LIBRI
Ho abituato le mie poesie a riposare
E’ come quando ti abitui a vivere dai genitori
Non è che non hai voglia di andare
Solo, è difficile dir loro che te ne vai
Eppure, non è brutto ogni tanto, quando torni a casa,
sapere che la zuppa profuma sul tavolo
e che di notte qualcuno ti pensa anche se dorme.
Ed è così vicino
TRUCCO
Al mattino
Quando mi assale la paura della morte
Prendo la pinzetta.
Così: zic zic
Correggo la forma.
Le sopracciglia, parlano, all’altro
offrono la vera espressione
Ogni mattina
con la paura dentro preparo la presentazione.
Poesie tratte dalla raccolta Make-Up, ed Naklada Zoro, Sarajevo Zagreb, 2004.
Traduzioni tratte dall’antologia Perché Lei – Voci del dissenso femminile dell’ex Jugoslavia, Le Onde (2008), a cura di Gabriella Montone e Vesna Scepanovic.
Sejla Sehabovic è nata nel 1977 a Tuzla, in Bosnia Erzegovina dove si è laureata in filosofia e dove attualmente insegna in un liceo. Ha pubblicato i racconti brevi Car Trojan ima kozije usi (L’imperatore Troiano ha le orecchie di capra). Si occupa di storia letteraria e studi di genere. Collabora come critica ad alcune riviste. Pubblica i suoi libri in Bosnia, Croazia e in Serbia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo libro Make-up. Le sue poesie sono state tradotte in inglese e in macedone. Il suo ultimo libro pubblicato è zenski rod, mnozina (Genere femminile, plurale) ed. Nezavisne novine, Banjaluka, 2007.
Nel falsetto dove vivono le buone poesie
Guarda! Anche la foglia che, ecco, dal castagno, cade sola
Come mi dicesse: vai! E io…potessi non sognare! forse dormire…
Potessi da queste ossa, da questo tormento del corpo
Staccarmi finalmente.Non puoi più, per dio, generalizzare il tuo dolore
E poi dire: “Ma dai , anche gli altri stanno male, proprio come te!…”
Non ti aiuta la sofferenza altrui, né la tua ti insegna la saggezza.
Solo la fatica ci è comune, e l’anima ugualmente trema
Quando pensa che il corpo, forse, non va verso la libertà…
La libertà dal proprio corpo, dalla malattia, dai desideri…
E non mi sono impegnato a credere in un altro mondo!
Ma, che fare adesso…senza compagni e senza amici…
Le strade delle malattie sono come quelle del Signore: morire
Bisogna. In salute. Senza salute. Senza dolore. Oppure nel dolore.
Dammi, Signore, solamente che prima del corpo non sbiadisca
Del tutto il romanticismo della mia anima, la sua è l’unica scuola
che ho seguito
Da quando mia madre mi ha insegnato ciò che vale percorrere
Per poter nell’ altro mondo-e a testa alta-entrare…
Come nella neve bianca dove il piccolo piede del bambino, nel novantadue,
Si incaminò davanti a me, l’attimo prima che-con l’anima-mi
accorgessi
Dietro la minuscola impronta delle strisce rosse di sangue sottile…
Ecco, essa ha stabilito il senso che anima e corpo devono prendere:
Quelle tracce rosse seguire, i morbidi capelli accarezzare e solo
dopo trovare pace.
La mia vita, come un étude che non ho potuto eseguire
Malgrado tutto l’impegno, dando maestria alla mia mano storpia
Offrirei ai cieli per quel bambino. Ma niente di niente!
Come se il Direttore, quello lassù,e quello di quaggiù
Non vedesse le sottili strisce rosse nella neve, e di chi sono, e fino
a quale dimora…
Ehi tu, prendi me, tu che prendi cose bene! E il bambino lascia al mondo!
Il mondo è il posto per i bambini, non per noi. Noi abbiamo già rovinato tutto!
Porta me, tu, in cui non credo
In un mondo, in cui non credo, però dai
Ai nostri figli
Una fine
Senza dolore
Almeno.
Poesie di Ferida Durakovic, traduzione di Vesna Scepanovic e Gabriella Montone, da Odjek (Eco) rivista online per arte scienza e questioni sociali 2003.
Ferida Durakovic è nata a Olovo nel 1957 e si è laureata alla facoltà di filosofia dell’Università di Sarajevo nel 1980, dove vive tuttora con a famiglia. La prima antologia di poesie Bal pod maskama (Ballo in maschera) viene pubblicata nel 1997, in seguito pubblica altri libri Mala nocna svetiljka (Piccola lampadina notturna), Oci koje me gladaju (Gli occhi che mi guardano), Srce tame (Cuor di tenebra). Ha scritto i seguenti libri per l’infanzia, Jos jedna bajka o ruzi (Ancora una fiaba di rosa), Mikijeva abeceda (Abbeccedario di Miki), Amilina abeceda (Abbecedario di Amilin), Vjetrov prijatelj (L’amico del vento). Nel 1991 una scelta di sue poesie The Heart of Darkness (Il cuore di tenebra ) è stata pubblicata negli Usa.
Giustificazione della guerra
Noi non siamo colpevoli
-non lo sono neanche loro
Diciamo che le cose sono successe
noi non siamo colpevoli
-non lo sono neanche loro
Diciamo che le cose sono precipitate
Noi non siamo colpevoli
-non lo sono neanche loro
Diciamo che non si poteva parlare
Ma noi uccidevamo
-uccidevano anche loro
Diciamo che non lo siamo
lo diranno anche loro
Noi non siamo colpevoli
-non lo sono neanche loro
Diciamo che non è successo niente
-lo diranno anche loro
le cose accadranno ancora
Maggio 2001
Dall’antologia Maskenbal proteza-CDNK, Podgorica, 2003
Traduzione a cura di Gabriella Montone e Vesna Scepanovic.
Nel crepuscolo degli schizzi
bisognerebbe
preparare le scarpe dietro la porta
colorare la soffitta di lavanda
volgersi verso meridiani opposti
senza paura di aver provato tutto
camminare più spesso
con la testa sprofondata nel chiarore lunare
abbandonare tutto
Aprile 2005
Dall’antologia Maskenbal proteza (Carnevale delle protesi), traduzione a cura di Gabriella Montone e Vesna Scepanovic.
Immagine in evidenza, foto del dipinto “Cielo e foresta” di Barbara Gabriella Renzi.
Foto nel testo a cura di Vesna Scepanovic.