Corpo della gioventù di Alessandra Corbetta (puntoacapo Editrice maggio 2019) pillole di lettura a cura di Bartolomeo Bellanova

COPERTINA RIDOTTA

Il titolo di questa raccolta di Alessandra Corbetta è una sintesi efficace delle liriche che si succedono  nella piacevole lettura di questa raccolta poetica.

Il corpo è il contenitore, il contenuto e il mezzo, corpo incompiuto nell’incompiutezza di sé e dei rapporti umani di amicizia e amore che ci accadono o che facciamo accadere: come in “Deserta” (“sono deserta / in questo posto che non mi attraversa”), in “Pellicano” (“lasciarsi per dare una fine / a me, che non sono / mai iniziata) o in “Turbini” (avvolta nei corpi di tutti / nessuno è barbaro, / qualcuno resiste”). 

La gioventù emerge tra le righe in tutte le pagine, è la leggerezza negli sguardi di Alessandra, sono i tremori dell’inesperienza e del vuoto, che si alternano a sprazzi ed esplosioni di pienezza derivanti dal vissuto di rapporti e storie.

I versi di Alessandra usano una tavolozza di immagini e colori mescolati con originalità e freschezza da una penna diretta, senza aggiunte di ciò che è superfluo al verso per rappresentare chi “… cammina in bilico / tra sasso e poesia”.

 

A passeggio

 

Così, in questo passo fatto a mani giunte,

le periferie sono state scavalcate e

le scarpe inchiodate di Donata

sono potute rimanere sui gradoni dell’Arena

a penzoloni di parole esagerate.

Nessuna colpa, se alle fessure degli archi

preferì la luce della vetrina. In fondo,

anche lei cammina in bilico

tra sasso e poesia.

 

 

Versus

 

Chiedo a questa noia di dileguarsi,

come d’improvviso il traffico nella grande città;

di non oscurare l’andare ansioso di provincia,

il silenzio diurno dei rapaci.

Al vizio accavallato del tutto

io chiedo tregua; al buon consiglio di farsi da parte,

come una strega bruciare sul rogo.

La vita è una faccenda personale,

i vostri credo piante d’ornamento.

 

Manhattan

 

Il nome di una città, non è città

ma nome:

le luci sullo skyline di Manhattan

sono troppo accese per spegnersi adesso.

 

Non ci ameremo più, mio Robespierre:

le nostre menti ghigliottinate

sono rotolate come le ruote del carro funebre

lontane dal patibolo

dove ci saremmo dovuti graziare.

 

E adesso non chiedermi

perché mai Manhattan

lasci attraversare i fantasmi.

 

 

Matrioska

 

Per un giorno, un giorno soltanto

sotto al fiocco scarlatto e alla carta dorata,

dentro una scatola e poi dentro un’altra

come una bambolina mai stanca di aprirsi

e svuotarsi,

 

trovami dell’assoluto l’onnipotenza,

il gradino più alto dell’altare,

il numero uno della classifica,

il superlativo che non compara,

un voto che superi +∞,

un baratro senza inferno,

 

una culla dove nessuno

possa venire a svegliarmi.

 

 

Medusa

 

Il senso della perdita si mette accanto

dalle ore 10.00 del giorno della nascita

anche quando le costellazioni sono già scadute.

La Morte scoperchia ogni mattina la culla,

agita i sonagli, rompe il sonno alla Bellezza.

 

Così quando la trovi per strada

sei il terrore di te stessa, la Medusa

che rende pietra eterna.

 

 

 

La cerva

 

La cerva è anima assetata,

un latrato tra orecchio e collo

l’umido che brami.

Su quel muro esiste appesa,

col cappio al collo dondola soave.

I piedi dalla sedia ho lasciato andare,

dondolo leggera: la preda

è l’ombra che rimane.

 

 

Pellicano

 

Averti è questo posto di passaggio

ingoiato in un boccone

non ricordo quando ho detto no

alle cose qui davanti

Se bere un caffè fosse – forse è- arginare

il mare non esisterebbe sostituzione

ruberemmo la fedeltà ai cigni

cammineremmo per ore e ore…

Ma non ci abbiamo

più del pellicano è il volo

le ali sporche di notte

lasciarsi per dare una fine

 

a me, che non sono

mai iniziata

 

 

Sono deserta

 

Sono deserta

in questo posto che non mi attraversa.

Nemmeno le rondini

che tornano sono le stesse

del marzo di prima.

Un tuffo in piscina e dicevi

quanto ero vecchia

a non voler crescere,

a volere restare bambina.

 

 

Turbini

 

Ho spalancato in aria le braccia,

accasciata al suolo

dei tuoi passi

 

ho chiesto perdono

per le rotture,

le smagliature sulla pancia

 

di un mai nato avvenire.

Avvolta nei corpi di tutti

nessuno è barbaro,

 

qualcuno resiste.

 

Alessandra Corbetta Colour

Biografia: Alessandra Corbetta (Erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media e lavora come Adjunct Professor e Teaching Assistant presso l’università LIUC-Carlo Cattaneo. Ha conseguito un master in Digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), progetto interamente dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale. Collabora con Vuela Palabra, rivista di letteratura impegnata nella diffusione della poesia in lingua spagnola. Scrive per il giornale online Gli Stati Generali. La sua ultima pubblicazione in versi è Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice 2019), finalista al Premio Città di Como, e premiata, quando ancora silloge inedita, al Premio Inedito Colline di Torino e a Bologna in Lettere. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere.

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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