Dalla Prefazione “NATURALESSEN” di A. Gianna
[…] Giuseppe Ferrara, in questa sua Raccolta Differenziata circoscrive scientificamente il problema di una relazione uomo-natura, oggi più che mai complessa e difficile, con i primi 19 haiku e versa negli altri contenitori della raccolta argomenti, tematiche e linguaggi con una “naturalezza d’espressione” adatta ai nostri tempi. Tutto si traduce in una particolare tensione tra stupore e sconforto di fronte a quello che stiamo facendo alla/della natura (anche umana): una “notomizzazione” ormai quasi autoptica.
Gli eco haiku di questo primo “contenitore” della Raccolta rispondono precisamente a questo proposito rompendo volutamente la tradizione del kigo, il riferimento stagionale, ovvero identificando la natura tutta in un unico Grande Kigo.
Questi haiku sembrano rappresentare l’impudicizia della scienza umana attraverso un linguaggio, appunto, audace e provocatorio (le formule chimiche, i termini scientifici ripresi nei commenti agli haiku sono di fatto i sostituti degli antichi kigo “stagionali”).
[…] Occorre vedere la natura «nuda» nella sua semplicità come ci ricorda Leopardi: la bella negligenza degli antichi per cui le cose generano sentimenti in una relazione che non deve essere mai interrotta tra un non sollecitato soggetto e un non sollecitato oggetto.Chi riesce a difendere e preservare questa corrispondenza, come la chiamerebbe l’antropologo Tim Ingold, sperimenterà il “gioco” della poesia e il diletto che ne consegue.
Lo haijin, lo scrittore di haiku e di haibun, la forma mista di prosa e versi, mira proprio a questo: recuperare una “Lingua” che gli permetta di giocare e provare diletto, in una parola, di riprodurre le esperienze dell’infanzia.
«Oggi non ci viene più insegnato che il mondo che ci circonda è semplice e unitario… Spinti dalla scienza o costretti dalle tempeste della nostra epoca… osserviamo che già durante la nostra vita la realtà è più volte mutata e questi mutamenti hanno forse messo in pericolo…” quei moti naturali dello spirito. “…I ricordi d’infanzia riportano ad un mondo strettamente delimitato nello spazio e nel tempo, un mondo in cui «significare» ed «essere» non erano ancora divisi e nel quale, con una forza magica, potevamo plasmare la realtà secondo i nostri desideri e le nostre rappresentazioni. Com’era allora: il filo caduto per terra dal cesto da lavoro della mamma è l’alta fune dell’acrobata che la scorsa domenica mostrava i suoi pezzi di bravura alla fiera annuale; e io sono l’acrobata. Un pezzo di legno è il cavallo che porta me, il cavaliere. Ed è veramente un cavallo, le proprietà materiali del bastone sono solo apparenza…».
Queste non sono le parole di un poeta ma di un fisico, W. Heisenberg, che parla evidentemente, come Leopardi di natura e naturalezza, del modo cioè in cui il poeta (il fisico) debba “guardare” la realtà: una semplice prosecuzione di quel mondo infantile da noi plasmato. […]
(storia-terra)
onda fossile
sul mare caldo soffia vento bollente
風
Il cambiamento climatico smuove venti sempre più potenti.
La specie disporrebbe così di tanta energia eolica in più che
mitigherebbe il cambiamento climatico e dunque il vento.
Ci saranno vele e mulini in grado di resistere a questo vento?
La specie umana oramai dipende da ciò che dipende da lei.
Anche questo respiro le dipende. Per un soffio.
(storia-aria)
cìo due sale
negli anni l’aria piange
pesanti piogge
氷
La vita è una spirale d’acqua. Fili di gocce che si fanno fiocchi
per ricamare merletti sempre più complessi e fragili.
Farsi e disfarsi di atomi e dati.
Ogni pezzetto di ghiaccio emerge da nuclei che
s’accrescono in gocce e cristallizzano in fiocchi tutti diversi
l’uno dall’altro.
Sapere e sapersi di storie e di fatti.
