ATTO UNICO
Sala di un commissariato di polizia, arredata in stile pesante, burocratico e impersonale tipico di un ufficio della pubblica amministrazione.
Lo scrivano veste con stravaganza maschilista.
Il commissario tenta una maggiore sobrietà, tuttavia sotto il completo grigio c’è l’immancabile cravatta chiara sopra la camicia scura, discretamente rozzo.
L’interrogata, colf di religione evangelica, originaria della periferia suburbana di una grande città. Ha carattere affettuoso, leale, elementare e onesto, non ridicolo. Per lei ogni ricordo verbalizzato è un piccolo parto, il suo essere è impregnato dalle visioni terribili alle quali ha involontariamente assistito.
COMMISSARIO
Il suo nome completo.
MARLICE
Marlice Ferreira de Souza.
COMMISSARIO (allo scrivano)
Santana, lascia lo spazio andiamo ai fatti, completiamo dopo. Tu eri a servizio dalla vittima, donna Sandra Resende Linhares, vero?
MARLICE
Sì signore, io lavoro per lei da quattro anni.
COMMISSARIO
Tu e la tua ex padrona…
SCRIVANO
Non dimentichi di domandare alla signora se vuole, anche lei, un avvocato.
COMMISSARIO
A sì… La signora è sospettata del delitto di favoreggiamento al suicidio e omissione di soccorso.
SCRIVANO
Può essere anche omicidio! Vero?
COMMISSARIO
Può anche darsi, lo sapremo presto, in ogni modo. È un delitto grave, dunque la signora ha, per legge, diritto ad un avvocato per farsi assistere nell’interrogatorio. La signora desidera richiedere la presenza di un legale, adesso?
MARLICE
No signore, no signore.
COMMISSARIO
Quindi lei rinuncia a qualsiasi diritto.
MARLICE
Eh… Sì signore.
COMMISSARIO
Benissimo. Andiamo avanti. Ti stavo domandando se te e la buon’anima della tua padrona eravate legate da…
MARLICE
Lei mi piace tanto, era buona con me. (Pausa) Prima di lavorare per donna Sandra io lavoravo in una casa, che l’uomo che abitava lì, il marito della padrona, un grassone, voleva sempre… con rispetto parlando, (mima) insomma voleva venire con noi, con me e le altre donne di casa. Se non andavi con lui diceva che rubavi le cose.
È stata donna Sandra che mi ha portato via da quel porco tarato, e mi ha salvato, e mi ha portato a lavorare con lei.
COMMISSARIO
Per questo siete divenute amiche?
MARLICE
Non è solo per quello, io sono sola, vero? Abbandonata nel mondo. E donna Sandra era anche abbandonata nel mondo, poverina. Noi lavoravamo, e guardavamo insieme la televisione spesso. Per sollevare la solitudine, l’una dell’altra.
COMMISSARIO
Chi altro usava frequentare l’appartamento?
MARLICE
Nessuno, no signore, donna Sandra quasi non aveva amici, e a lei non piaceva essere visitata quando era in casa. Solo la moglie del portinaio, ogni tanto, veniva a chiedere qualcosa.
COMMISSARIO
Che tipo di cose chiedeva?
MARLICE
Una volta una pentola, una volta la varechina, una volta il sapone, ogni volta una cosa diversa, che le serviva.
COMMISSARIO (annoiato)
Va bene, ho capito… l’amante della tua ex padrona non veniva lì?
MARLICE
No signore! Quando lei usciva insieme a lui, credo si vedevano in motel o in un appartamento che lui aveva. Credo che è stato lì che lui l’ha “ingravidata”.
COMMISSARIO
Giungeremo alla gravidanza tra poco… Questo uomo… Com’è che si chiama… Osiris. Questo Osiris ha avuto cose con te?
MARLICE (esitante)
Per l’amor di dio!
COMMISSARIO
Ci ha provato?
MARLICE
Cosa dice “dottore”? quest’uomo è impelagato con il demonio, lui è tanto pericoloso.
SCRIVANO (rivolto a lei minaccioso)
Tu non vuoi parlare, ragazzina. Vuota il sacco al Commissario!
MARLICE
Sacco, ma che sacco?
SCRIVANO
Se parli adesso… Altrimenti dovremo aiutarti noi.
