Giulio, un branco di belve d’apparato
si è spartito il tuo cuore fuscello,
ha giocato a dadi con le tue denunce d’amore
e ti ha inchiodato alla polvere di un’autostrada.
Dall’altra parte del mare tua madre
attendeva la voce del tuo sangue,
ma il suo sangue presagiva lutto bestiale.
Nemmeno i tuoi occhi profondi
ha potuto avvolgere nel calore
delle sue braccia di mille abbracci.
Tracima di menzogne e lacrime di madri
e singhiozzi di padri lo stagno Mediterraneo
sottopelle a pelo d’acqua, dall’una all’altra riva
rimbomba l’eco di un mantra incessante:
ribellione.