“Questa donna che mette in discussione se stessa, l’uomo e il mondo per arrivare a capire chi è, non è per il maschio una compagna ideale. “ Franca Basaglia Ongaro – Una voce: riflessioni sulla donna (1978)
“Si, lottiamo contro le discriminazioni. Si, esercitiamo un mestiere stigmatizzato. Si, abbiamo scelto questa professione. Si, vogliamo gli stessi diritti degli altri cittadini” Manifesto – Fiere di essere puttane– (2003) (movimento di prostitute, gay e trans)
“Poi spense nuovamente la luce, come se in salone non ci fosse nessuno. Troppo grande era stata la posizione che aveva assegnato a quell’uomo perché riuscisse a sopportarne la pateticità senza soffrire.” Claudiléia Lemes Dias – Anatomia del maschio invisibile (2016)
Nel 1996 l’antropologa Héritier con il suo classico libro “Maschile e femminile, il pensiero della differenza” concludeva le sue riflessioni, argomentando sul reale potere femminile, diviso tra influenza e capacità di decisione, mostrando una terza possibilità, ovvero l’ostruzionismo. Per quest’ultimo si intendeva una qualità, molto legata al genere, atta ad esprimere il proprio diritto di veto: certo una forza retroattiva e storicamente dipendente dal modello socialmente e politicamente dominante.
Ora, la relazione fra questa importante – datata?- riflessione della Héritier ci consente un nesso significativo con il romanzo “Anatomia del maschio invisibile” (L’Erudita, 2016) della brasiliana, naturalizzata italiana, Claudiléia Lemes Dias. Libro ambizioso quanto interessante. L’interesse verte sulla tematica e sulle prospettive. Anche se la situazione è classica, e resa chiara per rimanere sul suolo italico da film, quali Le fate ignoranti e fatti di cronaca come le vicende note del politico Marrazzo. Sullo sfondo, Roma, dall’Oscar di La grande bellezza ai più recenti film, Non essere cattivo e Suburra (tratto dall’omonimo libro), ormai decisamente resa stringente metafora del mondo. Roma caput mundi? … . Il tema centrale è il tradimento, ma non un tradimento socialmente normalizzato quanto, un tradimento di genere e sui generis ovvero suppostamente torbido e reo di mitologie: l’andare a trans. Il romanzo affronta la tematica con un mai risolto naturalismo espressivo, molto vicino al linguaggio della sceneggiatura televisiva (il che non è un male ma può essere un limite per il potenziale espressivo del genere narrativo), con una capacità rappresentativa della famiglia riuscita, e capacità di ricostruzione dei ruoli all’interno della coppia molto credibili, anche se a tratti appesantiti da una retorica sul genere. Fino a metà romanzo infatti la neutralità della scrittrice sposa l’ampia visione dell’analisi dei sentimenti dei due coniugi, Lisa e Massimo, ma poi, dal capitolo decimo, la scrittrice sceglie di parteggiare per Lisa, la protagonista. Il ché rende la scelta meno interessante di quanto avrebbe potuto essere. Per fortuna, introduce un confronto – vagamente morboso- fra Lisa e Lolita, una delle possibili trans frequentate da Massimo. Incontro che ha dei dialoghi di una certa pregnanza dialogica, quando la trans risponde al senso di delusione e gelosia nei suoi confronti, dicendole “Ascoltami bene: nessuna di noi avrà mai il privilegio di avere ciò che hai. E’ la tua mente a darci un potere che non abbiamo, credimi.”(pag. 189) A cui poco dopo, la stessa Lisa, risponde con una frase altrettanto degna di menzione “ Ti guardo e sai a cosa penso? Penso che è più facile passare da maschio a femmina che da maschio a uomo” (pag. 191) dove per uomo si intende un’accezione, alta e filosofica della presunta virilità maschile. Riflessione intelligente se non fosse che la scrittrice ha già preso le difese del femminile, vero, in contrapposizione alla falsità del maschile: insomma Massimo è un tipico fedifrago e mentitore incallito (per non dire banale, e dunque per citare la storica e filosofa Arendt, un essere umano capace di nuocere e fare il male).
