A Fayadh
Chiama il sole, chiama fuori. La Clematis allunga nelle foglie il pantone dei fiori. Un telaio di rami la sostiene. La ringhiera di fronte sfoglia rugginosa. Fa la sua muta incompleta. Smaschera l’osso, la nuda verità del ferro.
L’alloro si è alzato. Ha messo tenere le foglie.
Il timo a cespuglio butta inesausto spettinati i suoi germogli.
Li uso abbondanti in cucina. Con la salvia profumano il pesce; con l’olio ci condisco l’insalata.
La primavera è iniziata. Il tepore scalda i muri, le voci per strada, la corsa del tempo.
Guardo il cielo da una finestra.
Anche qui, come da te laggiù, senza vasi acqua, terra, nel chiuso, si schiudono semi.
4 maggio 2018
di Maria Cristina Vannucci, per gentile concessione dell’autrice.
Un’altra forma del cuore
Fa’ suonare la campanella
e scuoti il tuo inverno dalla tua triste canzone.
Il disco si ripete… e l’umidità non agisce sul magnetofono.
My funny Valentine* ritorna
il santo dal cuore trafitto da una freccia canta
il santo canta e prega Dio
di proteggerci… da ogni male.
Dio ci ama.., ci mette alla prova… ci punisce… e a volte ci perdona.
Dio, imploro il tuo perdono… per me… e per tutte le donne,
e per tutti gli innamorati.
di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Sana Darghmouni. per gentile concessione dell’autore.
*famosa canzone di Chet Baker (nota dell’autore).
Immagine in evidenza: Foto di opera grafica di Ashraf Fayadh.