MARLICE (spaventata)
Ma io sto dicendo tutto quello che so!
COMMISSARIO
Va bene Santana, la ragazza collaborerà, vero Marlice? (lei fa sì con la testa, il commissario si alza e con aria intimidatoria domanda a lei) Perché la vittima si è fatta ingravidare da questo Osiris?
MARLICE
Quando lui ha cominciato a vedere lei, lui ha detto a donna Sandra che si era fatto fare una chirurgia, e che non poteva più avere figli. Lei ci ha creduto ma, fatto stà che lui era bugiardo e lei è diventata aspettando un bambino. Solo a quel punto donna Sandra ha capito che lui era, con rispetto parlando, lei ha capito chi era lui. Uno stronzo.
Lui l’ha scelta per strada, l’ha guardata così e l’ha seguita, per… La gente dice che lui prende di mira le donne per fare figli e gli mette dentro il bambino, ad ogni donna che lui guarda così mette dentro un bambino nuovo.
COMMISSARIO
E donna Sandra, non ha abortito?
MARLICE
Voleva, ma Osiris le ha detto: “Se uccidi il mio bambino ti ammazzo, piano piano.” Ha detto che la portava nella fattoria, che la legava con il filo spinato e che la metteva a cuocere a fuoco lento sulla brace ardente. Allora donna Sandra si è tanto impaurita, vero, lei diceva che lui, Osiris, era il capo di quella gente che fa le cose brutte. Lei piangeva molto di paura e di rivolta, lei non voleva partorire il figlio di quell’Osiris. Io ero triste e piangevo sempre, insieme a lei.
COMMISSARIO (allo scrivano)
È vera questa storia Santana?
SCRIVANO
Quello è carne di collo, è cattivo come la peste.
MARLICE
Questo Osiris ha detto anche che l’avrebbe pagata per questo… e perché lei non potesse rivolere il bambino. E che se lei lo disturbava, le faceva una sparizione.
COMMISSARIO
Sì, lo so, nella fattoria, a fuoco lento…
MARLICE (piangendo disperata)
Sì, sulle braci ardenti. Poteva donna Sandra vivere con la paura di questa brace?
COMMISSARIO
Calma figliola, non cominciare a piangere altrimenti disturbi il nostro lavoro. Cosa altro diceva donna Sandra?
MARLICE
Lei diceva molte cose, diceva che quell’Osiris era tale e quale a un mostro che lei aveva visto in un film chiamato “Allien”. Che metteva un cucciolo dentro le persone, perché loro lo covassero dentro, lei diceva che stava covando il figlio di Allien, ma che questo Osiris non era mica il suo padrone e che lei aveva un piano per non consegnare il bambino a lui.
COMMISSARIO
A sì, e che piano era?
MARLICE
Io ho saputo il piano il giorno che il bambino doveva nascere. È passato il tempo, e allora una notte lei ha sentito le contrazioni, i dolori. Si reggeva la pancia così, e mi ha detto: “Marlice, credo che il bambino nasce”. Allora ho chiesto, no: “Lei non vuole andare in ospedale?” – “No”. Lei risponde: “Io voglio rimanere qui e aspettare fino a domattina, ma ho bisogno che tu faccia una cosa per me, ora, esci e vai a cercare una farmacia, e compra per me una confezione di cotone”. Allora lei mi ha dato i soldi e mi ha detto di uscire subito, io ho anche chiesto un’altra volta a lei se non voleva andare in ospedale, io ero nervosa, tremavo, tramavo forte. Le ho anche detto che credevo che ci fosse del cotone nell’armadietto del bagno. Ma allora mi ha spinto fuori dalla porta e mi ha detto di non ritornare senza il pacco del cotone. Sono andata, no?
COMMISSARIO (accusatorio)
E l’hai lasciata sola?
MARLICE
Ma è stato un ordine suo!
SCRIVANO (qualcuno lo chiama)
Scusi dottore, torno subito. (esce guardando Marlice)
COMMISSARIO
Ce l’hai un fidanzato?
MARLICE
No signore: non bevo, non gioco, non ho un fidanzato e non vado a ballare. Io sono credente.
COMMISSARIO
I credenti non possono innamorarsi?
