre
lontane dal patibolo
dove ci saremmo dovuti graziare.
E adesso non chiedermi
perché mai Manhattan
lasci attraversare i fantasmi.
Matrioska
Per un giorno, un giorno soltanto
sotto al fiocco scarlatto e alla carta dorata,
dentro una scatola e poi dentro un’altra
come una bambolina mai stanca di aprirsi
e svuotarsi,
trovami dell’assoluto l’onnipotenza,
il gradino più alto dell’altare,
il numero uno della classifica,
il superlativo che non compara,
un voto che superi +∞,
un baratro senza inferno,
una culla dove nessuno
possa venire a svegliarmi.
Medusa
Il senso della perdita si mette accanto
dalle ore 10.00 del giorno della nascita
anche quando le costellazioni sono già scadute.
La Morte scoperchia ogni mattina la culla,
agita i sonagli, rompe il sonno alla Bellezza.
Così quando la trovi per strada
sei il terrore di te stessa, la Medusa
che rende pietra eterna.
La cerva
La cerva è anima assetata,
un latrato tra orecchio e collo
l’umido che brami.
Su quel muro esiste appesa,
col cappio al collo dondola soave.
I piedi dalla sedia ho lasciato andare,
dondolo leggera: la preda
è l’ombra che rimane.
Pellicano
Averti è questo posto di passaggio
ingoiato in un boccone
non ricordo quando ho detto no
alle cose qui davanti
Se bere un caffè fosse – forse è- arginare
il mare non esisterebbe sostituzione
ruberemmo la fedeltà ai cigni
cammineremmo per ore e ore…
Ma non ci abbiamo
più del pellicano è il volo
le ali sporche di notte
lasciarsi per dare una fine
a me, che non sono
mai iniziata
Sono deserta
Sono deserta
in questo posto che non mi attraversa.
Nemmeno le rondini
che tornano sono le stesse
del marzo di prima.
Un tuffo in piscina e dicevi
quanto ero vecchia
a non voler crescere,
a volere restare bambina.
Turbini
Ho spalancato in aria le braccia,
accasciata al suolo
dei tuoi passi
ho chiesto perdono
per le rotture,
le smagliature sulla pancia
di un mai nato avvenire.
Avvolta nei corpi di tutti
nessuno è barbaro,
qualcuno resiste.
Biografia: Alessandra Corbetta (Erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media e lavora come Adjunct Professor e Teaching Assistant presso l’università LIUC-Carlo Cattaneo. Ha conseguito un master in Digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), progetto interamente dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale. Collabora con Vuela Palabra, rivista di letteratura impegnata nella diffusione della poesia in lingua spagnola. Scrive per il giornale online Gli Stati Generali. La sua ultima pubblicazione in versi è Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice 2019), finalista al Premio Città di Como, e premiata, quando ancora silloge inedita, al Premio Inedito Colline di Torino e a Bologna in Lettere. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere.