Amori che durano poco
Microfinzioni
A cura di Marcella Ruggiero
Vol. 21 collana Gli Eccentrici, Ed. Arcoiris, 2016
Un fiore al giorno
di Fabián Vique
Secondo le credenze degli antichi quiyús, se qualcuno lascia ogni giorno un fiore sulla tomba dell’amata, dopo un certo numero di giorni (la cifra è segreta), l’amata si alza dalla tomba, rivela una verità all’amato, e ritorna sotto terra. Così ho fatto. Per anni, ogni giorno, con il sole o con la pioggia, con la neve o con il gelo, ho lasciato un fiore sulla sepoltura dove riposa il corpo della mia amata. Oggi, infine, non appena ho deposto l’orchidea, la terra si è aperta, e la mia amata, florida e radiosa, si è sollevata dalla ghiaia, mi ha guardato gravemente e mi ha detto: «Sei sempre lo stesso, Mauricio, continui a perdere tempo dietro a ridicole superstizioni! Quando metterai la testa a posto?». Mi ha sputato in faccia ed è tornata nella tomba.
Fabián Vique, argentino, è nato a Buenos Aires nel 1966. È docente di Lingua e Letteratura ispanoamericana e direttore editoriale di Macedonia, casa editrice specializzata in microfinzione. Ha pubblicato un libro di racconti, La tierra de los desorientados (2008), e quattro di microfinzione: La colección de minilibros. Minicuentos (1994), Con las palabras contadas (2003), La vida misma y otras minificciones (2007) e Variaciones sobre el sueño de Chang Tzu (2009). Ha vinto il primo premio del XIV concorso di narrativa breve della rivista «Puro Cuento» e del XII Concurso de Cuentos dell’Università Autónoma di Madrid.
A mail in the life
di Fernando Iwasaki
Da qualche mese mando delle mail a mia moglie facendole credere di essere un altro. All’inizio l’ha presa come uno scherzo, ma poco a poco ha cominciato a lasciarsi andare, a fantasticare con i miei messaggi, a condividere con l’altro me i suoi desideri più inconfessabili. Ho escogitato dei tranelli per sapere se sospetta qualcosa, ma non è così. Ci è cascata in pieno.
Non posso nascondere che sembra più felice, e mi sono fatto persino pregare quando mi ha chiesto di sodomizzarla, così come le avevo raccomandato sotto mentite spoglie. Ma non andremo oltre perché ho deciso di castigarla.
Mi suiciderò, così ci perderà entrambi.
Fernando Iwasaki, peruviano, è nato a Lima nel 1961. È narratore, saggista e storico. Ha insegnato Scienze politiche all’Università del Perù. È autore dei romanzi Neguijón (2005) e Libro de mal amor (2001), e delle raccolte di racconti Inquisiciones peruanas (1994), Un milagro informal (2003), Helarte de amar (2006) e Papel Carbón. Cuentos 1983-1993 (2012). Nel 2006 è stato curatore dell’antologia messicana Macondo boca arriba, e co-curatore, con Jorge Volpi, dell’edizione commentata dei Cuentos completos di Edgar Allan Poe (2008). Dal 1989 risiede a Siviglia, dove si occupa di gestione culturale e di giornalismo. Attualmente cura una rubrica del giornale «ABC».
Attesa della principessa
di Rosalba Campra
Era a quel balcone che si affacciava sempre la principessa quando i pretendenti giungevano dai quattro portoni del regno. Il re suo padre aveva promesso la sua mano a chi avesse decifrato i simboli di pietra che rifinivano il balcone. La principessa avrebbe voluto spifferare la soluzione a questo visconte, a quel sarto, ma nemmeno lei la conosceva.
Poco a poco la pioggia cancellò i numeri cabalistici, e alla principessa si annebbiarono gli occhi e caddero i denti. Non passavano più né principi né rigattieri, e lei continuava a starsene al balcone senza sapere che il re era morto ed era stata proclamata la repubblica.
Rosalba Campra, argentina, è nata a Córdoba. Ha poi vissuto in Francia, specializzandosi in teatro e cinema. Attualmente vive a Roma, dove è stata professoressa ordinaria di Letteratura ispanoamericana presso l’Università “La Sapienza”. Ha pubblicato opere e saggi di rilievo sulla teoria della letteratura, come America Latina: l’identità e la maschera (Arcoiris, Salerno 2013, edizione originale 1982), e sulla letteratura fantastica, come Territori della finzione: il fantastico nella letteratura (Carocci, Roma 2000) e Cortázar: letture complici (traduzione di Anna Boccuti, Arcoiris, Salerno 2014, edizione originale 2009). Tra le opere narrative vanno segnalate le raccolte di racconti Formas de la memoria (1989), Herencias (2002), Mínima Mitológica (2011), libro illustrato da Fabio Amaya, e il romanzo Los años del arcángel (1998). Recentemente è comparsa in Italia anche la sua raccolta di racconti Il sogno della tigre e altri ritorni (traduzione di Francesco Fava, Arcoiris, Salerno 2014).
Marcella Ruggiero, nata e cresciuta nella provincia napoletana, ha studiato Lingue e Letterature Straniere a Napoli, specializzandosi poi a Roma in Studi Umanistici. Durante gli anni di studio romani sono nati l’interesse per la traduzione e la curiosità verso la microfinzione. Ha contribuito alla versione italiana di El Matadero di Esteban Echevarría per Aracne Edizioni, realtà editoriale nata dai laboratori di traduzione universitari a “La Spaienza”. Nel 2010 approfondisce lo studio della microfinzione con una tesi di laurea in cui traduce microracconti di scrittori ispanoamericani, grazie al valido aiuto della sua relatrice, la scrittrice argentina Rosalba Campra. L’anno dopo è a Siviglia, per continuare gli studi con un Master in “Studi Americani”, dedicandosi in particolare alla metafinzione storiografica. Dopo un viaggio in Argentina, Perù e Bolivia, si convince di voler lavorare seriamente al progetto di un’antologia di microracconti dedicata all’amore, un sogno divenuto concreto dopo una lunga e proficua collaborazione con diversi autori ispanoamericani contemporanei e con la casa editrice Arcoiris. Attualmente vive tra Italia e Scozia, dove si dedica con passione all’insegnamento della lingua spagnola e di quella italiana, alternandolo al lavoro di guida turistica, tra castelli scozzesi e scenari da fiaba. Mantiene vivi l’amore per la traduzione e l’entusiasmo per nuove scoperte letterarie.
Foto di copertina gentilmente concessa da Gli Eccentrici.
Foto della curatrice gentilmente concessa da Marcella Ruggiero.