Pessoa
L’imprevisto era previsto per le quattro
Io sarei arrivato in ritardo in anticipo
e tu in anticipo in ritardo
Io sarei tornato
a riprendermi una mia impronta
e tu a recuperare una tua orma
Io avrei avuto un’intuizione
magari un presagio
e tu
un deja vu
E’ tutta la vita che ci presentiamo
là dove non ci siamo
Che ci presentiamo
anche se ci conosciamo
“Piacere Fernando Pessoa”
L’imprevisto era previsto per le quattro
ma per uno sciagurato contrattempo
si è dovuto rimandarlo
Ho lasciato accanto al mio un posto vuoto
Ho lasciato accanto al mio un posto vuoto
e a chi me lo chiede
dico occupato
Dico sto aspettando
dico lei verrà tra poco
non so quando
D’altronde non c’è fila per sedere
perché nessuno vuole mettersi vicino
a chi sta aspettando qualcun altro
Ho lasciato un posto vuoto qui accanto
ma intanto pure il mio si sta svuotando
I tuoi occhi mi stanno lasciando
I tuoi occhi mi stanno lasciando
ma non il tuo sguardo
Non so più il colore preciso
né il taglio
ma continuo a sentirmeli addosso
ogni volta che sbaglio
Ogni volta che mi perdo il portafoglio
ogni volta che riempio
un nostro specchio o un foglio
ogni volta che non sono all’altezza
perché la tua mancanza
mi dimezza
I tuoi occhi mi stanno lasciando
ma non il tuo sguardo
La mia metà ha passato la frontiera
La mia metà ha passato la frontiera
e dice che mi aspetta
senza fretta
L’altra mia metà è ancora qua
vittima di solitudine e di moltitudine
Basterebbe un passo
indietro o in avanti
per essere uno
uno tra tanti
La mia metà ha passato la frontiera
in una notte d’inverno
di un giorno di primavera
L’altra mia metà si è fatta in tre
per ritrovarsi
ma ora deve sia seguirsi
che aspettarsi
In ogni bara lasciateci un buco
In ogni bara lasciateci un buco
per farci entrare il mondo
oppure un bruco
In ogni bara lasciateci un buco
per fare uscire almeno un po’ di buio
C’è tutto ciò che han veduto
negli occhi di ognuno
quando si chiudono
In ogni bara lasciateci un buco
a forma di nuvola
Biografia:
Simone Consorti è nato nel 1973 a Roma, dove insegna in un liceo. Ha esordito con “L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’”(Baldini e Castoldi 1999, Euroclub 2000, Premio Linus). Ha pubblicato i romanzi “Sterile come il tuo amore”(Besa, 2008), “In fuga dalla scuola e verso il mondo”(Hacca, 2009), “A tempo di sesso”(Besa, 2012),“Da questa parte della morte”(Besa, 2015), “Otello ti presento Ofelia” (L’erudita, 2018), “La pioggia a Cracovia”(Ensemble, 2019), oltre che diverse raccolte di poesia, tra cui “Nell’antro del misantropo”(L’arcolaio, 2014) e “Le ore del terrore”(L’arcolaio, 2018). La sua piéce “Berlino kaputt mundi” è andata in scena al Teatro Agorà di Roma nel marzo del 2018. Si occupa di street photography; ha tenuto mostre personali in Italia e partecipato a collettive in Russia.
Immagine di copertina: Foto di opera di Echi Aaberg, artista svedese, materiali misti, per gentile concessione di GAP (Global Art Project).