MARLICE
Sì, possono ma solo di chi vuole il pastore, e fino ad ora il mio pastore non mi ha detto di innamorarmi di qualcuno.
COMMISSARIO
Come si chiama la tua chiesa?
MARLICE
Pentecostale di Filadelfia.
COMMISSARIO
Tu sai cosa vuol dire Filadelfia?
MARLICE
Filadefia è amore, amicizia.
COMMISSARIO
Davvero, Filadelfia è amore…
SCRIVANO (rientrando)
Telefono per lei, dottore.
COMMISSARIO (esce)
Ritorno.
SCRIVANO (senza pudore, minaccioso)
Senti ragazza… Osiris mi ha detto che ti avverta che è meglio per te se togli il suo nome da questa brutta storia, altrimenti lui ti fa conoscere le braci della fattoria.
MARLICE (terrorizzata)
Il mostro!
SCRIVANO
Sì, il mostro: Tu devi dire, al commissario, che hai mentito, che il bambino non è suo, di Osiris, e che la tua padrona si è inventata tutte quelle storie per prendere i soldi da lui. Mi hai capito?
MARLICE
Tu lavori con il mostro!
SCRIVANO
Stai zitta!
COMMISSARIO (rientra rivolto allo scrivano)
Ma… è caduta la linea… (si rivolge a Marlice) Ritorniamo a noi. Santiago.
SCRIVANO
Pronto.
COMMISSARIO
Ragazzina?
MARLICE
Sì signore. (lo scrivano la minaccia con lo sguardo)
COMMISSARIO
Ci siamo fermati al cotone, sei uscita di casa…
MARLICE
È stato difficile trovare una farmacia aperta, non c’era nessuno a cui domandare, a quell’ora. Mi sono servite due ore per trovarne una aperta nel centro della città, così quando sono tornata Lucifero aveva già fatto la sua opera.
SCRIVANO (ansioso)
Dottore, credo che abbia altre cose da dire.
MARLICE (risentita)
Non ho nulla! Ho da dire solo quello che dico, lui vuole che io racconti delle bugie a lei perché il mostro…
SCRIVANO
O no, io non voglio niente, affari tuoi.
COMMISSARIO (perplesso)
Mah… Andiamo avanti. Signorina Marlice, cosa ha trovato quando è rientrata con il cotone all’appartamento?
MARLICE
Sono entrata dall’ingresso principale, perché la porta della cucina era chiusa con il chiavaccio, quando sono entrata nella sala ho preso una paura, tutte quelle scatole di medicine, bottiglie di pasticche vuote e sparpagliate da tutte le parti, e la puzza del gas in tutta la casa, sono quasi svenuta. Allora ho tappato il naso con la mano e sono andata in cucina, e quando ho aperto la porta ho visto quella cosa orrenda… (singhiozza e mima la scena di cui è stata testimone).
COMMISSARIO
Cosa hai visto, parla! (allo scrivano) Santiago, batti tutto.
MARLICE
Lei, donna Sandra, era sdraiata sul pavimento della cucina, le porte e la finestra erano tamponate con dei vestiti, il forno era spalancato con il gas aperto. (mimando la posizione) Lei era sdraiata così, con le gambe aperte tutta bianca, gli occhi le ruotavano, quasi senza respirare, e la testina del bimbo già si vedeva qui (indica con un gesto rotatorio) la fontanella, così. Ma lui non aveva la forza di nascere perché lei non aveva la forza di vivere. Il bimbo nasceva nello stesso momento in cui donna Sandra moriva. (lo scrivano smette di scrivere e ascolta)
COMMISSARIO
Tu cosa hai fatto allora?
MARLICE
Niente! Niente signore, ho chiuso piano la porta della cucina, mi sono affacciata alla finestra della sala per respirare l’aria.
COMMISSARIO
Non hai chiamato aiuto? Non hai aperto le finestre? Non hai spento il gas? non hai avvertito nessuno fino alla mattina seguente.
MARLICE
No, signore.
COMMISSARIO
Perché Marlice?
MARLICE
Non lo so, mi sentivo molto debole, ho capito il suo piano. Era quello di morire quando l’altro voleva nascere, io ho rispettato la sua volontà, e il mostro non ha avuto quello che voleva. Quello che lei ha fatto per me è giusto. (rivolta allo scrivano) Per questo non dico quello che lui mi ordina!
