(Pubblicato da Le NiuS il 21 Maggio 2019)
Siamo italiani o no? Questo è il dilemma che affligge migliaia di ragazzi di seconda generazione, che come me si sentono spezzati tra due culture, italiani solo a metà perché non formalmente riconosciuti come tali dallo Stato.
La questione è tornata sotto i riflettori dopo la discussione sul dare o non dare la cittadinanza a Ramy e Adam, i due ragazzini che a Crema sono stati fondamentali per il salvataggio dei compagni di classe chiamando i soccorsi durante il dirottamento del loro autobus da parte di un italo-senegalese.
Pochi mesi prima era sorta un’altra sterile polemica, quando a Sanremo ha vinto Mahmoud, figlio di coppia mista (madre sarda e padre egiziano). Il ragazzo, all’anagrafe Alessandro Mahmoud, si sente italianissimo e ingiustamente preso in causa perché considerato “immigrato” e “non italiano”, quando è nato a Milano da madre italiana.
La questione della cittadinanza, insomma, pur non essendo in cima alle attuali priorità politiche torna ad affacciarsi frequentemente all’interesse dell’opinione pubblica perché è, a tutti gli effetti, una questione che sempre più riguarda la vita quotidiana nella nostra società.
Basti pensare che negli ultimi dieci anni in Italia un milione di stranieri sono diventati cittadini italiani e la maggior parte di questi sono giovani nati o cresciuti in Italia. Nell’anno scolastico 2016/2017 gli studenti e le studentesse di origine straniera presenti nelle scuole italiane erano circa 826 mila, con l’aumento di oltre 11 mila unità rispetto all’anno precedente. Di questi 826 mila studenti, il 61% è nato/a in Italia.
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Immagine di copertina: Foto di Marvin Collins.