Si tratta dunque di un romanzo onesto, anche se non pienamente maturo nella sua forma, che dà motivo di riflessioni e punti di vista piuttosto insoliti nel quotidiano. Ponendo in questione quale sia il reale potere delle donne, fra l’ormai paludoso mito aristofaneo del negarsi al corpo compagno, e l’emularsi a protettrice ieratica (casta?) del focolare. Qui ci risponde come dicevo all’inizio l’ostruzionismo, come forza retroattiva di resistenza, proposto da Hèritier. Certo è che il modello famigliare e della coppia etero – fatta eccezioni per la tormentata lungimiranza della Legge Cirinna’ sulle unioni civili, da poco passata- continua ad esprimere, enfaticamente, il suo belligerante assolutismo di potere reale e immaginifico.
Claudiléia LEMES DIAS è italo-brasiliana. Nata nel 79′ a Rio Brilhante (Brasile) si laurea in legge presso la Pontificia Università Cattolica, si specializza in Tutela Internazionale dei Diritti Umani all’Università La Sapienza e in Mediazione Familiare (Centro Europeo di Mediazione Familiare). Negli anni 2006-2007 è stata ricercatrice presso il Dottorato di Ricerca in Sistema Giuridico e Romanistico dell’Università di Tor Vergata. PUBBLICAZIONI: RACCONTI: Mondo Convenienza, in Lingua Madre 2014, ed. Seb 27; Chi ha paura del Burkina Faso? in Verrà il domani e avrà i tuoi occhi, Compagnia delle Lettere, 2011; Non negherai, in Lingua Madre 2011, Ed. Seb 27; Il miele ti è amaro, amore mio, in Babel Hotel, Infinito Edizioni, 2011; Scioglilingua, in Rondini e Ronde, Mangrovie Edizioni, 2010; FPS 25, in Lingua Madre 2008, Ed. Seb 27. ROMANZI E RACCOLTA DI RACCONTI: Nessun requiem per mia madre (Fazi Editore, 2012); Storie di extracomunitaria follia (Compagnia delle Lettere 2009; 2011); SAGGISTICA: “Gli stereotipi della donna brasiliana in Europa”, saggio e intervista a cura dell’Ass. Per i Diritti Umani, in “Mosaikon: voci e immagini per i diritti umani” (2015) ; “Fenomelogia da prostituição transexual na Itália e feminícidio: o narcisismo perverso como fator determinante” (https://artedisalvarsi.wordpress.com); “Uniões homossexuais no Direito Comparado” in http://jus.com.br/artigos/3191/unioes-homossexuais; “Uniões homossexuais e reconhecimento jurídico como entidades familiares”, Revista Brasileira do Direito de Família, nov.2003; “Direitos humanos: internacionalização e relativismo cultural”, in Estudos de Direito Internacional, vol. 1, Ed. Jurua, 2004; “A consolidação do MERCOSUL através da tutela dos Direitos Humanos: uma alternativa ao consenso”, inEstudos de Direito Internacional, vol. VI, Ed. Jurua, 2006 PREMI E RICONOSCIMENTI “Scrivere Altrove” (Fondazione Nuto Revelli/Ass. Mai Tardi), 2014; “La voce dei migranti”(SEI-UGL), 2014; “Premio Letterario Internazionale Europa” (Universum Academy Switzerland/Università della Pace della Svizzera Italiana), 2014; Miglior soggetto cinematografico per “Cavalli Marini”(Centro Esperimentale di Cinematografia di Roma/ANCINE – Agencia Nacional Cinema – Brasil), 2011; “Marenostrum” (Federazione dei Midia Indipendenti e Associazione Punto Critico), 2011; “Sabaudia Cultura”, 2011; “Fazi G2″(Fazi Editore), 2011; “Lingua Madre” (Salone Internazionale del Libro di Torino), 2008; Premio “Io e Roma” (Comune di Roma/Associazione Praxis, 2006; Premio “Arte pela Paz”, AJIAL (Associação dos Juristas pela Integração da América Latina), 2002.
Foto in evidenza di Melina Piccolo.