(l’acqua incontra la terra)
il mare esonda
rapace mareggiata
graffia la costa
㟁
Prendere nota di ogni frana, di ogni montagna scivolata a
valle, di ogni tratto di costa scostato e scomparso. Allora
si capirà dove dirigere il prossimo passo.
Non è più l’ora della tranquilla inquietudine di Hokusai.
L’onda sta di fronte a noi come un qualunque oggetto d’uso
che durante il suo consumo e il suo abbandono sparirà
con noi.
(storia-fuoco)
effetto serra:
la gabbia senza sbarre
dell’ecosfera
嗝
«la nostra rigenerazione dipende da una, per così dire,
ultrafilosofia, che conoscendo l’intiero e l’intimo delle
cose, ci ravvicini alla natura» (G. Leopardi, Zibaldone, 115,
7 giugno 1820)
L’apocalisse, il rovesciamento di terra e acqua, di fuoco e
ghiaccio può diventare l’ouverture di una nuova sinfonia,
la suprema finzione dello sguardo, veramente, umano.
(Futuro?)
senza presente
il futuro domani
è già passato.
Dalla sezione SEI GREENENDECASILLABI
I
Schiumerà, acqua d’avorio fossile,
il mare sulla spiaggia, resterà
come l’onda di Hokusai impietrita
pungente nello sgocciar di gocce.
Al crepitar di piogge di cristallo
vapori friggeranno dalle pietre
in nuvole di gas a rigonfiare un
vuoto che nasce solo per morire.
IV
Falò di albe, tra monti sbrinati.
Scivola giù, lava dalla montagna,
l’ombra di foreste antiche; sale,
azzurro gelido dalla campagna,
la luce di nebbie termochimiche.
O mare annegato nelle plastiche,
riuscirò un giorno a rivedere
tra notti d’oroscopi il futuro?
Dalla sezione SVERSAMENTI BIODEGRADABILI
Ti prego quando sarò via
Ti prego, adesso che sono qui
butta giù le montagne sacre
le mura dei pianti, gli altari
i minareti e le pietre nere;
che l’acqua del diluvio possa
rimpiombare come cometa
a terra ad incendiare il grano.
Ma quando domani verrò via
pianta ti prego una nuvola nel cielo
che possa sbocciare l’acqua
sopra i monti, d’isole possa
rifiorire il mare e nei campetti verdi
colmi di neve i bimbi possano
cadere senza farsi male.
m’affoga d’alba.
Una ghiandaia nella
luce alta danza
sull’oceano arido
di questo mattino
dove ascoltare-tacere
è più vitale che vivere;
di vivere si può morire
ma questo mondo arde
e chiede di nascere,
di spegnere le resurrezioni
nei silenzi della carne.
Come una vela l’ala scivola
nel canto mediale dell’occhio
a cogliere la coda dell’incanto.
Giuseppe Ferrara, nato a Napoli, è cresciuto e ha studiato a Potenza. Dopo la maturità conseguita presso il Liceo-Ginnasio “Quinto Orazio Flacco” del capoluogo lucano, si è laureato in Fisica all’ Università di Salerno. Vive e lavora a Ferrara come fisico in un Centro Ricerche privato. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia: L’Orizzonte degli eventi (Este Edition, Ferrara 2011); segnicontroversi (Edizioni Kolibris, Ferrara 2013), Appunti di viaggio di un funambolo muto (Tracce, Pescara 2016) e Il Peso e la Grazia (96 rue de- La- Fontaine Edizioni, Follonica 2018); Raccolta Differenziata (InternoLibri , Latiano 2021). È presente in diverse antologie tra le quali I poeti del Duca- Excursus nella poesia contemporanea di Ferrara (Kolibris Edizioni, Ferrara 2013); Riflessi, n°40 (Pagine, Roma 2015); Il mio mandala-Antologia 114 haiku (Collana Cascina Macondo, 2015) e Folate di versi (Paolo Laurita Edizioni, Potenza 2019). Scrive di poesia e altro sul suo blog Il Post Delle Fragole (www.thestrawberrypost.blogspot.it). Collabora con diverse associazioni culturali e lit.blog.
Immagine di copertina: Foto di Pina Piccolo.