La raccolta di 33 componimenti poetici di Anna Lombardo si presenta come oggetto prezioso, con la sua copertina rossa e ogni copia numerata e “dedicata a …”.
Si intuisce subito la cura dei particolari e la costruzione di un progetto poetico di vicinanza, dove la dimensione del dono prevale su quella del mercato.
Quella di Anna è la ricerca dell’essenziale, di una parola poetica scevra da ridondanze o ammiccamenti al gusto comune. La sua è una parola che riesce a mantenere un suo originale equilibrio, lontana dagli eccessi e da ogni sperimentalismo.
La poeta è guidata dal faro letterario di Emily Dickinson alla quale si rivolge nella prima poesia il cui incipit è “Vedi Emily, quello sbattere / e richiudere le finestre “. Con la Dickinson Anna condivide i soggetti dei suoi versi: la casa, le stanze e gli oggetti come tavoli, sedie, libri, che diventano presenze di profonde assenze: L’impresente si materializza a noi nella dimensione precisa del ricordo dell’autrice.
Anna Lombardo riesce a penetrare le più intime emozioni del lettore, riesce, con grande abilità, a trasformare la dimensione intimistica della sua poesia, in dimensione condivisa facendo patrimonio comune con gli altri delle sofferenze per le assenze, per i perduti amori, in definitiva, per il niente che ci attraversa, “quell’importante Niente” della sua poesia di apertura.
Vedi Emily, quello sbattere
e richiudere le finestre
quelle strisce bianche
di sudore ai lati della bocca
il tremito del ciglio sul far della sera
le mani che si piegano e si ripiegano
sul Niente, quell’importante Niente
che la stanza riempie ora nella casa di un morto
ho capito solo adesso, Emily
il movimento del sale
e il suo ritirarsi prosciugato
sotto il sole ancora acerbo
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Lo so, lo so dove sono andati
i nostri più remoti sogni
gli amorosi istanti
giacciono là alla tavola imbandita
dei cimiteri eterni
attorno solo due buchi neri
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Io e te in questa bufera
di tempi ingordi e ingorghi di demenze
io senza te alleggerito negli anni a venire
postulati di acuti interiori nei compleanni
devoti di altri gli sguardi
attraverso il granitico sorriso
una lucciola spenta
prima della sera
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Intanto una rosa bianca io porto sempre a casa
bianca come il nulla che ci contiene
bianca come il marmo dei tuoi baci
bianca come questa elegia che ci consuma
da sola so ora i giorni
e come il bianco imperi sulla luce
Ah, un sonno di trecento anni
o un sorso del Lete per questi affanni
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L’ora è sempre quella
quella più sfumata
che t’assale alle spalle
inutile perfino vomitare
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Cosa ne sa una casa dei passi
degli sguardi dolci e temerari
sa solo trattenerli con testarda
gelosia nelle più impensate
pieghe della sua pelle
urla la casa nell’assenza
per chi, mi dice, per cosa
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Fossimo solo formiche, pietre
alberi, vaccari, professionisti, nani
poeti, benzinai, rivoluzionari
tu riconoscimi
quando ci incontreremo
fossimo solo formiche, pietre, nani
Anna Lombardo vive e insegna a Venezia. Ha svolto il suo dottorato di ricerca sulla marginalizzazione della scrittura poetica femminile presso il Trinity College di Dublino.
Si occupa di traduzione poetica contemporanea.
Raccolte poetiche bilingue: Anche i paesi ubriachi (2002), Nessun alibi (2004), Quel qualcosa che manca (2009). Lavori critici su, tra gli altri, Amy Lowell, Jack Hirschman, Joice Lussu e Pasolini.
Ha curato l’antologia C’è chi crede nei sogni (2014) e 15×15 la Fotografia incontra la Poesia (2020).
Dal 2011 è direttrice artistica del Festival Internazionale Palabra en el mundo che si svolge ogni anno in maggio a Venezia. Ospite in molti festival internazionali.
Immagine di copertina: fotografia dell’installazione luminosa per la salvaguardia dei popoli nativi, Corporación Traitraico e Delight Lab, Ngen Ko, gli spiriti dell’acqua.