COMMISSARIO
Potevi salvare la sua vita e quella del bambino, bastava gridare aiuto, poi, la polizia avrebbe risolto al momento giusto il caso di questo Osiris, Lei ha lasciato morire la sua amica per niente.
MARLICE (scivolando dalla sedia cade in ginocchio con le mani sulle orecchie)
Non sono stata io è stato Satana.
COMMISSARIO
Ma che Satana e Satana! Se la storia che racconti è vera sei stata tu che non hai fatto niente per evitarlo.
MARLICE
L’ordine è venuto dall’Alto, parole del Signore Gesù Cristo. (lo scrivano toglie il foglio dalla macchina, si alza e si avvicina a Marlice per farlo firmare, il commissario lo ferma con un gesto)
COMMISSARIO
Il bambino poteva essere tuo, se Osiris avesse puntato te e non lei.
MARLICE (disperata)
Io non sento più nulla, sento solo la voce del Bambino Gesù, e lui piange, lui piange. Perché stai piangendo mio bambino Gesù?
(Traduzione: Julio Monteiro Martins e Sergio Giannini)
JULIO MONTEIRO MARTINS (1955-2014) è nato a Niterói (Brasile). È stato professore di scrittura creativa al Goddard College (Vermont) dal 1979 al 1980, all’Oficina Literária Afrânio Coutinho (Rio de Janeiro) dal 1982 al 1989, all’Istituto Camões di Lisbona nel 1994 e alla Pontifícia Universidade Católica di Rio de Janeiro nel 1995. Ha ricevuto il titolo di “Honorary Fellow in Writing” dall’Università di Iowa (International Writing Program) nel 1979. Ha insegnato Lingua Portoghese e Traduzione Letteraria all’Università Degli Studi di Pisa e diretto il Laboratorio di Narrativa, parte del Master della Scuola Sagarana, a Pistoia. Tra i fondatori del partito verde brasiliano e del movimento ambientalista “Os Verdes”, avvocato per i Diritti umani per la difesa dei meninos de rua dopo la Strage della Candelaria. Fondatore e direttore della casa editrice Anima, a Rio de Janeiro, che ha pubblicato il maggior numero di opere prime di autori brasiliani tra il 1983 e i 1987 e di numerose traduzioni di testi inediti e rari. Giunto in Italia, ha continuato questo lavoro di scavo fondando la rivista online di letteraturaSagarana. In Brasile ha pubblicato raccolte di racconti, romanzi e saggi: Torpalium, Sabe quem dançou? (Sai chi hanno beccato stavolta?), Artérias e becos (Arterie e vicoli ciechi), Bárbara, A oeste de nada (A ovest di niente),As forças desarmadas (Le forze disarmate), O livro das Diretas (Il libro della democrazia ritrovata), Muamba e O espaço imaginário (Lo spazio immaginario). In Italia ha pubblicato Il percorso dell’idea (1998), Racconti italiani(2000), La passione del vuoto (2003), madrelingua (2005), L’amore scritto (2007). Con Antonio Tabucchi, Bernardo Bertolucci, Dario Fo, Erri de Luca e Gianni Vattimo ha pubblicato inoltre il volume Non siamo in vendita – voci contro il regime (2001). È stato anche autore di opere teatrali (L’isteria del marmo, Per motivi di forza maggiore, Aula magna, Hitler e Chaplin). Le sue poesie sono state pubblicate su varie riviste, fra cui il quadrimestrale di poesia internazionale Pagine e la rivista online El Ghibli, e nelle antologie I confini del verso. Poesia della migrazione in italiano (2006) e A New Map: the Poetry of Migrant Writers in Italy (Los Angeles, Green Integer 2006). Nel 2011 è stata pubblicata la monografia sulla sua opera Un mare così ampio: I racconti-in-romanzo di Julio Monteiro Martins, di Rosanna Morace. Nel dicembre 2013 è stata pubblicata la sua raccolta poetica La grazia di casa mia. Tra i libri postumi La Macchina sognante (Besa, editrice, 2015), e il romanzo L’ultima pelle (Lebeg, 2019).
Immagine di copertina: Foto a cura della Fondazione Pino Pascoli,Premio Pino Pascali, Hans Op De Beeck 2017_ph-MarinoColucci.