Apocalissi presunta di Ashraf Fayadh (a cura di Sana Darghmouni)

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Il dolore è un tutto indivisibile!!

Massa pesante e densa, un’entità indipendente .. estremamente crudele!!

Non si avverte a frazioni

Né si può controllare.

È ciclone tropicale … tempesta furiosa,

alluvione che tutto inonda.

Terremoto devastante, vulcano che erutta, enorme iceberg che giace sul mio torace!

Il mio corpo trema come una placca continentale traballante!!

Il mio cuore è una meteora impazzita che gira in un misterioso buco nero.

La mia pelle è una spugna che ha perso la sua capacità di assorbire.

I miei reni, posacenere coperto di cenere.

I miei occhi, due palle rosse.

Le mie labbra, terra incrostata che non vede pioggia da decenni.

Le nuvole, blocchi bruni macchiati di nero che ingoiano i raggi di sole accecanti!

La pioggia, acidi di elevata purezza, come quelli costantemente vittoriosi nel mio stomaco!

Il mio stomaco, palude di dolore e il rimorso, virus che mi divora la memoria!!

Le mie scarpe, vetri rotti.

Le mie dita, metallo fuso.

Il mio cranio, recipiente pieno di mercurio bollente.

I miei nervi, circuito elettrico danneggiato.

La mia pazienza, albero carbonizzato che emette fumo soffocante.

E la luce non è più affatto un’opzione!

Riguardo il macchinista

Sana Darghmouni

Sana Darghmouni, Dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l'Università di Bologna, dove ha conseguito anche una laurea in lingue e letterature straniere. E' stata docente di lingua araba presso l'Università per Stranieri di Perugia ed è attualmente tutor didattico presso la scuola di Lingue e letterature, Traduzione e Interpretazione all'Università di Bologna.

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